sabato 4 giugno 2011
La scrittura invisibile
Se hai visto il video avrai riconosciuto senz'altro alcune delle più famose illusioni ottiche e immagini ambigue che gli studi della psicologia della Gestalt hanno usato come prova per dimostrare che noi contribuiamo direttamente a costruire la realtà percepita dai nostri sensi, una realtà che effettivamente non esiste in sé.
Lasciamo stare i motivi per cui alcuni vedono il coniglio e altri il papero, perché i due cerchi contornati da altri cerchi più grandi o più piccoli appaiano di dimensioni differenti, o perché vediamo figure geometriche laddove non sono state tracciate.
Non è l'aspetto mentale che m'interessa - di solito questi argomenti li tratto in www.studialamente.com - bensì il fatto che esista un oggetto comunicativo, l'immagine appunto, e un risultato comunicativo, ossia come l'immagine viene percepita, e che sono tremendamente diversi.
Trovo questa situazione molto simile alla scrittura di storie: è facile scorgere gli aspetti più reconditi di una trama se sai cosa stai cercando, ma è impossibile trovarli se non ne sei neanche a conoscenza.
Spesso, nel sentire le persone esprimere giudizi su storie - tratte da romanzi, spettacoli teatrali o film - sento in realtà parlare di dialogo.
Dicono che è bellissimo quello che il personaggio dice all'altro personaggio, che quella battuta è stata folgorante, che quella frase è rimasta loro impressa.
Se chiedi a chicchessia di dirti qualcosa su Shakespeare, nove volte su dieci sentirai risponderti essere o non essere.
Nessuno mai fa caso al fatto che nell'Amleto ci sono tre finzioni contemporaneamente, che Amleto viene biasimato perché non rispetta il "copione" imposto dalla corte, che la storia in realtà non si risolve perché tutti muoiono.
Quando la gente si riferisce a Shakespeare sta in realtà dicendo che il suo linguaggio è sublime.
Quello che la gente vede è questo.
Ma non sa che se vede questo, probabilmente, è grazie a ciò che non si vede.
La struttura sottostante, l'orchestrazione degli elementi, l'equilibrio delle forze in gioco.
Sono questi i fattori che permettono alla storia di prendere vita e a quelle parole di arrivare ai lettori e agli spettatori.
Chi pensa che la scrittura siano le parole si sbaglia, e di grosso.
L'ordine degli eventi in una storia è scrittura.
L'alternarsi delle voci narranti e di quelle dei personaggi è scrittura.
Il cambiamento di un personaggio nel corso della storia è scrittura.
È una scrittura che non si vede a prima vista, ma c'è.
Sotto la superficie delle parole, la scrittura invisibile permette alla storia di esistere.
La maggior parte delle persone non la vedrà mai, eppure la sentirà senza saperne spiegare perché.
Impara a scrivere ciò che non si vede.
È la sola cosa che conta, in una storia.
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