sabato 29 dicembre 2012

Raccontare o raccontarsi?

Quando si dice che la buona scrittura arriva dal cuore, s'intende comunemente il racconto di eventi vissuti nella vita reale?

È necessario essere stati i protagonisti dei fatti che poi trasferiremo nelle pagine, per coinvolgere il lettore fino a immergerlo nella vicenda e nelle emozioni dei personaggi?

Difficile dare una risposta univoca.

Sicuramente, il successo di romanzi in forma di diario o di memoriale e di film basati su storie vere pende a favore di quest'ipotesi.

Magari il lettore, sapendo che si tratta di qualcosa di realmente accaduto, sente soddisfatta anche la sua voglia di informazione e il racconto romanzato su fatti veri gli ispira più fiducia.

Questo non vuol dire che una bella storia di fantascienza non possa essere apprezzata, ma che le emozioni che può trasmettere un racconto basato su eventi realmente accaduti sono più facilmente condivisibili e riconoscibili.

Quindi, il vecchio adagio scrivi ciò che conosci sembra trovare conferma in questo ragionamento.

Ma se le cose stanno così, che cosa dovrebbero fare tutti gli aspiranti scrittori che ritengono di non avere una vita sufficientemente ricca di avvenimenti da raccontare, ritenendola noiosa e di alcun interesse per chicchessia?

domenica 23 dicembre 2012

Scrivere ciò che non hai mai scritto

Siamo usciti indenni dall'annunciata fine del mondo.

Eppure, se solo fossimo stati più attenti, il giorno prima della catastrofe preventivata, avremmo colto l'occasione dell'anno, anzi, di tutta la nostra esistenza.

Pensaci per un attimo: che cosa potresti scrivere se sapessi di avere ancora un giorno, uno soltanto, per buttar giù l'ultimo testo della tua vita?

Un pensiero che all'inizio può gettare ancor di più nello sconforto, facendoci piombare nella tremenda sensazione di non sapere davvero che cosa tracciare su quel foglio o quali tasti pigiare.

Gli scrittori sono una razza molto strana.

Prima, osservano il mondo con le lenti di chi vuole comprendere il perché e il percome del comportamento umano, al fine di strutturarlo in un racconto o in una storia.

Poi però qualcosa li frena dallo scrivere direttamente ciò che hanno visto, sentito, percepito, compreso.

A volte sono le distrazioni e gli impegni derivanti dal lavoro, dalla famiglia, o dalla semplice mancanza di tempo, qualsiasi cosa voglia dire.

Altre volte - la maggioranza - è che a pensarci meglio, essi non hanno davvero idea di che cosa scrivere con precisione.

Qualcosa li ha toccati, ma decidono comunque di aspettare che tutto si chiarisca, che la sensazione di incapacità, in contrasto con quella di aver trovato qualcosa che accende l'ispirazione, scompaia per arrivare a una storia ben definita.

Ma c'è dell'altro.

giovedì 13 dicembre 2012

Scrivi come mangi

Non c'è bisogno che lo dica io: da alcuni anni, e in questo 2012 in particolare, l'argomento culturale che ha monopolizzato l'attenzione di tutti i media - internet compreso - è il cibo.

La tv ormai fonda una buona metà dei suoi palinsesti sui programmi di cucina e le loro varianti, in edicola le riviste di gastronomia continuano a tirare da matti e anche in rete ci sono almeno tre o quattro siti e blog che spopolano.

Tra semplici contenitori di ricette e veri e propri diari di viaggi alla scoperta delle cucine del mondo, il cibo è più che mai l'argomento di principale interesse di lettori, telespettatori e navigatori.

Che cosa c'entra con la narrativa?

Semplice: scrivere di cibo può essere un ottimo sistema per caratterizzare i tuoi personaggi.

Non c'è bisogno che io ti citi alcuni dei romanzi sull'argomento arcifamosi, dai quali sono stati anche tratti succulenti film, come Il pranzo di Babette della Blixen, Dona Flor e i suoi due mariti di Amado, Come l'acqua per il cioccolato della Esquivel, per non parlare di Le relazioni culinarie di Staikos che però ho letto solo per rispetto verso il bellissimo viaggio in Grecia che avevo fatto, perché anche se contiene il meglio della cucina ellenica, come romanzo lascia parecchio affamati.

Ogni nostro evento culturale, tradizionale e istituzionale passa attraverso la tavola, dal Natale alle colazioni di lavoro, passando per la cena a lume di candela, tutti sistemi non solo per nutrirsi ma per entrare in contatto con estranei o familiari.

Il cibo scolpisce la cultura di paesi e popoli.

Descrivere dunque il cibo dei tuoi personaggi ti aiuta a definirli meglio, a disegnare il loro mondo e a far assaporare il loro ambiente al lettore.

lunedì 12 novembre 2012

Scrittura, ispirazione, libertà

Hai visto dallo specchietto retrovisore quella faccia nell'auto dietro di te, stamattina?

E l'altra sera, a cena, il modo in cui era seduto quel tizio al tavolo accanto?

