domenica 10 aprile 2011

Costruire la trama: due domande fondamentali

Ti viene un'idea fantastica per un racconto o un romanzo, una di quelle illuminazioni che non ti fanno stare più nella pelle, e il pensiero di tornare a casa e metterti a sviluppare quell'idea per trasformarla nella tua nuova storia schizza al primo posto, conti i minuti che ti separano dal momento in cui siederai a scrivere per darle forma di narrazione ed estrarne una trama efficace.

Come continua, questa situazione?

Man mano che sviluppi l'idea di partenza però alcune nuvole si affacciano nel cielo del tuo entusiasmo: quella situazione è inverosimile, quel personaggio fa quella cosa ma non se ne capisce il motivo, la tua storia comincia a rivelare dei "buchi" e tu non riesci in nessun modo a colmarli, perché quando ci provi ti trovi a cambiare tutto ciò che avevi pensato, così ti stanchi e quella meravigliosa idea di partenza se ne torna nell'Olimpo dei romanzi mai nati.

Se a questo punto tu pensassi di non essere capace di strutturare una trama non mi stupirei.

Ma sarebbe un pensiero scorretto.

Se non ti è riuscito di costruire in modo preciso il tuo racconto e di colmare le "voragini" determinate dalle contraddizioni,dalle oscurità, dai punti interrogativi che una nuova idea di storia sempre presenta, è perché non conosci o non hai usato le due domande fondamentali per strutturare la trama.


Innanzitutto chiariamo la differenza tra idea iniziale e trama.

L'idea iniziale è quella che gli scrittori di cinema chiamano soggetto e che in narratologia si definisce situazione: l'eroe che ritorna a casa, l'amore contrastato, l'uomo che salva il mondo da una minaccia, l'investigatore che scopre l'assassino.

Basta aggiungere a ognuno di questi schemi base alcune caratteristiche peculiari o del personaggio, o dell'ambiente, o del tempo storico, decidere se si tratti di una situazione realistica o fantastica, ed ecco che la nostra situazione di partenza è pronta.

In genere è in questa forma che le idee per un racconto nascono nella nostra mente, e da lì esse ci chiedono di essere aiutate a crescere.

Quando un'idea di partenza nasce noi proviamo subito gioia, il pensiero che sorge in noi recita ah, come sarebbe bella una storia in cui accadesse questo...

Il problema è che affinché accada questo in una storia, c'è bisogno di tutta una storia intorno che ancora non c'è.

E qui inizia il passaggio tra situazione iniziale e trama.

La trama è la descrizione puntuale - senza "buchi" - delle condizioni per le quali e grazie alle quali quella situazione che vorremmo accadesse nella storia può accadere senza che appaia pretestuosa, forzata, immotivata.

L'eroe torna a casa.

Bellissimo, d'accordo, io adoro Ulisse, figuriamoci.

Ma come lettore voglio sapere tutto!

Torna a casa da dove?

E dove va?

E perché non era a casa?

E perché non ha potuto evitare di allontanarsi?

Torna? E se non tornasse?

E se tornando accadesse qualcosa?

Queste sono le domande implicite che ogni lettore fa durante il suo importantissimo lavoro di interazione con la storia che legge.

Egli partecipa, cercando di anticipare, prevedere, comprendere.

Per entrare in quel mondo ha bisogno di tutte le coordinate.

Ora, osserva le domande.

Alcune di esse sono modellate sulla forma base del perché...?

Altre hanno come matrice il modello e se...?

Quando chiedo perché non era a casa o perché non ha potuto evitare di allontanarsi sto formulando domande basate sul modello perché...?

Se invece penso e se non tornasse oppure e se tornando accadesse qualcosa, allora sto utilizzando la forma base e se...?

Queste sono le due domande fondamentali con le quali strutturare una trama senza "buchi".

Queste sono le chiavi per aprire tutti i cassetti della tua storia e scoprire cosa c'è dentro, in ogni angolo, perché il lettore ti aspetterà al varco, vorrà sapere tutto del tuo racconto, dei tuoi personaggi, e alla prima oscurità o al primo "vuoto" egli te ne renderà conto.

Nota inoltre come le due domande si inseguano a vicenda.

A un certo punto nell'esempio di prima io ho letteralmente avuto bisogno di passare dal perché...? al e se...?

E per rispondere a domande come perché non ha potuto fare a meno di allontanarsi da casa ho bisogno di chiedermi e se egli fosse un importante guerriero e dovesse partecipare a una guerra?

Ciò naturalmente mi costringerebbe a chiedermi, sì, va in guerra, ma perché c'è questa guerra? e così via.

Tutte le volte che userai queste domande, noterai come il perché...? ti porterà a chiederti e se...? e il e se...? ti spingerà a domandarti perché...?

Con queste due domande nessuna idea iniziale morirà prima del tempo.

Usando questi due potenti strumenti sarai in grado di prendere la tua situazione di partenza, quello che ti piacerebbe accadesse in una storia, e trasformarla in una trama impeccabile, che non lasci nulla di poco chiaro o irrisolto, la storia che c'è intorno a ciò che ti piacerebbe accadesse.

Perché dovresti farlo?

Perché scrivere storie è la tua passione.

E se iniziassi ora?

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