giovedì 1 marzo 2012
Lucio Dalla, il letterato nascosto
Senza alcuna retorica, penso che il miglior modo che ho per ringraziare Lucio Dalla è provare a riconoscergli ciò che solo in parte finora è stato sottolineato.
Quando ero un bambino, sentivo i "grandi" parlarmi di Fabrizio De Andrè come il cantastorie o il menestrello, o di Francesco Guccini come lo scrittore prestato alla musica o il filosofo.
Ricordo la passione di mio fratello, più giovane dei cosiddetti "grandi", per Dalla, ho stampata nella mente l'immagine dell'album Lucio Dalla del 1981, con il suo primo piano in copertina, ma soprattutto l'immagine interna, circondata dai testi delle canzoni, con lui al piano svestito da quasi marinaio.
E con quella copertina in mano, mio fratello e il suo amico vicino di casa si azzardavano in premature esegesi di quelle parole, troppo complesse per essere giudicate riduttivamente "canzonette".
Perché il punto è proprio questo: mentre non si esita a definire poeti e letterati gente come De Andrè, Guccini, Vecchioni o lo stesso pard di tante avventure di Dalla, cioè Francesco De Gregori, molto meno si fa notare la complessità letteraria e lo spessore culturale vero e proprio del cantautore bolognese.
Credo dipenda proprio da ciò che lo distaccava da tutti gli altri colleghi: la qualità musicale.
Dalla è un musicista, nel senso che suona strumenti, ma li suona veramente, e la musica non è solo il veicolo di trasporto delle parole, come accade per gli altri citati, tranne ovviamente rari casi in cui hanno azzeccato anche la linea melodica.
Questa sua profondissima competenza musicale lo ha reso capace di arrivare più facilmente alla gente: così, mentre gli altri di cui sopra hanno rappresentato la dimensione colta della canzone italiana - pur essendo musicalmente elementari - Dalla è stato il pop per eccellenza.
Invece io penso che nessuno dei suoi colleghi abbia usato in modo così corposo e significativo i grandi modelli letterari per i propri testi.
Il mio ricordo per Dalla è questo.
Se l'esordio di Gesù Bambino - ribattezzata 4/3/1943 per non incappare nella censura - è ancora nella scia del cantastorie - perché si portava - Dalla non ci mette molto a farci capire quanta letteratura e storia della comunicazione alberghino in lui.
Pensa all'assurda Paff bum, una canzone di per sé molto in linea con le melodie e i testi dell'epoca ma eseguita con spirito dadaista purissimo, distorcendo le note e le intonazioni, al limite della sporcatura.
Prove di letteratura vera e propria le trovi in L'ultima luna, un testo che ricalca a pieno il modello degli scritti profetici e messianici, parole di un quasi santone che racconta - bada bene, non profetizza, ma ricorda, usando l'imperfetto - un'evoluzione improbabile ma possibile di un mondo tanto somigliante al nostro, anche se allegorico.
E che cos'è il testo di Com'è profondo il mare se non un purissimo stream of consciousness?
È chiaro che il pensiero dà fastidio
anche se chi pensa è muto come un pesce
anzi, invece è un pesce
e come i pesci è difficile da bloccare
com'è profondo il mare...
Dalla era un profondo conoscitore di letteratura, soprattutto italiana e classica, che emerge evidente se solo si ha l'accortezza di andare al di là delle superbe melodie che rivestono i suoi testi.
Senti questo incipit di Henna, degno di un poema omerico in piena regola, sembra di sentire Ettore e Achille:
Adesso basta sangue
ma non vedi
non stiamo nemmeno più in piedi
un po' di pietà...
E da italiano e compositore di canzoni, non poteva non omaggiare la tradizione poetica della canzone.
Che cosa dicevano infatti i poeti del duecento nei propri testi?
Guido Cavalcanti raccomanda alla sua ballatetta, in Perch'i' no' spero di tornar giammai:
Deh, ballatetta, dille sospirando
quando le se' presente:
"Questa vostra servente
vien per istar con voi,
partita da colui
che fu servo d'Amore"
Sette secoli dopo, Lucio Dalla manda la sua Canzone in una missione analoga:
Canzone
trovala se puoi
dille che l'amo e se lo vuoi
va' per le strade tra la gente
diglielo veramente
non può restare indifferente
e se rimane indifferente non è lei
Non ho altre parole...
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