Il punto di svolta di ogni storia coincide con un forte cambiamento nella condizione presentata nel primo atto o nella prima parte.
In una storia sull'amore di due persone, il punto in questione può consistere nel loro incontro, oppure nel loro rendersi conto del reciproco interesse.
Così, in Romeo e Giulietta di Shakespeare, l'incontro dei due durante il ballo in maschera è il nostro Finché un giorno...
Nei miei corsi insisto sempre molto sul conflitto, ed è chiaro che il punto di svolta di cui stiamo parlando è anche quello che stabilisce il conflitto della storia.
Chiariamo però di che cosa si tratta.
Conflitto è una parola dall'innegabile accezione negativa, per cui molti aspiranti scrittori sono portati a pensare che il conflitto debba per forza consistere in qualche disgrazia, incidente o problema che capita al protagonista.
In realtà, per conflitto si intende un complesso interattivo interno alla storia e non il semplice incidente di percorso.
Per avere conflitto ci vuole un personaggio che vuole qualcosa, qualcuno o qualcosa che glielo impedisce, e le conseguenze che ne derivano.
Questa spiegazione può essere equivocata, quindi ora cercherò di smantellarla per svelarne i risvolti.
Innanzitutto, il personaggio può anche volere nulla, cioè desiderare di rimanere così com'è.
Il tuo personaggio non deve per forza avere un obiettivo esterno a sé: la sua meta può anche essere il mantenimento dello status quo.
Questa considerazione ci porta a esaminare il secondo elemento del conflitto, quel qualcuno o qualcosa che impedisce al personaggio di raggiungere il suo obiettivo.
È evidente che se un personaggio ha uno scopo concreto da raggiungere, chiunque si frapponga tra lui e quello scopo produrrà conflitto.
Se però l'obiettivo del personaggio è rimanere così com'è, allora anche un incidente positivo - per esempio una vincita in denaro, un'eredità, il ricevere in generale un apparente miglioramento delle proprie condizioni - potrà produrre conflitto.
Ereditare un ruolo di responsabilità, per esempio, pur comportando un notevole scatto sociale, potrebbe essere anche una sciagura per un personaggio votato alla pigrizia.
Una grossa somma, ricevuta all'improvviso, potrebbe sconvolgere la vita di chi la riceve, sia perché può generare la paura di perderla, sia perché può cambiare il carattere del personaggio stesso che il denaro magari farà insuperbire o diventare arrogante.
Concluso il chiarimento, il punto di svolta avviene esattamente tra la precedente condizione e la nuova condizione causata dall'incidente, positivo o problematico che sia.
Dopo la svolta, la storia deve raccontare le nuove conseguenze del cambiamento avvenuto.
È l'inizio della parte più corposa del racconto,il nostro E per questo, nella quale si esplorano tutte le implicazioni determinate dal punto di svolta.
Restando a Shakespeare, possiamo prendere a esempio l'Amleto: una volta che il giovane incontra lo spirito di suo padre, la storia ci mostra come il suo comportamento e il suo equilibrio cambiano, in rapporto agli altri personaggi e alle relazioni con essi.
Per rappresentare tutti questi cambiamenti, Shakespeare ha bisogno in pratica di tutti e tre gli atti centrali del dramma.
Quando stabilisci un punto di svolta, metti il lettore nella condizione di domandarsi e adesso che cosa succederà?
Se un personaggio presentato all'inizio vede la sua vita tranquilla sconvolgersi per una diagnosi medica infausta, sorgeranno mille domande: negherà la gravità del fatto? Si deprimerà? Si lascerà morire? O proverà a combattere? Si darà alla pazza gioia finché ha tempo o proverà a compiere un'impresa edificante prima di morire?
Qualsiasi cosa faccia, sarà sempre stata causata dal punto di svolta.
Può essere difficile gestire questa seconda parte della storia, così ricca di risvolti.
Per questo, molti racconti presentano una forte cesura all'interno di questa seconda parte.
Come se essa fosse a sua volta divisa in due metà.
Ancora in Shakespeare, un corposo esempio nel King Lear.
La storia del re che perde il senno dopo la scoperta del disamore delle figlie è riecheggiata da quella del conte di Gloucester, ingannato dal figlio illegittimo e accecato dal duca di Cornovaglia prima di essere abbandonato anch'egli nella tempesta.
Proprio la catastrofe atmosferica segna la divisione interna di cui parliamo: i personaggi vittime di ingiurie - il re con la figlia Cordelia e il conte con l'altro figlio Edgar - si ritrovano tutti insieme, mentre la natura imperversa, e possono avviarsi verso la conclusione che ristabilirà la giustizia.
Così l'uomo malato, dell'esempio precedente, potrebbe inizialmente abbattersi per la disgrazia capitatagli, finché non accade qualcosa che gli fa tornare l'entusiasmo per la vita.
È ciò che succede a Ron Kovic, il protagonista di Nato il 4 luglio di Oliver Stone: dopo essere rimasto paralizzato a seguito della ferita di guerra (che è il nostro Finché un giorno), prima si abbandona alla tossicodipendenza, poi - constatando la misera condizione dei reduci, suoi simili - decide di farsi promotore del riscatto sociale di tutti coloro che hanno dato la vita per una patria non troppo grata ai suoi figli, e questo è il punto di cesura di quella parte della storia che abbiamo chiamato E per questo.
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