Se non passi tutto il tuo tempo in una tana, col tuo bloc notes o il tuo computer a scrivere - e se lo fai, ti do il benvenuto nel pazzo mondo della passione per la scrittura! - non puoi non aver notato che ci sono moltissime persone tutte intorno a te, con storie che hanno bisogno di essere svelate.

Forse sono le loro storie, tratte dalla loro vita, o forse sono storie che hanno sentito e delle quali stanno parlando, o ancora sono fatti che stanno accadendo proprio adesso e che un giorno esse ricorderanno come altre loro storie vissute.

Guarda bene.

domenica 28 ottobre 2012

I fantastici cinque: i personaggi su cui non puoi non scrivere

Se hai deciso di fare della tua scrittura la tua missione e forse anche il tuo lavoro, probabilmente ti senti già capace di poter scrivere come vuoi e di tutto ciò che vuoi.

In fondo, la tua è un'arte e il tuo compito è creare.

Però ci sono delle cose che continuano a resistere col passare dei secoli, che ritrovi nei romanzi di tutti i grandi scrittori, perché rappresentano forse degli elementi inscritti nel dna del lettore e che non puoi trascurare, se desideri farli interessare al tuo testo.

Il set dei tuoi personaggi è uno di questi elementi di base.

Ci sono almeno cinque personaggi che dovresti considerare attentamente di inserire nella tua storia, o perlomeno di utilizzarne le funzioni, magari accorpandole in un solo personaggio, se vuoi lavorare con un cast inferiore al cinque, o addirittura distribuendole tra più personaggi, se vuoi una storia più corale.

Ecco i fantastici cinque cui ricorrere per dare più corpo al tuo romanzo.

sabato 13 ottobre 2012

Lascia scrivere il bambino

Lavoro con i bambini da tanti anni, ma non smetto di stupirmi tutte le volte che una piccoletta di tre anni, ogni giorno, mi porta pietruzze, larve, coccinelle, pezzi di nido caduti dagli alberi, per mostrarmi il tesoro che ha trovato.

Le dita dei bambini tastano e grattano esplorando, tutto li attrae, e corrono e si spostano senza preoccuparsi né del tempo né di uno scopo.

Per non parlare di quando usano il linguaggio e discutono tra loro: toni animati, voci che crescono, domande grondanti meraviglia, accompagnate da facce che si allungano per sottolinearne il senso, e dettagli incredibili che da adulti neanche avremmo notato.

Ecco qualcosa d'interessante: scrivere dalla prospettiva di un bambino.

domenica 7 ottobre 2012

Scrivere è bello!

Hai mai pensato di dedicarti alla scrittura?

Detta così può sembrare una domanda semplicistica, come se ti stessi proponendo semplicemente un altro mestiere o un hobby.

Ma scrivere è qualcosa che può cambiare radicalmente il tuo modo di rapportarti alla realtà, indipendentemente dal successo che i tuoi testi avranno.

Sto parlando di ciò che la scrittura può dare a te, prima ancora che ai tuoi lettori.

Ci hai mai pensato sul serio?

La scrittura non mi ha cambiato, questo no.

Ma anzi, mi ha fatto capire meglio chi sono, chi voglio essere e dove sto andando.

Scrivere storie è qualcosa di positivo in sé.

Noi viviamo storie e pensiamo attraverso le storie.

Non c'è pensiero umano che non si inserisca in un flusso cronologico di eventi, che non si incastri in una serie di cause ed effetti che si sviluppano nel tempo, con un inizio, uno sviluppo, una svolta e un finale.

Se questo accade a qualsiasi essere umano, allora puoi capire bene come ciò possa funzionare al meglio soprattutto se ti dedichi alla scrittura di queste storie.

Ecco le mie motivazioni per cui vale la pena di cimentarsi nella scrittura.

Spero che almeno una di esse possa ispirarti per comprendere meglio quale ricchezza si cela nella tua abilità intrinseca di narrare.

domenica 23 settembre 2012

Ma come parli? Guida al dialogo realistico

Dialogando s'impara
Narrare non sempre vuol dire ricalcare la realtà così come la vediamo e la viviamo.

Nei racconti ovviamente accade una percentuale di cose strane, anomale, molto più alta e concentrata di quante ne avvengano in una vita nella media.

Ma non si tratta solo degli avvenimenti: anche il modo di pensare, sentire e comunicare dei personaggi può essere più o meno differente.

Da che cosa è data questa differenza?

domenica 16 settembre 2012

Liberi di scrivere

Scrittura libera: mai sentito?

Io ne ho parlato in questo post, e in rete così come nei libri sulla scrittura fioccano i consigli su come svolgere questo... esercizio? Impegno? Pratica? Trucco?

Quando tenti di imprigionare la scrittura libera in una definizione, ti accorgi che non puoi rendere davvero l'idea piena della sua essenza.

Sì, la scrittura libera - ossia scrivere a raffica senza fermarsi e soprattutto senza giudicare ciò che stai scrivendo mentre lo stai facendo - è utile per un sacco di scopi.
  • La scrittura libera migliora la tua fluidità
  • La scrittura libera accresce la tua creatività
  • La scrittura libera scavalca qualsiasi blocco dello scrittore

È tutto vero, è tutto questo ma è molto di più.

