venerdì 4 maggio 2012

Riscrivere una storia già scritta: lo fa anche Woody

Chi ha visto To Rome with Love di Woody Allen e ama il cinema italiano si sarà accorto del tripudio di citazioni con cui il cineasta americano ha infarcito il film, per trasmettere il suo amore per l'Italia e per epoche ormai archiviate.

Dal vigile narratore - il cinema dei cinquanta e sessanta in Italia spesso si apriva con questa soluzione - all'incontro fatale sulla scalinata di Trinità dei Monti in stile Vacanze romane, dal look di Alec Baldwin con capigliatura da divo dei fifties al clone della Loren nel corpo di Penelope Cruz, trapianto che era già riuscito ad Almodóvar in Volver, fino all'Italia paese del bel canto - solo all'estero ormai ci pensano così - e delle agenzie funebri dietro le quali negli Stati Uniti si celano i clan mafiosi, è veramente un carrozzone di messaggi.

Se però tutte queste citazioni sono come flash sparsi, ce n'è una su cui s'impernia un terzo del film: la riscrittura del plot de Lo sceicco bianco di Fellini, al quale Allen aveva già reso omaggio con Sturdust Memories.


La storia dei due sposini, con lei che vaga per la città e incontra il divo dei suoi sogni, per poi scoprirne la meschinità, è pressoché identica a quella del film con Alberto Sordi (a proposito, qualcuno ha detto ad Allen quanto fa ridere noi italiani la mimica di Antonio Albanese - quando aspetta lei davanti al bagno e muove il bacino in perfetto stile Alex Drastico - o è stata una sua idea?).

Chiuso il sipario, anzi, il coming soon improvvisato, veniamo alla "ciccia" di questo post: la riscrittura.

Si sa, tutti i corsi di scrittura creativa quasi si fondano su questo meccanismo creativo-inventivo-produttivo.

E se per alcuni scrivere vuol dire sempre riscrivere, e per altri invece la riscrittura non è altro che plagio, ci rendiamo conto di quanto vasto sia l'orizzonte di opinioni sul tema.

Nella cultura occidentale, i primi grandi riscrittori di sé stessi furono i greci, con la grande stagione del teatro del V secolo avanti Cristo, tutto imperniato sui miti già cantati da aedi e rapsodi, e dei quali ci restano solo Iliade e Odissea.

Da allora, illustri riscrittori si sono avvicendati nella storia letteraria, ora riscrivendo storie singole, come fa Shakespeare attingendo alle novelle italiane, ora riutilizzando un intero immaginario culturale, come fece Dante riversando la cultura classica nel suo Medioevo cristiano.

E se i nostri anni si vantano di ospitare il romanzo moderno e contemporaneo, non mancano autori pesanti alle prese con riscritture impegnative, come Saramago con Il Vangelo secondo Gesù Cristo o Malerba con Itaca per sempre.

Per chi ama la scrittura, il riscrivere può essere un passaggio fondamentale allo scopo di far emergere la propria natura d'autore consapevole.

Puoi agire in tre modi:

  • Riscrivere come esercizio: puoi provare a riscrivere un racconto sostituendo un personaggio con un altro inventato da te (una emo al posto di Cappuccetto Rosso), oppure cambiarne le coordinate spazio-temporali (Facebook al posto del bosco da attraversare), modificare il sentimento di fondo (al lupo la scorpacciata di nonna e bambina porta dissentieria...) e alterare qualsiasi variabile per stare a vedere che cosa succede alla tua inventiva, grazie a questo stimolo spiazzante; è un esercizio molto produttivo che aiuta a prendere dimestichezza con la scrittura
  • Riscrivere come citazione: gli esempi di Allen, Saramago e Malerba di cui ti ho parlato rendono l'idea; riscrivere una storia facendone in pratica un remake però se lo può permettere forse chi non deve dimostrare più nulla
  • Riscrivere come ispirazione:da Milton con i suoi paradisi mutuati da Dante alle riscritture della storia di Faust, fino a Twilight che fa l'occhiolino a Bram Stoker, tanto per dirne alcuni; l'ispirazione è volontaria se non dichiarata, ma può anche trattarsi di uno stimolo tutto emotivo che spinge un autore a rifare l'atmosfera respirata in un romanzo già letto, più che a mimarne le dinamiche narrative

Ora a te la parola: quale sistema senti più nelle tue corde?


In che modo i libri che leggi ispirano le storie che scrivi?


Rielaborare una storia già scritta, secondo te, è solo una scorciatoia o è un'impresa ancora più ardua dell'originalità?


Facci sapere come la pensi, nei commenti.

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