sabato 8 febbraio 2014

Lo scheletro nell'armadio

A chi non è capitato?

Pensi di conoscere qualcuno, e poi bum!, questa persona ti rivela qualcosa di sé che ti fa barcollare, ti spiazza, ti fa impressione.

Quando racconto che da bambino entravo a rubare ai grandi magazzini e poi montavo una bancarella per strada e rivendevo il bottino, effettivamente mi guardano un po' strano.

Per fortuna poi ridono quando aggiungo che successivamente fui beccato e la cinquina che mi diede la guardia me la ricordo ancora.

Questa è poco più che una bambinata, ma crescendo può succedere di incappare in qualche azione fortemente contraddittoria che per qualche motivo si decide di tenere nascosta, finché però le circostanze portano a rivelarla a qualcun altro, e questo qualcun altro può uscirne piuttosto sconvolto.

Rimasi fortemente turbato quando mi raccontarono che la prima figlia di una mia parente era frutto di una relazione che la donna aveva avuto con uno straniero che poi l'aveva abbandonata, e mi sembrò all'improvviso di scorgere con cognizione tutte le differenze fisiche e caratteriali tra questa figlia e le altre che lei ebbe in seguito, differenze che fino a quel momento attribuivo alla pura casualità.

Ora, chiunque legga un romanzo in qualche modo cerca di vivere quest'esperienza di turbamento, di stupore, di spiazzamento nello scoprire la vita dei personaggi e poi nel constatare che non tutto è come sembra, che anche gli eroi di una storia possono avere degli scheletri nell'armadio, e che la rivelazione sarà shockante.

Perciò gli scrittori possono e devono sfruttare questa possibilità che è nello stesso tempo una responsabilità, il dominio del mondo interiore dei personaggi, dal quale estrarre il segreto che sconvolgerà i lettori.

Qual è la spiegazione dietro a certi comportamenti singolari, alle manie, alle preoccupazioni, ai rituali e alle paure del tuo personaggio?

Dare al tuo protagonista un segreto da portare e magari da condividere lo renderà più umano, reale ed efficace.

Come fare?