Perché chi pratica la scrittura libera ha la possibilità non tanto di scrivere, quanto di liberarsi.

È sull'aggettivo libera che devi concentrarti.

La scrittura libera ti mostrerà la tua vera libertà.

Ma di quale o quali libertà stiamo parlando?

venerdì 14 settembre 2012

Il tuo personaggio in due parole

Dopo aver parlato di come scrivere la tua storia in due righe, vediamo se ci riesce di dare qualche dritta su come creare in maniera espressa il tuo personaggio.

La creazione del personaggio ha la sua fase più delicata proprio all'inizio, quando bisogna gettare le basi della sua esistenza e dargli un'impronta tale da renderlo originale e inconfondibile.

Tutti sanno che un personaggio è tale se svolge una funzione precisa nel racconto, cioè - come si dice per semplificare - ha un obiettivo da raggiungere.

A volte la storia racconta del modo in cui i personaggi raggiungono i loro scopi, intesi come lavori da svolgere, missioni da completare, cose di cui entrare in possesso.

Un personaggio deve ucciderne un altro, un detective deve scoprire il colpevole, un avventuriero deve raggiungere una terra lontana, una fanciulla deve conquistare il cuore di qualcuno.

Altre volte, però, il personaggio muove i suoi primi passi nella storia con uno scopo e poi le circostanze iniziano a dirottarlo altrove, anche se per lungo tempo egli continua a pensare di dover raggiungere il primo obiettivo illustrato.

Quindi, dire che un personaggio ha un obiettivo può essere ovvio e nello stesso tempo fuorviante.

Altrettanto vero che del personaggio bisogna conoscere com'è dentro e com'è fuori, e sembra che il suo destino si giochi sulla quantità e la qualità dei dettagli che lo scrittore riesce ad assegnargli.

Anche in questo caso, ci sono scrittori che preparano lunghe relazioni e raccolte dati sui loro personaggi, creando la loro biografia pregressa, e quindi il loro carattere, in modo da renderli vivi.

Altri scrittori invece si lanciano a capofitto nel dipingere i propri eroi, rimpinzandoli di tutti i dettagli che vengono loro in mente.

Con la tecnica del personaggio in due parole, invece, tu costruirai l'indispensabile per far sì che il tuo personaggio prenda vita, affinché le sue caratteristiche ti aiutino a sviluppare meglio l'intera storia, ma con un risparmio di tempo ed energie notevole, rispetto alle altre metodologie.

sabato 8 settembre 2012

Quanto dura la lettura?



 Ovvero, quanto tempo ci vuole a leggere un romanzo, un racconto, un testo narrativo in genere?

Giro intorno alla domanda, perché mi sono imbattuto nella versione audiolibro di Hanno tutti ragione, il romanzo in cui Paolo Sorrentino amplia l'epopea di Tony Pisapia, il personaggio del suo primo film L'uomo in più, ribattezzato Tony Pagoda, e che quest'anno ha avuto seguito in Tony Pagoda e i suoi amici, tutti per La Feltrinelli.

Spulcio l'indice della confezione, che contiene la lettura del romanzo a opera di chi lo ha incarnato sullo schermo, cioè Toni Servillo, e leggo Durata totale 11 ore e 5 minuti.

La prima riflessione è più che altro un tuffo all'indietro, a quando l'ho letto: quanto tempo ci avrò messo, io?

venerdì 3 agosto 2012

Scrivere in spiaggia: fatti ispirare!



 Con il solleone sempre più deciso a non mollare, anche chi non si è recato in riva al mare sente che il tempo richiama tutti alla vacanza.

E anche chi, per converso e per rinfrancarsi, si concentra sull'opposto, sognando distese innevate e freddo, in realtà non fa che reagire al tempo.

Per te, per me e per tutti coloro che amano scrivere storie, il tempo può essere un grande alleato e sussurrare alle nostre orecchie idee, soluzioni, situazioni, scene, personaggi, dialoghi, racconti interi perfino!

Ricorderai senz'altro Snoopy con la sua macchina da scrivere e il suo mitico era una notte buia e tempestosa, a testimonianza di quanto il tempo meteorologico possa creare i presupposti giusti per narrare (anche se poi il povero Snoopy arrivava a conclusioni non sempre piacevoli per lui!).

In che modo puoi usare il meteo per arricchire la tua storia da raccontare?

lunedì 30 luglio 2012

Il mensile di Iltuowritingcoach: luglio 2012

A furia di sbagliare...
Si conclude la serie Sbagliando s'impara... a scrivere con gli ultimi tre post, costruiti sugli errori più comuni che gli aspiranti scrittori a volte commettono senza volerlo e che, opportunamente evitati, ti permettono di scrivere racconti e romanzi più intriganti e avvincenti.

Questo mese abbiamo parlato di:

Gli sbagli si possono correggere, non c'è problema, ma se puoi evitarli - anche grazie a questi post - tanto meglio!

Quel piccolo particolare che fa la differenza
Quando ti sembra di aver trovato una storia vincente, sappi che sei solo all'inizio di un affascinante percorso: far emergere l'anima di quella storia.

