Quando sono al lavoro, questa dichiarazione, non mi piace leggere, la sento sempre più spesso.
In maniera crescente, genitori, insegnanti, librai ed editori sono alla ricerca di libri che possano attrarre anche i lettori più riluttanti.
Mi piacciono molto i libri per ragazzi, soprattutto quando si rivelano perfetti anche per gli adulti.
Da Verne a Molnar, dalla Pitzorno alla Rowling, ho scoperto che ci sono almeno sette qualità nei libri capaci di convincere i lettori ostici, e con mia grande sorpresa scopro che alcuni libri famosi non le hanno.
Se riesci ad assicurarti almeno tre degli elementi elencati sotto, avrai buone chance di trascinare tutti ragazzi, anche quelli per i quali leggere è una pena.
Humor
Far ridere i ragazzi è essenziale per costruire una piacevole associazione con la lettura.
Ma è essenziale comprendere cosa fa scattare la risata per le diverse fasce d'età.
Molti libri per ragazzi sono dotati di illustrazioni già cariche di humor.
Se poi il libro fa uso di vignette, sarà più facile iniziare ad introdurre giochi di parole e doppi sensi.
Per ragazzi in grado di cimentarsi nella lettura di libri divisi in capitoli il racconto di scherzi o burle il cui finale arriva dopo qualche capitolo può essere una strategia vincente.
I dialoghi, il modo in cui personaggi reagiscono gli uni agli altri, o le situazioni nelle quali un personaggio riesce a scoprire sé stesso possono essere profondamente umoristiche.
Personaggi ben definiti
I ragazzi hanno bisogno di identificarsi in maniera decisa con i personaggi nei loro libri; figuriamoci i lettori che fanno più fatica, per essi diventa fondamentale.
L'apparenza del personaggio non ha alcuna importanza (può essere un alieno, un clown o un animale parlante), è il suo lato interiore, il suo carattere che deve dare corpo alla prospettiva del lettore.
Questo vuol dire che il personaggio deve essere coinvolto in questioni che il lettore può affrontare, che può ritrovare nel suo mondo a misura di ragazzi.
I personaggi devono avere ben definiti punti di forza e debolezza per innescare nel lettore la sensazione di conoscerli al punto da prevederne le mosse, per favorire l'identificazione.
Trame avvincenti
I ragazzi che amano leggere non stanno a preoccuparsi di quanti capitoli si componga un libro, ma i lettori riluttanti non hanno molta pazienza.
L'azione deve iniziare dal primo paragrafo, ed entro la fine del primo capitolo il lettore dovrebbe conoscere già un po' dei personaggi e avere un'idea del conflitto e del problema che essi affrontano.
Attenzione alle trame secondarie, la capacità di aspettare di un lettore giovane non è la stessa di un adulto, e lasciare una storia metà per incominciarne un'altra potrebbe generare delle difficoltà.
Capitoli concisi
Se ogni capitolo contenesse un solo preciso evento sarebbe l'ideale, magari con un suo proprio sviluppo chiuso (inizio, svolgimento e fine).
Così per il lettore la lettura di ogni capitolo sarebbe un'esperienza completa e soddisfacente.
Se poi alcuni capitoli terminano in crescendo, questo accrescerà la voglia del giovane lettore di scoprire come va a finire la storia.
È possibile anche sviluppare un racconto indipendente per ogni capitolo, per il lettore riluttante sapere di non essere obbligato ad andare avanti può essere un incentivo.
A misura di ragazzo
L'idea alla base della trama deve essere valutata con attenzione.
Deve essere rilevante, significativa, e in sintonia con la vita del lettore.
Chi scrive storie per ragazzi non deve usare una prospettiva adulta, ma provare a usare la cornice di riferimento di lettori più giovani.
Noi adulti riusciamo a dare alla lettura moltissimi significati, ma per la maggior parte dei ragazzi leggere significa soltanto divertirsi: dunque, diamogli divertimento.
Un testo leggibile
L'abilità di un lettore dipende dall'età e dall'esperienza, ma un testo non dovrebbe essere una sfida alla capacità di comprensione, soprattutto se destinato a giovani lettori.
Perciò scrivi la tua storia nel modo più chiaro che ti riesce, usa la forma attiva e non perderti nelle astrazioni.
È anche una questione di lessico: prova a riflettere sul vocabolario mentale di lettori dagli otto ai dodici anni.
Non provare ad affascinarli con le parole, ma con l'azione e la particolarità dei personaggi.
A me gli occhi, please
Nei libri dotati di illustrazioni il testo ha un ruolo supplementare, il peso della comunicazione è sulle spalle del disegnatore.
Ciò non vuol dire che non vada curato, anche da un punto di vista formale.
Un font più grande, un uso più generoso degli spazi, una stretta interazione con le figure aiuterà i giovani lettori a prendere dimestichezza con le parole.
Anche se scrivi per lettori un po' più grandi, tieni presente la lezione che si può trarre dai libri con figure: osserva come quell'illustrazione sia in grado di trasferire a chi guarda tutte le informazioni necessarie.
Perciò, rivede il tuo testo assicurandoti di adottare una scrittura visiva, un linguaggio che mostri le cose che accadono, e non si limiti a riferirle.
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