Attenzione, però: per brevissime, non intendo mezza pagina, dieci righe, cinque, tre...
Le storie di Bubien sono talmente brevi da essere catalogate, nel sito, in base al numero di parole di cui si compongono.
Tralasciando quelle che superano le cento parole - che personalmente farei rientrare nelle storie brevi, senza superlativo - puoi trovare racconti da 64 parole, 32, 16, 8, 4, 2, 1 e perfino 0 termini!
Ecco qualche esempio, tradotto da me, visto che stiamo parlando di una risorsa in inglese:
- Un breve viaggio nel bosco: "Quale orso?"
- L'uomo più infelice che abbia mai vissuto: "Perdonare? Mai!"
- La grande illusione: "È tutto sotto controllo!"
- Puro riflesso: "Anch'io, ti amo."
- Se Dio è con noi, chi è contro di noi? (Romani 8,31, da notare che la Bibbia italiana traduce la frase al plurale usando il noi, mentre la Bibbia usata da Bubien usa il singolare me): "Noi."
Naturalmente, mi sono chiesto se ci fossero alternative simili anche da noi, e ho constatato che la brevità vertiginosa è rara, si trovano tantissimi racconti brevi ma quelli brevissimi scarseggiano, perciò ecco qualche proposta nostrana, rintracciabile digitando nei motori storie brevissime o altre stringhe affini:
- Massimo Curatella, oltre a proporre e ospitare vari tentativi di storie brevissime, segnala la raccolta Fabula rasa sul blog falso idillio, con racconti a metà tra il breve e il brevissimo, come questa perla assoluta: un uomo ruba un quadro che raffigura un uomo che ruba un quadro che raffigura un uomo che ruba un quadro che raffigura un uomo che ruba un quadro... il pittore, seccato, dipinge un altro quadro in cui un pittore brucia un quadro in cui un pittore brucia un quadro in cui un pittore brucia un quadro in cui un uomo ruba un quadro, piuttosto bruciaticcio...
- Gianfranco Mammi legge le sue storie brevi e bisogna dire che la versione audio rende ancora più evidente la loro stringatezza, soprattutto in quelle shortissime come Storia del geometra Balugani: C'era un geometra a cui avevano ritirato la patente perché una sera, prima di uscire, aveva bevuto una mezza bottiglia di whisky o poco più; da allora andava in giro in motorino. Quando però doveva trasportare delle damigiane lo trovava scomodo, e anche un po' pericoloso.
- Su L'isola virtuale c'è una interessante proposta per scrivere brevi storie di fantascienza applicando gli stilemi classici del genere a uno scenario di partenza (uno sceriffo che di notte s'imbatte in creature d'altri mondi) ed eccone una particolarmente acuta: Invasione dei robot - "Alt, documenti!" "A-L-T! D-O-C-U-M-E-N-T-I!
La brevità di queste proposte non è affatto proporzionale alla facilità di composizione: gestire l'insieme delle attese del lettore, scegliere con cura cosa dirgli e cosa nascondergli prima di rivelarglielo definitivamente, in un formato così restrittivo, non è impresa da poco.
Un modo divertente di costruire questi piccoli mondi narrativi è servirsi di modi di dire, titoli di canzoni o film, e poi proporre una lettura alternativa di questi elementi.
Ecco qualche esempio personale:
Modi di dire
- Avere la lingua biforcuta: originale, 'sto peircing
- Gli ultimi saranno i primi: mai visti tanti atleti dopati, in una sola gara
- Avere gli scheletri negli armadi: spiacente, signora, nessun tumulo libero, per suo marito
Titoli di film
- La donna che visse due volte: cara, ce ne facciamo un'altra?
- La storia infinita: c'è sempre una volta
- Mezzogiorno di fuoco: la precisione è tutto, per noi piromani
Canzoni
- Se telefonando: nn pss prlr, c sntm + trd
- Questo piccolo grande amore: -caro, ti ricordi in viaggio di nozze? -certo, venticinque chili fa...
- Titanic: mi raccomando, acqua in bocca, eh?
Naturalmente, con questa procedura compositiva si entra di fatto nel terreno comico, poiché lo spiazzamento prodotto istiga al sorriso.
Cimentati anche tu: a partire da elementi come titoli e proverbi, prova a pensare a che cos'altro potrebbero riferirsi, e avrai la tua storia brevissima!
Le aspetto qui, nei commenti...
Una ragazza camminando scontro' contro un ragazzo, e disse «scusami non ti vedevo», e lui «lo so non ho la carta di credito!»
RispondiEliminaquesta è la prima storia che scrivo l'ho pensata alla fermata del bus
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