Per il lettore, l'anima si nasconde nelle pieghe di una descrizione, nei sentimenti dei personaggi, nello spiazzamento che gli eventi nella trama producono.

Ma per te che scrivi, far emergere tutto questo vuol dire andare a fondo nella tua storia, distinguerla da tutte le altre storie simili, grazie a un'arma potentissima: i dettagli.

Solo prendendoti cura dei dettagli, solo assumendoti la responsabilità di scegliere che cosa raccontare, da quale angolo di visuale, con quale emozione di fondo, allora il racconto che realizzerai sarà davvero il tuo racconto, con la tua anima.


Storie eterne
Alcune trame battono incessantemente su pochi, significativi temi che da sempre interessano l'uomo.

Ma forse, il tema che angoscia e nello stesso tempo attira con forza incredibile le persone, da quando abbiamo fatto i nostri primi passi sulla terra, è la morte, anzi, che cosa succederà dopo la morte.

È un tema affascinante perché non si tratta di raccontare la realtà distorcendola, modificandola, vestendola con la nostra estetica.

Perché noi non sappiamo nulla di quanto accadrà dopo.

Per questo, tutte le storie nelle quali si narra di anime che dall'aldilà si confrontano con questo mistero ci risucchiano in un vortice.

Non a caso, il tema del viaggio nell'oltretomba, il desiderio di capire che cosa c'è oltre, hanno fatto la loro comparsa sin dai primordi della letteratura, e continuano a essere indagati, anche dal cinema, come ti racconto in questo post dal quale capirai quant'è importante centrare il tema del tuo racconto o del tuo romanzo.

Citare è meglio che leggere?
La citazione è da sempre uno strumento retorico potentissimo, capace di rinforzare, corroborare, validare i nostri discorsi.

L'ha detto lui, e più il lui è autorevole, più bisogna crederci.

Naturalmente, non c'è nessuno che possa conoscere a memoria tutto il patrimonio letterario dal quale è possibile estrarre citazioni.

Questo permette ad alcuni furbi di citare male frasi e pensieri di grandi scrittori o di opere sublimi, riempendosi la bocca di quella che pare sapienza ma è solo insolenza.

In questo post, le citazioni più sbagliate che ci sono in circolazione e che cosa veramente c'è dietro.

domenica 29 luglio 2012

Sbagliando s'impara... a scrivere: quanti personaggi?

Quanti personaggi possono coesistere nello stesso momento in un racconto?

La risposta più ovvia è: tanti quanti il lettore può conoscere e comprendere, uno dopo l'altro.

Solo che questa risposta non ci dice nulla su quanto sarà lunga la scena e sulla necessità reale di avere così tanti personaggi nella storia.

Perché i due punti chiave sono questi: sebbene non ci sia nulla di male in sé a scrivere scene piene zeppe di personaggi, il rischio è dilungarsi inutilmente e aggiungere figure non fondamentali allo sviluppo della trama.

Facciamo subito un esempio.

domenica 22 luglio 2012

Cito, quindi sbaglio

La logica di questo titolo non ti sembra proprio stringente?

Eppure è vera, al di là dell'apparenza.

La memoria delle persone, e quel grande archivio che è la rete, brulicano di frasi, detti, citazioni estrapolate da opere letterarie che in realtà o non hanno mai visto la luce, nella forma in cui sono divulgate, o sono attribuite erroneamente.

Per esempio, da quando sono su Facebook ho ricevuto già, negli aggiornamenti, decine e decine di slides con la frase Lentamente muore eccetera firmata nientemeno che da Pablo Neruda, come ho visto nell'omonimo tronco a Smerillo dove addirittura c'è scritto 2004 come data di morte, cioè ben trentun'anni dopo quella effettiva.

Eppure, si tratta di versi scritti da Martha Medeiros nel 2000 e il titolo del testo originale è A Morte Devagar.

Il caso forse più famoso in assoluto di falsa citazione letteraria è l'emblematico elementare Watson, che Arthur Conan Doyle non ha mai e poi mai messo in bocca a Sherlock Holmes, e che forse derivano da una trasposizione cinematografica delle avventure del detective.

Fin qui, però, possiamo anche comprendere le sviste: si tratta di testi di autori stranieri, nei quali vanno sempre implicati problemi di traduzione e trasmissione, e alla fine risulta difficile capire come sia accaduto e soprattutto come si sia arrivati all'errore d'attribuzione.

Ma che dire delle false citazioni del nostro massimo poeta?

sabato 14 luglio 2012

Sbagliando s'impara... a scrivere: momenti di stallo

Che cosa succede dopo?

Grazie a questa semplice domanda, gli scrittori sono capaci di sviluppare le loro storie e concatenare scena dopo scena le loro trame.

Quello che non si sottolinea abbastanza è che per far succedere qualcosa dopo deve accadere qualcosa prima.

Così è facile trovare autori che hanno avuto una grande idea sull'esperienza da far vivere ai propri personaggi, ma che tuttavia si perdono in mille chiacchiere inutili prima di arrivare alla parte interessante della loro storia.

