sabato 31 marzo 2012

Il mensile di Iltuowritingcoach: Marzo 2012

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Più forte ti scriverò
Marzo si è aperto con l'addio a Lucio Dalla, improvviso e doloroso, forse il cantautore più completo di tutto il Novecento e oltre, musicista vero e soprattutto autore di testi ai quali, col dovuto rispetto, i suoi colleghi non sarebbero mai arrivati.

Mi è sembrato giusto, in questo post, sottolineare la complessità letteraria e lo spessore delle parole che hanno animato alcune delle meravigliose canzoni del cantautore bolognese, proprio per dimostrare che anche un grande innovatore come Lucio Dalla ha profonde radici nella letteratura di tutti i tempi.

La sai quella di...?
Quante volte abbiamo sentito un amico rivolgersi a noi di punto in bianco con queste parole.

La barzelletta, questa micro-storia dal perfetto meccanismo esplosivo, contiene in nuce l'atomo di ogni grande narrazione.

Forse, riflettendo su questa forma di racconto ultra-breve, possiamo ricavare informazioni importanti per la scrittura delle nostre storie, e di questo mi sono occupato nell'articolo che ti propongo qui.

Scrittore di che cosa?
La frase peggiore che puoi sentirti dire, dopo una presentazione incauta nella quale hai detto scrivo.

Tuttavia, non possiamo nasconderci: la letteratura è naturalmente organizzata in generi e forme, spesso caratterizzate da regole compositive, formali e contenutistiche peculiari.

Come confini e argini, le regole dei generi letterari ti costringono a scegliere che tipo di storia raccontare, escludendo tutte le altre possibili.

Una scelta ardua, come racconto in questo post, che va fatta solo dopo aver valutato ogni aspetto della questione.

giovedì 29 marzo 2012

Come scegliere il genere del tuo romanzo

La scelta del genere letterario cui dedicarsi è spesso combattuta, per chi inizia a scrivere.

Beati coloro che si fissano su una sola tipologia di storie, perché non dovranno mai dibattersi tra dubbi e incertezze su quale atmosfera, linguaggio e forma sia preferibile alle altre.

Scegliere di non scegliere
La cosa più semplice in realtà è non scegliere affatto il genere del proprio romanzo.

sabato 10 marzo 2012

Barzellette e storie: meccanismi perfetti

Usare le barzellette come strumento per apprendere che cos'è una storia "stringente" e come funziona può essere incredibilmente utile.

La loro brevità, unita alla ferrea struttura, rappresentano in formato micro ciò che ogni buona storia da raccontare deve possedere.

Nella barzelletta tutto si estende sul sistema di attese preparato dal narratore affinché l'ascoltatore reagisca con la mente e con le emozioni.

Inoltre, proprio come ogni elemento di una barzelletta fa da sostegno alla battuta risolutiva, ogni elemento di un racconto o di un romanzo deve contribuire ad affermare l'idea di fondo, il tema della storia.

Un buon racconto è dotato di un'ottima struttura quando nessuno dei suoi costituenti è superfluo: ogni elemento deve condurre all'inevitabile conclusione.

giovedì 1 marzo 2012

Lucio Dalla, il letterato nascosto



Senza alcuna retorica, penso che il miglior modo che ho per ringraziare Lucio Dalla è provare a riconoscergli ciò che solo in parte finora è stato sottolineato.

Quando ero un bambino, sentivo i "grandi" parlarmi di Fabrizio De Andrè come il cantastorie o il menestrello, o di Francesco Guccini come lo scrittore prestato alla musica o il filosofo.

Ricordo la passione di mio fratello, più giovane dei cosiddetti "grandi", per Dalla, ho stampata nella mente l'immagine dell'album Lucio Dalla del 1981, con il suo primo piano in copertina, ma soprattutto l'immagine interna, circondata dai testi delle canzoni, con lui al piano svestito da quasi marinaio.

E con quella copertina in mano, mio fratello e il suo amico vicino di casa si azzardavano in premature esegesi di quelle parole, troppo complesse per essere giudicate riduttivamente "canzonette".

Perché il punto è proprio questo: mentre non si esita a definire poeti e letterati gente come De Andrè, Guccini, Vecchioni o lo stesso pard di tante avventure di Dalla, cioè Francesco De Gregori, molto meno si fa notare la complessità letteraria e lo spessore culturale vero e proprio del cantautore bolognese.

Credo dipenda proprio da ciò che lo distaccava da tutti gli altri colleghi: la qualità musicale.

Dalla è un musicista, nel senso che suona strumenti, ma li suona veramente, e la musica non è solo il veicolo di trasporto delle parole, come accade per gli altri citati, tranne ovviamente rari casi in cui hanno azzeccato anche la linea melodica.

Questa sua profondissima competenza musicale lo ha reso capace di arrivare più facilmente alla gente: così, mentre gli altri di cui sopra hanno rappresentato la dimensione colta della canzone italiana - pur essendo musicalmente elementari - Dalla è stato il pop per eccellenza.

Invece io penso che nessuno dei suoi colleghi abbia usato in modo così corposo e significativo i grandi modelli letterari per i propri testi.