giovedì 21 ottobre 2010

Esercizi di scrittura: quello che ho perduto e quello che ho trovato

Pubblico con molto piacere questo piccolo racconto di Valeria Pistolato, ispirato da uno degli esercizi del minicorso Storie brevi, intitolato Quello che ho perduto e quello che ho trovato.


Valeria Pistolato è autrice del blog http://yaila.wordpress.com/ .


Puoi ricevere il corso anche tu, iscrivendoti con il form qui a lato.


Grazie a Valeria e grazie comunque a tutti gli altri iscritti, dai quali spero di ricevere altri testi da pubblicare.


Buona lettura.


Chissà perché ogni anno mi avvicino alla data del mio compleanno con l'animo di chi deve, volente o nolente, fare un bilancio della propria vita...
Ancora intorpidita dal sonno resto lì, fra le lenzuola, abbracciata al mio cuscino, avvolta dal silenzio del primo mattino quando tutto il mondo ancor riposa, e penso. Penso a quanto la vita sia beffarda. A volte ti toglie, altre volte di dà, ma sempre secondo la sua volubilità e mai secondo i tuoi desideri.
Nella vita, a causa della mia disabilità, ho perduto la possibilità di vivere la mia infanzia serenamente come qualsiasi altra bambina, ma ho trovato la capacità di sorprendermi e di emozionarmi per le piccole cose: l'alba, il tramonto, un campo pieno di papaveri in fiore, l'abbraccio ad una persona cara.
Ho perduto la possibilità di giocare con le bambole perché ho dovuto badare ben presto ai miei fratelli mentre i miei genitori erano al lavoro, ma ho trovato, oggi, un legame molto forte, oserei dire indissolubile, coi miei fratelli, anche se i piccoli diverbi quotidiani condiscono spesso il rapporto che c'è fra di noi.
Nella vita ho perduto, o per meglio dire non ho mai avuto, la possibilità di usare le mie gambe come tutti gli altri, in modo scaltro, veloce, attivo, ma ho trovato la possibilità di usare il mio cervello e la mia anima per creare ogni giorno qualcosa di nuovo per me, qualcosa che arricchisca, sorprenda e faccia gioire me stessa prima che le persone a me care.
Nella vita ho perduto il rispetto degli altri per me. Il rispetto di persone che erano convinte che non fossi in grado di capire, di ragionare, di soffrire per i loro insulti. Poi però, con un po' di freddezza, di egoismo e di autostima, ho trovato me stessa e la capacità di rispettarmi, amarmi e apprezzarmi per quella che sono: una
persona non più disposta ad accettare le angherie, le offese gratuite, i voltagabbana.
Nella vita ho trovato un tumore che ha messo a dura prova la mia persona, la mia anima, la mia femminilità, e per questo ho solo perso. Ho combattuto... L'ho combattuto strenuamente e ho vinto la battaglia, ma ho come l'impressione di aver perso un sogno, il mio sogno più grande, e non ho ancora capito se l'ho perso per sempre.
Forse è solo questione di tempo.

Nessun commento:

Posta un commento