A differenza della vita reale, nei romanzi e nei racconti l'ozio e la noia non sono permessi, a meno che non servano a portare avanti la trama.

Ci sono autori, anche molto rinomati, che commettono questo errore volutamente, al solo scopo di trasformare un piacevole raccontino in un tomo di cinquecento pagine, e che se lo leggano loro!

Il pericolo più grande, dunque, è che nella scena che stai scrivendo non succeda nulla, e il lettore aspetti che accada ciò che deve accadere.

domenica 8 luglio 2012

Come si scrive una grande storia

Poiché parlerò di tre film e non mi piace svelarne trame e finali perché qualcuno potrebbe non averli visti, chiedo scusa se l'esposizione potrà risultare più criptica di quanto io voglia.

Spero comunque che il senso del post, cioè l'importanza di scrivere ciò che non sappiamo, riesca a emergere in modo chiaro.

Poche sere fa ho visto in TV Passengers - Mistero ad alta quota e quando ho visto la scena in cui il protagonista maschile Eric è ancora in piedi dopo il passaggio del treno la prima cosa che ho pensato è stata diamine, un altro film in cui ricorrono alla soluzione esoterica, però il film non si trasforma in un fantasy sfrenato ma continua la sua linea di sottile thriller psicologico.

Come spettatore interessato alle trame, a quel punto la sfida era capire perché stava accadendo tutto questo, perché quell'uomo non muore, pur non essendo un alieno o un demone o altre trovate balzane come queste.

La risposta mi è balenata all'improvviso sotto forma di titolo: The Others, un altro film nel quale i confini tra i vivi e i morti diventano labili, un'altra storia nella quale accade l'inverosimile e tuttavia, per qualche strano motivo che adesso sviscereremo, non puoi tacciarla di assurdità.

Pochi secondi di pensiero, mentre Passengers si avviava al finale confermando la mia ipotesi, e mi ricordo ovviamente de Il sesto senso e di quanto anche lì per il protagonista sia difficile fare i conti con il trapasso definitivo, nonché di come tutto ciò che accade nel finale - razionalmente assurdissimo - lo spettatore lo vive come un sollievo della mente, ah, meno male, ecco tutto spiegato!

Tutto spiegato cosa?

mercoledì 4 luglio 2012

Sbagliando s'impara... a scrivere: incipit vincenti?

A differenza degli altri post della serie, stavolta non voglio parlarti di errori e di come riparare, bensì elencarti alcune tipologie di incipit prodotte dai partecipanti ai miei corsi, che ho trovato particolarmente interessanti e che spero possano farti riflettere, lasciando però a te l'onere di giudicare.

Se l'incipit è capace di infondere subito energia, brio, emozioni forti, addirittura shockare il lettore, allora si tratta di un inizio col piede giusto.

A volte iniziamo a leggere cose del genere:

Marta era all'ultima strofa della canzone che si stava portando nelle orecchie sin dall'uscita del bar, e sulla nota finale voltò l'angolo per imboccare la sua via, ma si trovò faccia a faccia con due occhi accesi, sotto i quali spiccava il bianco delle zanne. Quel mostro saltò su due zampe prima di volare su di lei.

Va bene, il solito inizio di fuoco, sembra anche un racconto di genere, adesso andiamo a vedere se il mostro s'è pappato la Marta.

lunedì 2 luglio 2012

L'arte del dettaglio

Quando trovi l'idea per una storia da raccontare e la sviluppi, in realtà stai progettando solo un infinitesimo di tutto ciò che renderà veramente vivo e credibile il tuo racconto.

Strutturare una trama vuol dire gettare un ponte che va dall'inizio alla fine della tua storia, ma quando inizi a scriverla davvero devi tuffarti da quel ponte e immergerti nell'abisso sottostante.

Quali fantasmi, quali avvenimenti passati, quali parole non dette, quali sentimenti non espressi faranno da presupposto e saranno implicati nella tua storia?

Per far emergere tutto ciò che quell'abisso sotto il ponte della trama contiene, hai un solo sistema: curare i dettagli.

mercoledì 27 giugno 2012

Il mensile di Iltuowritingcoach: Giugno 2012

Errare è umano
Perseverare è diabolico, si dice.

Per questo, con la serie di post sugli errori da evitare puoi fare un salto in avanti e dare più qualità ed efficienza alla tua scrittura.

Questo mese abbiamo parlato di precisione, dialoghi e uso della prima persona narrativa.

L'enigma delle storie
Strani sono i percorsi della mente e della creatività, quando si cerca di inventare una trama, di creare un soggetto, di sviluppare un'idea narrativa.

Ancor più strano è scoprire che mille spunti ci circondano di continuo, che la nostra prossima storia si celi in uno sguardo incrociato per caso, in una frase portata dal vento alle nostre orecchie, in un'immagine che incrocia il nostro cammino.

Più strano dello strano (e più vero del vero!), infine, scoprire che nella Settimana Enigmistica si celino tantissimi spunti creativi che ti permetteranno di inventare storie sorprendenti di sicuro impatto sui lettori.

