sabato 10 marzo 2012

Barzellette e storie: meccanismi perfetti

Usare le barzellette come strumento per apprendere che cos'è una storia "stringente" e come funziona può essere incredibilmente utile.

La loro brevità, unita alla ferrea struttura, rappresentano in formato micro ciò che ogni buona storia da raccontare deve possedere.

Nella barzelletta tutto si estende sul sistema di attese preparato dal narratore affinché l'ascoltatore reagisca con la mente e con le emozioni.

Inoltre, proprio come ogni elemento di una barzelletta fa da sostegno alla battuta risolutiva, ogni elemento di un racconto o di un romanzo deve contribuire ad affermare l'idea di fondo, il tema della storia.

Un buon racconto è dotato di un'ottima struttura quando nessuno dei suoi costituenti è superfluo: ogni elemento deve condurre all'inevitabile conclusione.


Ti sarà capitato di indovinare il finale di una barzelletta prima che il narratore la completasse o, comunque, avrai provato almeno una volta a capire prima della fine come si sarebbe conclusa la storiella.

Fa parte del complesso gioco comunicativo della narrazione, e accade nelle barzellette come nei romanzi: pagina dopo pagina, mentre leggiamo costruiamo ipotesi sul prosieguo.

Se non lo facessimo, quel libro, quella storia, giacerebbero su chissà quale mensola, in attesa di una lettura che non arriverà mai.

La cosa curiosa è che noi sappiamo che accadrà qualcosa di sorprendente, che sovverte la logica, che genera stupore, quindi ci aspettiamo un certo tipo di finale e non altri.

Fai questo gioco.

Leggi la barzelletta e prova a indovinare il finale.

Un marinaio incontra un pirata in una taverna e i due iniziano a raccontarsi le proprie avventure.


Il marinaio è colpito dall'aspetto del pirata: egli ha una gamba di legno, un uncino alla mano e una benda sull'occhio.


Per questo, gli chiede: "Raccontami come mai hai questa gamba di legno!".


Il pirata risponde: "Ero nel mezzo di una tempesta nell'oceano, quando uno scossone mi fece precipitare in mare e subito fui circondato dagli squali. Il mio mozzo fu lesto a lanciarmi una corda e a tirarmi su, ma prima che io appoggiassi tutt'e due le gambe alla parete della nave, un maledetto squalo riuscì a tranciarmi lo stinco!".


"Incredibile" rispose il marinaio. "E l'uncino? Quando l'hai messo?" continuò.


"Ero in Oriente, stavamo riparando la nave ed eravamo senza provviste. Così ci decidemmo a derubare un mercante, ma le guardie del sultano ci arrestarono e poiché io ero il capo mi tagliarono la mano!".


"Che storia!" disse esterrefatto il marinaio. "Ora dimmi, da quando porti la benda sull'occhio?".


"Una goccia d'acqua salata mi ci era finita dentro, impedendomi di vedere" ribatté il pirata.


"Vuoi dire che una goccia d'acqua di mare ti ha fatto perdere l'occhio?" chiese il marinaio.


"Be'", rispose il pirata.

Questo è il momento chiave: qualcosa d'inaspettato deve seguire.

Una barzelletta deve concludersi con una battuta spiazzante.

Ma tu sai anche una cosa: in questa battuta non è valido inserire elementi estranei a quanto narrato finora.

Se il pirata dicesse che l'acqua era molto acida, o che nella goccia c'era un pezzo di guscio di mollusco, o che egli si era bagnato l'occhio pochi minuti prima e la benda serviva solo ad asciugarlo tu ti sentiresti vittima di un raggiro e la barzelletta non farebbe ridere per niente.

Nel finale dev'esserci il riutilizzo di elementi già citati ma ripresentati in una luce diversa, da un punto di vista che non avevamo considerato prima.

Quali sono gli elementi illustrati?

La gamba di legno, l'uncino e la goccia d'acqua.

Sappiamo quali disavventure hanno portato il marinaio ad avere la gamba di legno e l'uncino.

Sappiamo che egli ha ricevuto una goccia d'acqua nell'occhio.

Sappiamo che egli non ha più l'occhio.

Quale elemento ti sembra più adatto per l'eliminazione dell'occhio?

È vero, sia la gamba di legno che l'uncino fanno parte dell'immagine stereotipata del pirata, come del resto la benda.

Che relazione può esistere tra la gamba di legno e la goccia d'acqua nell'occhio?

Non so che cosa tu possa rispondere, ma facciamoci la stessa domanda a proposito dell'uncino: che relazione può esistere tra l'uncino e un occhio cavato?

Ecco la battuta finale.

"Era il primo giorno che mi avevano messo l'uncino, sai...".

Nulla è lasciato al caso, nessun elemento è superfluo.

Vale per le barzellette, così come per qualsiasi altra storia.

La precisione del meccanismo è la garanzia per la riuscita della narrazione.

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