venerdì 18 novembre 2011

Il ghostwriter che c'è in te

Immagino tu sappia che cos'è un ghostwriter: qualcuno che in pratica scrive al posto di qualcun altro che poi ci mette solo la firma.

Non so se tu abbia mai pensato di cercare questo qualcuno che potesse scrivere al posto tuo ma ti assicuro - a giudicare dalle mail che ricevo - che è un pensiero più diffuso di quanto si possa credere.

Perché si dovrebbe aver bisogno di un ghostwriter?

Questa figura in realtà nacque perché alcuni scrittori, per motivi politici o sociali, non potevano comparire come autori dei loro scritti né potevano utilizzare pseudonimi.

In seguito, il ghostwriter è diventato una sorta di scrittore su commissione che fa il lavoro "sporco" per chi poi suggella con il suo nome l'opera scritta dal "fantasma".

Potremmo dunque pensare che chi voglia servirsi di un ghostwriter sia quantomeno pigro, se non un imbroglione.

Io lo definirei innanzitutto una persona che non riesce a trovare idee su cui scrivere e ha bisogno della "testa" di qualcun altro.

Ma attenzione: non ci troviamo spessissimo anche noi, che ci definiamo invece scrittori, nella stessa situazione?

Non attraversiamo anche noi periodi di "secca" della nostra creatività?

Non dubitiamo mai di aver smarrito per sempre la nostra capacità di narrare storie?

Solo la nostra etica, allora, ci differenzia da quella di chi sarebbe disposto invece a farsi scrivere ciò che da solo non riesce.

E l'etica, si sa, deriva comunque anche dai condizionamenti ambientali.

Siamo dunque tutti bisognosi, in potenza, di un ghostwriter?

La mia risposta è , ma questo non vuol dire che il ghostwriter di cui abbiamo bisogno stia là fuori da qualche parte.

Il ghostwriter a cui penso io è celato dentro di te.


Un aiuto immaginario
Da bambino, quando mi infilavo nel letto, fantasticavo di una porticina nella parete che dava accesso a un paese delle meraviglie, pieno di persone che mi volevano bene e mi stimavano.

Da grande, lavorando con i piccoli, mi accorgo quasi ogni giorno di quanti amici immaginari si facciano i bambini, vuoi per sentirsi meno soli, vuoi per sentirsi dire da qualcuno - anche da un qualcuno solo fantasticato - che sono bravi, buoni e apprezzabili.

la potenza di questo gioco fantastico mi ha insomma sempre affascinato e colpito, per questo negli esercizi del minicorso gratuito legato a questo blog ce n'è uno che si basa sull'incontro con un narratore immaginario.

Oggi però voglio che tu trovi il tuo amico personale, e farti aiutare da lui (o da lei) a scrivere le tue storie.

Che cosa ti serve
Soltanto la consapevolezza di essere una persona creativa.

Una consapevolezza che scoprirai di avere seguendo queste istruzioni.

Innanzitutto, comincia dalla carta d'identità del tuo amico scrittore immaginario.

Stabilisci:

  • nome
  • cognome
  • genere
  • età
  • provenienza
  • stato civile
Naturalmente non ci sono limiti e se vorrai già adesso aggiungere dettagli più intimi puoi farlo.

L'importante è fissarli.

Fai anche una ricerca in rete, e trova la foto del tuo amico scrittore.

Cerca una faccia che ti ispiri amichevolezza, fiducia, simpatia e che ti dia l'impressione di avere qualcosa da dire.

Stampala, insieme ai suoi dati e crea il documento del tuo amico scrittore immaginario.

Conoscilo a fondo
Una volta fissati i dati basilari, scrivi uno o due paragrafi per queste due categorie.
  • Informazioni personali: descrivi questa persona come se stesse nella tua stessa stanza. Racconta i suoi obiettivi, i suoi valori, le sue preferenze e ciò che non sopporta. Quali sono i suoi problemi? Che cosa potrebbe tenerla sveglia la notte?
  • Esperienze: che cosa ha vissuto questa persona per essere così com'è? Quali sono i suoi sentimenti ricorrenti? Quali fatti della sua vita hanno segnato il suo destino?
Frequentatevi!
Rileggi quanto hai scritto e metti pure via tutto, anche per qualche giorno.

Appena hai tempo per stare in tranquillità, vai "a trovare" il tuo aiuto immaginario.

Riprendi il suo documento e le sue descrizioni, anche senza rileggerle.

A questo punto puoi immaginare almeno due cose:
  • la persona immaginaria ti racconta di sé, episodi della sua vita, e tu ascolti, prendendo nota della trama di ciò che ti racconta, dei personaggi coinvolti, dei valori in gioco, e dell'espressione con cui ti narra tutto questo; otterrai così del materiale su cui lavorare per una tua storia
  • la persona immaginaria ti racconta di una storia che ha letto o che ha scritto; presta attenzione a come la tua mente creativa farà esprimere il tuo amico immaginario, a come lui o lei gestirà le tue attese di ascoltatrice o ascoltatore, a come colorerà la narrazione; tu dovrai solo scrivere sotto dettatura
In entrambi i casi, il materiale che otterrai sarà stimolante - perché prodotto con una procedura spiazzante - e tu potrai ricorrere al tuo ghostwriter di fiducia tutte le volte che vorrai.

Mi raccomando: non metterlo in un cassetto troppo angusto, perché anche i fantasmi amano la comodità.

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