Influenze letterarie
Sebbene molti appassionati di scrittura lo neghino, arriviamo al desiderio di scrivere, di raccontare, di costruire trame e intrecci dopo lo stimolo di un racconto, di un romanzo, di una storia che qualche scrittore ha realizzato prima di noi.

Fin qui si chiama ispirazione.

Tuttavia, se ci innamoriamo in modo particolare di un determinato autore, è molto probabile che la sua influenza si manifesti nella nostra scrittura.

Leggi il post adesso per capire come vivere l'emulazione dei tuoi scrittori preferiti e come andare oltre per trovare la tua vera voce.

giovedì 21 giugno 2012

Sbagliando s'impara... a scrivere: io racconto

Hai la tua storia da raccontare, forse l'hai anche già scritta, o addirittura ti sembra pronta da presentare a concorsi e case editrici.

Ma hai riflettuto bene sulla voce narrante?

Chi è il narratore della tua storia?

Hai scelto di raccontare dall'esterno, o immedesimandoti in uno dei personaggi?

Sono scelte che cambiano radicalmente l'effetto della tua storia sul lettore, e se vuoi approfondire il tema comincia a leggere questo post.

Voglio metterti in guardia dall'uso del narratore in prima persona, senza tuttavia scoraggiarti dal provarlo.

Sappi però che è una modalità che facilmente induce in errore.

La narrazione in prima persona, infatti, tende a essere troppo autoreferenziale, il personaggio narrante finisce col sovrastare gli altri, e questo diminuisce la complessità del tuo racconto.

Soprattutto, la prima persona porta chi scrive alla monotonia lessicale, alla debolezza scenica e alla lentezza espositiva.

Vediamo perché e come risolvere questi problemi.

martedì 19 giugno 2012

Lasciati ispirare!

Ci sono due verità scomode ma innegabili, nella scrittura narrativa:

  • tutti gli scrittori in qualche modo hanno copiato dai loro predecessori
  • molti di essi non lo ammetteranno mai, e la maggior parte di questi non lo ammetterebbe perché in realtà non se ne rende conto
Te le ho buttate lì nude e crude, ma attorno a queste due verità ruota una questione con la quale devi fare i conti, se vuoi scrivere per raccontare.

venerdì 15 giugno 2012

Sbagliando s'impara... a scrivere: dialoghi

Scrivere un buon dialogo non è cosa semplice, e l'argomento non si esaurisce mai.

Non solo ho scritto questo e quest'altro post sul tema, ma l'abilità di far parlare i personaggi tra loro è trattata nei miei corsi sia in Accademia del romanzo sia in quello specifico Tutto sul dialogo.

Un dialogo si può sbagliare per questioni di contenuto, per come abbiamo disegnato i personaggi, per problemi di coerenza narrativa.

Tutti questi problemi si risolvono leggendo e scrivendo in continuazione, con l'esperienza.

C'è però un tipo di errore che si può correggere fin dall'inizio, ed è l'uso di legature e descrizioni.

La legatura è l'informazione su chi sta parlando, per esempio "Non farmi ripetere sempre le stesse cose!" disse Maria.

La descrizione è l'informazione su che cosa fa chi sta parlando e/o chi ascolta, per esempio "Ti sto ascoltando, non vedi?" rispose con gli occhi bassi Alfredo, mentre Maria seguitava a percorrere la stessa mattonella su e giù.

Come usare al meglio questi due strumenti ed evitare gli errori più comuni?

giovedì 14 giugno 2012

Inventare storie è facile? Strano, ma vero!

Avere buone idee per una storia da raccontare in un romanzo sembra molto difficile.

Eppure, leggi queste e dimmi se almeno qualcuna di esse non sarebbe abbastanza intrigante:

  • Un uomo colleziona migliaia di tipi di manette diverse per progettare un colpo di stato moralistico
  • Un tizio resta seduto in auto più di 200 giorni per un rito magico
  • Una pornostar decide di battere il record di prestazioni andando con 600 uomini
  • Uno scultore usa il cibo come materiale di lavoro ma in seguito a una crisi economica gli chiedono di cedere le sue sculture per sfamare le persone
  • Un uomo si guadagna da vivere facendosi risarcire dai titolari di ristoranti nei quali finge di soffocarsi a causa del cibo servito
  • D'Annunzio temeva il 13 al punto di sostituirne la scrittura con la formula 12+1, così un critico scopre che nelle sue opere c'è uno strano codice
  • Uno scultore siciliano realizza la statua di un enorme seme d'arancia, senza dire che in realtà l'ha trovato scavando il terreno nel quale voleva costruire una casa, ma il seme col tempo germoglia e dà vita a un agrume gigante che i cittadini vogliono proteggere e gli speculatori vogliono sfruttare a fini commerciali
  • Un uomo dalla vita turbolenta e membro di sette religiose che istigano al suicidio viene ingaggiato da un agente dello spettacolo che lo trasforma in fenomeno televisivo
  • Milioni di ragni si preparano a invadere un piccolo paesino dove si sta preparando un matrimonio alla grande che coinvolgerà tutta la cittadinanza
I lettori di Chuck Palahniuk forse avranno riconosciuto la terza, la quinta e l'ottava idea dell'elenco come i soggetti di tre famosissimi romanzi dello scrittore statunitense, nell'ordine Gang Bang, Soffocare e Survivor.

