Sgorga, come guidata da una forza più grande di noi.
In altri momenti, ci accorgiamo che ogni parola ha bisogno di essere soppesata, e che comporre una frase è un processo lungo e minuzioso.
La scrittura in quel momento vuole la nostra cura, la nostra attenta dedizione.
Se scrivi ti sarà capitato di vivere questi due stati differenti.
Sono come due marce nel motore del tuo scrivere.
La prima è una marcia veloce, scattante, la scrittura è su di giri e tu la lasci andare come lasci andare in quinta la macchina su un bel rettilineo sgombro.
La seconda è una marcia lenta, potente, la scrittura si sposta piano, parola dopo parola, frase dopo frase, come si sposta l'auto in un parcheggio affollato attenti a non urtare nessuno.
Fin qui nulla di nuovo.
E forse ti sarà capitato anche di sbagliare l'innesto della marcia.
Quando per errore ti entra una marcia inadeguata senti subito il motore impazzire e l'auto arrancare.
Allo stesso modo, ti sarà successo di provare a buttar giù una pagina e perderti invece dietro ogni sillaba, o al contrario, di voler scegliere le parole giuste senza riuscire a far soffermare gli occhi, la mente e la mano.
Le marce della scrittura
La prima marcia, quella veloce, mette in collegamento la tua scrittura col tuo inconscio, quello stesso inconscio che guida molte tue azioni quotidiane senza che tu neanche te ne accorga.
Ti serve per decidere con rapidità, anche se non sempre le decisioni prese si rivelano le migliori.
La prima marcia è più adatta alla creatività, ossia al mettere insieme, in un unico pensiero, idee differenti.
La seconda marcia, quella lenta, accorda la tua scrittura alla tua mente razionale, e tutto il tuo organismo si concentra.
La tensione interna aumenta, proprio come la potenza dell'auto con la marcia bassa, anche se ti muovi pianissimo e ogni parola scelta comporta un grande sforzo.
La seconda marcia è più utile per focalizzarsi con precisione su un'idea per volta, con minuzia, e vede in ogni situazione come un problema da risolvere con metodo.
Scuola guida di scrittura
Gli scrittori spesso affrontano gli inevitabili problemi posti dal lavoro con la marcia sbagliata.
Quando leggi ciò che hai scritto e ti dici qui ci vuole un evento sconvolgente, questa scena non ha una svolta interessante, forse dovrei cambiare il punto di vista, in realtà che marcia stai usando?
La seconda, risposta giusta.
Così ti rimetti a lavorare al tuo testo, per apportare i cambiamenti e le migliorie pensate.
Con quale marcia?
Qui sta il punto.
Non è che per sbaglio ti rimetti a scrivere lasciando innestata la seconda?
Mettersi a scrivere con la testa ancora concentrata a mo' di ingegnere provocherà senz'altro un blocco.
C'è troppa tensione, troppa potenza trattenuta nella seconda marcia per poter scrivere in libertà.
Cominci a fissarti parola per parola, e questo ti sfiancherà.
Anche se hai già fatto una prima stesura, non vuol dire che hai smesso di usare la prima marcia per sempre.
Ogni volta che torni a riscrivere, dovresti reinserire la prima, e riservare la seconda all'analisi di ciò che hai scritto.
La seconda marcia è perfetta per l'editing, perché ti permette di individuare gli errori, pulire il testo, aumentare la leggibilità.
Anche se meno creativa, la seconda marcia eviterà di far sembrare il tuo testo sconclusionato.
Impara a guidare
A differenza dell'auto, nella quale parti dalla marcia lenta finché la velocità non ti permette di inserire quelle più alte, nella scrittura è il contrario.
Devi cominciare su di giri, e poiché stare su di giri è spesso uno stato momentaneo che si spegne con facilità, ecco che dalla prima marcia, quella creativa e fluida, scivoli nella seconda, quella razionale e meticolosa.
Come conservare il giusto stato e lasciare inserita la prima marcia?
- Sorridi: non c'è dubbio, quando siamo sorridenti abbiamo di sicuro inserita la prima marcia; non permettere alle difficoltà che incontrerai scrivendo di cambiare il tuo umore.
- Scrivi qualcosa di tuo: se la scrittura fluisce libera è perché stiamo buttando fuori qualcosa che è già dentro di noi; per questo, scrivi ciò che sai è sempre un buon consiglio; ma attenzione, se ti accorgi di doverci pensare troppo stai già innestando la seconda marcia; cerca di scrivere di qualcosa sulla quale non hai bisogno di riflettere, qualcosa di molto personale, di quotidiano, che conosci a menadito; col tempo imparerai a sintonizzarti su di te, e scriverai di te, delle tue emozioni e dei tuoi sentimenti, sotto le mentite spoglie di personaggi e situazioni anche parecchio lontane dalla tua realtà quotidiana.
- Non fermarti: è la nostra fisiologia a farci rallentare e fermare, è del tutto naturale quindi che dopo una pagina buttata giù tutta d'un fiato il tuo corpo si fermi; solo, cerca di non far durare troppo questa pausa, prova a riprendere subito la guida della tua scrittura e a macinare frasi su frasi; meno ti fermi, meno rischi di inserire senza accorgertene la seconda.
- Non pensarci più: è importantissimo dare alla tua scrittura un tempo preciso nella tua giornata, con un inizio e una fine determinati; questo non solo ti aiuta a concentrare le energie, ma soprattutto ti permette di evitare di pensarci troppo; quando è scaduto il tempo, metti via tutto e non pensarci più fino al giorno successivo.
- Scegli il luogo adatto: non puoi inserire una marcia veloce su una strada troppo affollata e con curve a gomito susseguenti, non riusciresti a tenere la traiettoria; anche per la prima marcia della scrittura dovrai scegliere il luogo adatto in cui usarla; in genere, funzionano bene i luoghi altri, lontani dalla nostra quotidianità, perché fanno scattare meno associazioni con altri pensieri che in genere ci occupano le giornate; altra cosa utile è lavorare senza avere davanti i richiami alla razionalità, come calendari, orologi o peggio ancora notifiche dai nostri mezzi di comunicazione tecnologici.
Ora metti la seconda
Una volta prodotta la tua prima stesura, permetti alla tua seconda marcia di trasformarla in un grande testo.
Usa la tua razionalità, la tua capacità di dubitare, di fare ipotesi differenti, soppesando parole e frasi con estrema cura.
Attenzione: potrebbe capitarti di non riuscire a innestare la seconda e rimanere incastrato nella prima.
Ci sono giornate nelle quali ci sentiamo irrequieti, instabili, ci perdiamo dietro a mille rivoli senza concludere in realtà nulla.
Siamo nella prima marcia, e forse ogni tanto abbiamo bisogno solo di sfrecciare su un rettilineo fino a esaurire la benzina e poi ricominciare...
Ciao, ho appena scoperto il tuo blog e volevo dirti che mi piace molto il tuo approccio alla scrittura e complimentarmi per i tanti interessanti post.
RispondiEliminaTi ringrazio, spero ti siano utili e se hai bisogno puoi contattarmi. A presto
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