Quando si tratta di fiction però i tempi vanno intesi sempre con cautela: la scrittura narrativa è sempre immersa nella tua creatività e in qualsiasi momento potresti volere o dovere apportare cambiamenti per migliorare il tuo racconto.
Per quanto riguarda l'editing, ossia il lavoro di revisione, correzione e rifinitura formale e stilistica del tuo testo, la questione è ancora più complessa.
Infatti, ci sono due scuole di pensiero:
- scrivere è riscrivere: tutto ciò che scrivi in prima stesura è sicuramente da rifare, è la "spazzatura" a galla, hai bisogno di andare più in profondità per trovare la giusta voce. Chi appartiene a questa scuola pensa poco alla sua storia prima di mettersi a scrivere, fa una prima stesura rapida e poi impiega tantissimo tempo nell'editing.
- la scrittura è la scrittura e l'editing è l'editing: mediti molto a lungo prima di stendere la versione iniziale, poi scrivi al meglio che ti sembra possibile, infine fai un po' di correzioni e revisioni stilistiche, per poi ricominciare. In questo caso la preparazione è lunga, la scrittura abbastanza spedita, la revisione un lampo.
Tra questi due estremi ovviamente ci possono essere casi intermedi, ma non tanti quanto penseresti.
L'appartenenza culturale, poi, gioca un ruolo importante: in genere gli europei, che hanno un approccio alla cultura di più ampio respiro, ricadono nella prima categoria, mentre gli americani, più pragmatici, fanno prevalentemente parte della seconda.
Riscrivo, quindi sono
Chi scrive con l'idea che tanto poi riscriverà tutto, come già detto, non pianifica quasi nulla, ma si lancia nella scrittura cercando di fare il suo meglio, presupponendo comunque che la prima stesura sia completamente da rifondare.
La "vera" scrittura verrà dopo, nella seconda, terza ed ennesima stesura.
Tra una versione e l'altra si noteranno miglioramenti, ma nuovi "orrori" salteranno agli occhi, dando il via a una nuova revisione.
Il tempo necessario è imprevedibile.
C'è un tempo per scrivere e un tempo per correggere
Chi scrive separando bene le due fasi di solito impiega molto tempo nel progettare la storia.
Quando poi realizza la prima stesura, essa risulta già di buona qualità, lo scrittore se ne accorge perché grazie alla lunga meditazione le parole vengono fuori con una certa scioltezza.
A quel punto, il lavoro viene lasciato "a riposo" per qualche tempo (che può essere anche lungo mesi), il necessario per consentire agli occhi di "rinnovarsi" prima di ripulire il testo.
Sebbene non sia facile calcolare tempi precisi, e sia stato speso molto tempo per la pianificazione e per il riposo della prima stesura, il tempo strettamente necessario all'editing è davvero breve e il lavoro sembra meno faticoso.
Chi ha ragione?
Non penserai che io mi azzardi a rispondere a questa domanda...
La migliore risposta sta nel provare.
Io credo che entrambi i modi siano validi, non solo nel senso che ognuno può usare il sistema che preferisce, ma nel senso che io uso entrambi i metodi e ti invito a sperimentarli tutti e due.
Scoprirai che la scelta del metodo sarà influenzata anche dal tipo di storia che stai raccontando, dalla sua complessità, dal suo genere e da tutte le altre caratteristiche salienti.
Pianificare e cercare di rispettare i tempi è importante, ma non quanto il principio di scrivere o revisionare ogni giorno almeno un paio di pagine.
Con questo ritmo ti assicurerai di lavorare con i tempi giusti.
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