Tuttavia, tra queste tre idee e le altre sei c'è una forte affinità: sono tutti fatti veri o verisimili, e quando non lo sono partono da fatti di cronaca reali, si basano tutti sul portare all'assurdo un comportamento o una condizione, oppure si fondano su un evento straordinario ma naturale e possibile.

Se ho inserito nell'elenco le idee di Chuck Palahniuk è per farti capire che anche lui è partito, per tutti i suoi romanzi, da idee apparentemente assurde e molto ma molto originali.

Da dove vengono le altre sei idee?

sabato 9 giugno 2012

Sbagliando s'impara... a scrivere: bando alla vaghezza



 Se dovessi dirti la regola di tutte le regole che chi scrive deve inderogabilmente seguire, allora ti direi che è essere precisi.

Quando scriviamo non dobbiamo cercare le parole nel momento in cui le dobbiamo esprimere, come quando si parla.

Per fortuna, abbiamo il tempo di sceglierle, testarle, magari cambiarle.

Perciò, se una scrittura appare vaga, non solo è debole, ma è anche condannabile, perché l'autore non ha rispettato il suo principale dovere.

Leggi questi esempi:

  • Giorgia guardò l'abito che sembrava ricoperto di strani uccelli svolazzanti
  • Il coltello si piantò nel muro a circa venti, venticinque centimetri dalla mia guancia
  • Il dottore era in ritardo di quasi quarantacinque minuti, quando quel semaforo divenne rosso, forse perché la sua auto era sfrecciata troppo velocemente davanti alle telecamere
Riesci a cogliere gli elementi vaghi?

Ognuna delle frasi contiene parole non necessarie che, se eliminate, potrebbero rendere l'impatto narrativo più potente e l'immagine illustrata più definita.

Proviamo a cambiarle.

giovedì 31 maggio 2012

Il mensile di Iltuowritingcoach: Maggio 2012

A piccoli passi
Ci sono tecniche molto complesse per costruire una storia, ma a volte abbiamo voglia di qualcosa di più snello e rapido.

Per questo, ti propongo la tecnica delle due righe che ti permette di partire da un granello di trama per poi sviluppare una montagna di narrazione.

Comincia subito cliccando qui!

Questa l'ho già sentita!
Se perfino Woody Allen si concede di ricalcare una storia già scritta, una di Fellini tra l'altro, forse possiamo provarci anche noi.

La riscrittura, intesa come esercizio o come vera tecnica di produzione di storie, sintetizzata in questo post per te.

La nuova serie
Sbagliando s'impara... a scrivere è il nuovo appuntamento periodico di www.iltuowritingcoach.com nel quale potrai comprendere i meccanismi della scrittura narrativa direttamente dai lavori svolti dagli studenti ai miei corsi.

Chi l'ha detto che sbagliare è una tragedia?

Abbiamo già parlato di verbi, pronomi, rapporti causali.

Metti suspense nei tuoi testi!
Che cos'è la suspense e come inserirla nei propri racconti credo sia una strumentazione indispensabile per chiunque voglia prodursi con la narrazione.

La suspense crea interesse, incolla il lettore, vivacizza la storia, gioca con i sensi e ha molte altre qualità che puoi trovare illustrate nei due articoli.

Per amore, solo per amore
Ho pescato a caso un esercizio tra i tanti proposti in Accademia del romanzo: la scrittura di una scena d'amore.

Prova a leggere l'esercizio svolto per poi cimentarti anche tu con la scrittura del colpo di fulmine!

venerdì 25 maggio 2012

Colpo di fulmine in una scena

Lei era lì, accanto a lui, e tastava con la punta delle dita più delicate del pianeta la buccia di quelle melanzane. Lui non parlò più, non si mosse più, non respirò più. Lei sollevò lo sguardo e si accorse dei suoi occhi un attimo prima di fargli sentire le sue ginocchia ammorbidirsi quasi a cedere, per poi tirarsi su con l'aiuto di una cassa di pomodori a cui appoggiarsi, al che l'ortolano fece per scacciarlo con un colpo di giornale. Che sorriso aveva lei, da desiderare i colpi di giornale del negoziante pur di vederla sorridere ancora, e seguirla senza sembrare un importuno era difficile, tra le ceste di peperoni, aglio, baccelli e mazzi di sedano, con lei sgusciante che però sembrava lanciare sguardi tutte le volte che ricompariva tra le teste di tutta quella gente a fare la spesa. Scansando le sporte piene delle persone e dando qualche ginocchiata a quelle più grosse, cercava di non perderla. Perché occhi più blu dei riflessi del ghiaccio fanno raggelare di piacere e a quel punto muoversi con agilità è un'impresa. Fu allora che si accorse che non era sola, quando l'amica dalla cresta folta lo inchiodò con gli occhi e poi sussurrò rapida qualcosa all'orecchio di lei, e di nuovo cascate di gelo per come ridevano, con la mano davanti ai denti bianchi che nell'amica spiccavano sulla pelle scurissima. Quella cresta da tagliare, che gli impediva di controllare se si voltasse verso di lui, quella cresta da maledire perché interrompeva quel flusso di freddo calore che lo legava al suo sguardo. Quella cresta che, per seguirla, lo fece inciampare squarciando i sacchetti di una passante, nella ressa verso l'uscita del mercato. E uscendone a gattoni, con la testa ancora a mezz'aria la vide ferma a guardare proprio lui. E se fosse stato un demone a ingannarlo, non poteva saperlo, tutto faceva credere che per un secondo lei fosse rivolta proprio verso di lui che cercava di ristirare i calzoni stazzonati. Proprio abbassando lo sguardo su una piega di troppo, perse l'attimo in cui lei si piazzò sul sellino dello scooter in partenza, sgommato dall'amica. Che l'avrebbe sognata chissà per quante notti era una cosa più certa del suo stesso nome, da quel momento.

