giovedì 20 giugno 2013

Qui o si fa narrativa o si muore...

Non prenderla come una minaccia, né tantomeno come un invito di stampo garibaldino.

Poiché uno degli atavici problemi dello scrittore è l'arcinoto - e trito - blocco del medesimo, mi sembra interessante e divertente presentarti una cosuccia scovata in rete, e se la conosci già magari ti piacerà rifletterci ancora.

A tutti capita di avere giornate storte o fasi di secca creativa, persino momenti di monumentale pigrizia, immotivata e sacrosanta.

Ovviamente, chi scrive sa che questi stop - inspiegabili o cercati  -si pagano con il rimando, la procrastinazione, e così il proprio diventa un romanzo senza fine, quando non è addirittura senza inizio perché non ci siamo mai presi la briga di iniziare a stenderlo, dopo averlo strutturato.

Qual è la vera soluzione?


Qualcuno ha pensato bene che è inutile allettare i lettori facendogli immaginare i vantaggi di una scrittura costante, il possibile successo da acquisire, il piacere immenso dello stendere pagine su pagine.

Certi scrittori - sempre secondo questo qualcuno - vanno presi per la collottola e portati a scrivere con modalità che partono dall'induzione, passano per la minaccia e finiscono con la costrizione.

Sto parlando di Write or die by Dr Wicked, cioè malvagio, che con la sua malignità promette di farci scrivere senza più rimandare.

Chiaro che si tratta di una furbata per creare seguito e magari intascare qualcosina, non entro nel merito e lascio a te la possibilità di scegliere se usare la versione gratuita online o quella a pagamento che promette funzioni più evolute (ma serviranno?).

Come funziona?

Semplice: c'è un form per scrivere, privo di grafica e di tasti per formattare - così non ci si distrae e non c'è la tentazione di correggere e modificare - e più sono lunghe e numerose le pause mentre scrivi più il perfido dottore ti punirà.

Il  bello è che l'utente può impostare, prima di cominciare, il livello delle punizioni e la durata massima della pausa, oltre la quale scattano le rappresaglie.

Quali sarebbero le temibilissime angherie alle quale ci sottoporrà questo crudele aguzzino?

Si parte con il fondo dello schermo che si fa sempre più rosso, si passa per un violinista innamorato di Per Elisa che però avrebbe bisogno di qualche secolo di lezione prima di suonare e romperci le orecchie, e si finisce con una vera e proprio bastardata, cioè la cancellazione sempre più rapida di quanto si è scritto fino a quel momento.

Senza dubbio, l'ultima punizione è almeno sensata, perché lavorando al computer - ma si può scaricare anche sul cellulare e su tutti gli altri supporti - il problema del colore dello schermo o del violino stridente si risolvono con facilità azzerando colori e suoni.

Io l'ho trovata una cosa molto americana, proprio nel senso di intrisa di quel comportamentismo spedito, tutto centrato sull'efficacia - presunta - di punizione o ricompensa, che è quanto di più lontano dalla nostra cultura.

Faccio anche una considerazione seria: forse è un sistema discreto per svolgere esercizi di scrittura libera ma ho molti dubbi sulla sua efficacia nella stesura di un racconto o di un romanzo, almeno secondo la mia idea di percorso narrativo che implica arrivare alla prima stesura con tutti i dettagli già stabiliti.

Magari stavolta, se ti va, puoi andare su Write or die per scrivere un commento e poi copiarlo e incollarlo qui sotto.

E se riuscirai a scrivere il racconto che da sempre non riuscivi a terminare, allora è vero quello che si dice al mio paese: mazza e panelle fanno 'e figli belli, panelle senza mazza fanno 'e figli pazzi!

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