Tutti o quasi ricorderanno, leggendo questo titolo, il mitico decalogo di Daniel Pennac in Come un romanzo, l'arguto saggio che esplorava il piacere di leggere e il modo di trasmetterlo.
Perché al terzo posto tra i dieci diritti del lettore c'è proprio il diritto di non finire il libro.
Chi può dire candidamente di non aver mai rinunciato a completare la lettura un romanzo?
O perché non scatta la scintilla, o perché - come alcune persone - la storia parte dalle migliori premesse ma poi rivela un carattere nascosto che non ci aggrada, o ancora perché qualcosa di non ben definito che chiamiamo stress, impegni, preoccupazioni, persino la stanchezza ci tengono lontani da quel libro, insomma, di motivi per non finire di leggere un romanzo se ne possono trovare parecchi.
A volte crediamo di trovare il motivo del mancato feeling nel romanzo in sé, nella trama fiacca, nel personaggio che non ci va giù, nello stile che non risuona con il nostro orecchio.
Così arriva il momento di decidere: finire o non finire il libro, questo è il problema.
E chi arriva a questo punto quasi sempre capisce che la questione non riguarda banalmente il piacere.
Non stiamo faticando a continuarne la lettura solo perché non ci piace.
Qualcosa di più profondo e importante è in gioco, ma non sempre lo capiamo subito.
Eppure, se ci pensi, è facile da cogliere: basta pensare alla situazione contraria.
Che cosa ti succede quando chiudi l'ultima pagina di un romanzo che ti ha entusiasmato?
Che linfa vitale comincia a scorrere nelle tue vene creative?
Che orizzonti sconosciuti si aprono alla tua inventiva?
Che soluzioni tecniche ardite e impensate si palesano nella tua narrativa?
Quando leggiamo un libro che ci soddisfa, ne usciamo come da una lezione: abbiamo imparato qualcosa.
Allora, quando ti chiedi se sia il caso di finire la lettura di quel libro che da tempo sta vegetando sul tuo comodino, la domanda da farti è una.
Sto imparando qualcosa o no?
Ci sono almeno due modi di imparare qualcosa di utile da un libro che non ci piace.
Il primo modo è riconoscere che almeno da un certo punto di vista chi lo ha scritto ha fatto centro in qualcosa.
Anche se i personaggi non ti sono simpatici, forse i dialoghi sono scritti molto bene.
E seppure la trama ti sembra banale, forse non l'hai capito subito perché chi ha scritto è stato bravo a gestire la tua attenzione.
È molto difficile che un romanzo sia interamente sbagliato.
Il secondo modo è far finta di essere l'editore al quale lo scrittore ha inviato il romanzo per pubblicarlo.
Se davvero ritieni ci siano degli errori tecnici prendine nota, e vai subito ad accertarti che nei tuoi testi non ci siano gli stessi sbagli.
Se però non riesci proprio a trovare nulla di utile nel libro interrotto, allora lascialo perdere.
Ci sono troppe cose che vale la pena o è quasi doveroso leggere, per sprecare tempo con simili libri.
Ma anche in quel caso, cogli l'occasione e prova a scrivere una pagina di diario nella quale spieghi perché lo trovi inutile e come lo avresti fatto tu per renderlo degno del tuo tempo e della tua attenzione.
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