venerdì 11 maggio 2012

Come tenere il lettore sulla corda della suspense

Ogni buon racconto ha la capacità d'intrattenere il lettore.

Ma come ci riesce?


Qual è l'elemento su cui fare leva?


Che cosa dobbiamo fare per divertire il lettore?

Semplice: fargli sorgere dei dubbi.

Quando il lettore, nel leggere la tua storia, si pone delle domande sul suo prosieguo, allora lo stai intrattenendo, ed egli si diverte.

Se sai far emergere questi dubbi, se il tuo racconto spinge il lettore a porsi delle domande, allora ce l'hai fatta.

Tra tutte le abilità di cui deve disporre chi vuole narrare, questa merita senz'altro la maggiore attenzione, perché rende interessante un testo al di là del suo essere ben scritto.

Quali sono i dubbi e le domande che devi far emergere, dal tuo racconto?


Il personaggio principale della tua storia vuole raggiungere un obiettivo, ma qualcuno o qualcosa si mette di mezzo, e questo genera conflitto.

La domanda delle domande, il grande dubbio fra i dubbi è: ce la farà o no?

Ulisse riuscirà a tornare a casa da Troia?


Amleto vendicherà suo padre?


Renzo e Lucia si uniranno in matrimonio?


Achab la inflizerà 'sta benedetta balena?

Signore e signori, la suspense
Il lavoro del narratore consiste dunque nel porre, o nel far porre al lettore, queste domande.

Messa così però è troppo semplice.

Perché il lettore non è un calcolatore di probabilità.

È un essere umano dotato di sentimenti.

Quindi, parteciperà al racconto con le sue emozioni.

Non solo si chiederà se Ulisse torna, ma prenderà posizione e, probabilmente, desidererà che ce la faccia.

Lo stesso vale per Amleto, Renzo Tramaglino e il capitano che insegue Moby Dick.

Il lettore auspica il successo del protagonista.

Il narratore, per rendere l'esperienza più emozionante, deve mettere i bastoni tra le ruote al protagonista e quindi al desiderio del lettore.

Così, Amleto vorrebbe vendicare il padre, con l'appoggio morale del lettore.

Amleto però potrebbe non farcela perché Polonio lo smaschera, oppure perché Rosencranz e Guildenstern compiono la loro inconsapevole missione, o ancora perché Laerte lo trafigge nella fossa di Ofelia, o infine... ehm, stavo per dirti il finale.

Naturalmente, se il racconto che un lettore sceglie è molto datato, le probabilità che egli conosca il finale sono altissime.

Questo vuol dire che il lettore non si divertirà?

Può la conoscenza del finale impedire l'intrattenimento?

E che dire della letteratura di genere?

Se scegli un giallo di Conan Doyle o della Christie, in fondo non sai già che il detective scoprirà l'assassino?

Sono motivi sufficienti per pensare che il potere drammatico di quel racconto sia ormai annullato?

In nessun modo: anche se chi legge sa che gli amanti si uniranno, che l'investigatore scoverà il colpevole, che i buoni batteranno i cattivi, grazie agli ostacoli sulla strada del successo, la lettura resterà godibile ed entusiasmante.

Come imparare
Non devi far altro che leggere il tuo racconto preferito o guardare un film che ti avvince.

Poi, analizzalo e chiediti:

  • qual è la domanda fondamentale, il dubbio che emerge?
  • con quali ostacoli l'autore sta minando il mio desiderio che il personaggio ce la faccia?
Scrivi nei commenti il risultato di questo piccolo esercizio e aiuterai tutti gli appassionati di scrittura come te!

Buon divertimento!

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