domenica 8 luglio 2012

Come si scrive una grande storia

Poiché parlerò di tre film e non mi piace svelarne trame e finali perché qualcuno potrebbe non averli visti, chiedo scusa se l'esposizione potrà risultare più criptica di quanto io voglia.

Spero comunque che il senso del post, cioè l'importanza di scrivere ciò che non sappiamo, riesca a emergere in modo chiaro.

Poche sere fa ho visto in TV Passengers - Mistero ad alta quota e quando ho visto la scena in cui il protagonista maschile Eric è ancora in piedi dopo il passaggio del treno la prima cosa che ho pensato è stata diamine, un altro film in cui ricorrono alla soluzione esoterica, però il film non si trasforma in un fantasy sfrenato ma continua la sua linea di sottile thriller psicologico.

Come spettatore interessato alle trame, a quel punto la sfida era capire perché stava accadendo tutto questo, perché quell'uomo non muore, pur non essendo un alieno o un demone o altre trovate balzane come queste.

La risposta mi è balenata all'improvviso sotto forma di titolo: The Others, un altro film nel quale i confini tra i vivi e i morti diventano labili, un'altra storia nella quale accade l'inverosimile e tuttavia, per qualche strano motivo che adesso sviscereremo, non puoi tacciarla di assurdità.

Pochi secondi di pensiero, mentre Passengers si avviava al finale confermando la mia ipotesi, e mi ricordo ovviamente de Il sesto senso e di quanto anche lì per il protagonista sia difficile fare i conti con il trapasso definitivo, nonché di come tutto ciò che accade nel finale - razionalmente assurdissimo - lo spettatore lo vive come un sollievo della mente, ah, meno male, ecco tutto spiegato!

Tutto spiegato cosa?


In realtà le spiegazioni che arrivano alla fine di queste tre pellicole sono inaccettabili dal punto di vista del raziocinio.

Certo, anche King Kong e l'Uomo Ragno lo sono, però ci divertiamo lo stesso.

Per non parlare di tutte quelle storie nelle quali una creatura di un altro mondo, sia esso un pianeta o un mondo parallelo, interferisce con il nostro.

Qual è allora la differenza tra le storie di Passengers, The Others e Il sesto senso e tutte le altre trame fantastiche?

Semplice: King Kong s'innamora di una donna che è reale, pur nei confini del mondo possibile della storia narrata; l'Uomo Ragno combatte criminali che danneggiano la società reale del suo mondo.

E tutti gli alieni e i diavoli di grandi o pessime storie, in genere interferiscono con i soggetti reali del mondo immaginario che il lettore o lo spettatore accettano come vero.

Invece, la giovane Claire, o la Kidman nei panni di Grace o ancora Willis che interpreta Malcom vivono in un mondo a parte, contenuto nel mondo immaginario della storia.

A gradi diversi, da questo mondo nel mondo essi hanno un certo tipo di contatto: Claire in realtà dal suo limbo non interagisce mai con il mondo reale della storia, Grace e i figli provocano solo qualche disagio fantasmatico alla famiglia che vive nella loro casa, e Malcom ha la fortuna di imbattersi in un bambino che però lo percepisce in un modo altro dalla percezione normale, ossia attraverso delle allucinazioni, dalle quali poi guarisce.

Il contatto con il mondo reale però non è mai a favore di quest'ultimo: nel caso specifico, i morti di queste storie non servono ai vivi, e se non servono ai vivi, il loro intervento non risolve i problemi dei vivi (soluzione che potremmo giudicare troppo inverosimile), bensì essi cercano una soluzione ai loro problemi in un modo peculiare, che noi spettatori accettiamo perché in realtà non sappiamo com'è il loro mondo, non abbiamo elementi di paragone.

Per questo, i finali di questi tre film ci tranquillizzano, dandoci la tipica sensazione che sia tutto a posto, finalmente.

Mentre è facile trovare una soluzione a una trama ingarbugliata, ricorrendo a una creatura dell'altro mondo per risolvere i problemi di questo mondo, in queste tre storie gli autori hanno provato a scrivere di ciò che non sanno, il limbo immediato dopo la morte, e di come forse esso viene vissuto dalle persone - sarà meglio dire anime - che lo popolano, senza che essi debbano diventare gli eroi che vengono a sbrogliare le matasse dei vivi.

Per scrivere di ciò che non sappiamo ci vuole un grande coraggio, quasi quanto quello necessario ad affrontare il trapasso.

Forse per questo, a partire da tale tema, ne vengono sempre fuori storie toccanti e memorabili.

Ecco come si scrive una grande storia: provando a raccontare il mistero più fitto che gli uomini tutti prima o poi dovranno affrontare.

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