martedì 8 maggio 2012

Sbagliando s'impara... a scrivere: verbi

Per chi comincia a scrivere, sbagliare è quanto di più normale possa accadere.

Questo però non deve far pensare che a sbagliare siano solo i neofiti.

Gli sbagli, nella scrittura, hanno un carattere ricorsivo e anche i migliori devono sempre tenere alta la propria attenzione, per non caderci come dei pivellini.

Proviamo insieme a vedere, in un po' di post che da qui in poi pubblicherò, quali sono gli sbagli più comuni e come puoi evitarli, per metterti subito sulla strada giusta della scrittura.

Cominciamo dai verbi.


Il verbo, si sa, è l'anima del discorso, dato che è l'unica sua parte a poter stare da sola e a costituire una frase completa (piove!).

Nel discorso narrativo, però, il verbo è doppiamente importante, perché è il sistema con cui puoi trasmettere immagini invece che informazioni.

Controllare e modificare i verbi, facendo attenzione alla loro capacità d'illustrare le immagini, invece che riferirle, è una delle operazioni di editing più semplici da compiere.

Dopo aver lavorato sui verbi, per rinforzare il loro potere pittorico e sensoriale, il tuo testo farà un incredibile salto di qualità.

Proviamo?

Gianni stava accanto all'edicola della piazza. Da lì poteva vedere la discussione tra il sacerdote della chiesa del paese e il venditore ambulante di rosari che era appena arrivato col suo carretto. Anche da così lontano, egli sentiva l'incenso che il venditore aveva acceso e poteva udire il prete gridare. Sentiva le budella contorcersi per l'arroganza del prelato.

In questo brano, fatto apposta, tutto ciò che il nostro Gianni, con i suoi sensi, percepisce è detto al lettore ma non è mostrato, in modo che chi legge ne possa fare esperienza.

Ogni volta che scrivi ciò che un personaggio sta vedendo, sentendo, gustando, annusando o toccando, prova a modificare la frase per illustrare al lettore proprio tutto quello che il personaggio percepisce.

La maggior parte delle volte, la modifica sarà esigua, forse sarà utile qualche piccolo spostamento sintattico, ma si tratterà di piccole mosse facili.

Sebbene la differenza possa sembrare sottile, è il risultato finale a cambiare radicalmente.

Gianni stava accanto all'edicola della piazza. Dall'altra parte dell'ampio slargo, esplose una discussione tra il sacerdote della chiesa del paese e il venditore ambulante di rosari che era appena arrivato col suo carretto. "Ma tu mi vuoi far perdere il senno!" gridò il prete. "Devo cominciare la funzione, e come faccio a incassare qualche elemosina se le persone si fermano a buttare soldi in queste chincaglierie? O pensi che sia un paese di ricconi, questo?" L'aroma dell'incenso galleggiò fino a Gianni pungendo le sue narici e le budella gli si avvolsero. Bastardo, e che cosa volevi aspettarti da un uomo che porta la gonna?

La voce del sacerdote, l'incenso penetrante, la rabbia di Gianni.

Tutto è intensificato ed è stato possibile semplicemente aumentando la forza dei messaggi sensoriali.

Quando intervieni sul tuo testo in questo modo è probabile che la riscrittura ti suggerisca delle modifiche e delle aggiunte.

Qui per esempio, nel riscrivere, ho pensato di usare il discorso diretto legato per la voce del sacerdote (le sue parole sono dette dal personaggio stesso e la voce narrante dichiara chi è il parlante, assegnando turni di parola), e quello indiretto libero per la voce mentale di Gianni (è il narratore a farsi carico di pronunciare le parole del personaggio).

Per ottenere questo risultato, comunque, parti dai verbi, sostituendo quelli che puoi potenziare con altri, capaci di far percepire al lettore l'effetto che stai descrivendo.

Che cosa succede quando provi a prestare attenzione ai verbi che usi quando racconti?


Di solito, le tue prime stesure tendono a informare dei fatti o a mostrare gli eventi?


Quante volte intervieni sui tuoi racconti, prima di vedere il risultato auspicato?


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