martedì 22 maggio 2012

Sbagliando s'impara... a scrivere: causa ed effetto

Sebbene ogni autore scriva per i lettori e li metta al primo posto, c'è qualcosa per cui questi non potranno mai essere davanti all'autore: la conoscenza della storia.

Sembra un'ovvietà, ma è meglio partire dall'ovvio per comprendere bene questa regola: il lettore non conosce (o non conosce bene) la tua storia quanto te che la scrivi.

Tu puoi avere ben chiaro in mente il perché un personaggio arrivi ad agire in un certo modo e per quali meccanismi emotivi.

Alla stessa maniera, non è difficile per te che lo inventi accettare che l'antagonista del tuo personaggio principale abbia della malvagità o qualsiasi altro sentimento negativo.

Tutte queste cose, l'autore le conosce prima che esse si manifestino nella pagina.

Qui viene il punto: a volte, per pura negligenza, alcuni autori non si prendono cura di far comprendere bene i meccanismi di causa ed effetto al lettore.

Per quanto riguarda le motivazioni dei personaggi, c'è un unico modo per comunicarle al lettore: stabilirle e dirgliele.

Nel preparare il tuo racconto o il tuo romanzo, devi fare un lavoro completo nel disegnare i personaggi, per avere davvero tutte le informazioni necessarie su di essi.

Se farai questo lavoro nei minimi dettagli, come ti spiego in Accademia del romanzo e negli altri miei corsi, allora essi verranno fuori in maniera naturale man mano che procederai nella narrazione.

Voglio invece sottolineare un errore abbastanza frequente, non solo tra chi muove i primi passi nella narrativa, ma anche tra qualche grande nome.

L'errore è: raccontare l'effetto prima della causa.

mercoledì 16 maggio 2012

Ancora suspense: ecco i passi giusti!



 Nel post di venerdì scorso abbiamo visto Come tenere il lettore sulla corda della suspense grazie alle domande e ai dubbi sul destino dei protagonisti.

Oggi vediamo in concreto e con maggiori dettagli come applicare questa strategia, per rendere ancor più avvincente il racconto.

domenica 13 maggio 2012

Sbagliando s'impara... a scrivere: c'era una volta

Secondo post sugli sbagli che insegnano a scrivere meglio, tratti da tutto il lavoro di supervisione ed editing fatto agli studenti dei miei corsi (se sei uno di loro non preoccuparti, conserverò l'anonimato).

Spero che questa seria possa aiutarti a migliorare la tua scrittura, prima che qualcun altro - magari un editore - ti sottolinei queste sbavature.

Hai presente l'inizio principe di tutte le storie?

venerdì 11 maggio 2012

Come tenere il lettore sulla corda della suspense

Ogni buon racconto ha la capacità d'intrattenere il lettore.

Ma come ci riesce?


Qual è l'elemento su cui fare leva?


Che cosa dobbiamo fare per divertire il lettore?

Semplice: fargli sorgere dei dubbi.

Quando il lettore, nel leggere la tua storia, si pone delle domande sul suo prosieguo, allora lo stai intrattenendo, ed egli si diverte.

Se sai far emergere questi dubbi, se il tuo racconto spinge il lettore a porsi delle domande, allora ce l'hai fatta.

Tra tutte le abilità di cui deve disporre chi vuole narrare, questa merita senz'altro la maggiore attenzione, perché rende interessante un testo al di là del suo essere ben scritto.

Quali sono i dubbi e le domande che devi far emergere, dal tuo racconto?

martedì 8 maggio 2012

Sbagliando s'impara... a scrivere: verbi

Per chi comincia a scrivere, sbagliare è quanto di più normale possa accadere.

Questo però non deve far pensare che a sbagliare siano solo i neofiti.

Gli sbagli, nella scrittura, hanno un carattere ricorsivo e anche i migliori devono sempre tenere alta la propria attenzione, per non caderci come dei pivellini.

Proviamo insieme a vedere, in un po' di post che da qui in poi pubblicherò, quali sono gli sbagli più comuni e come puoi evitarli, per metterti subito sulla strada giusta della scrittura.

Cominciamo dai verbi.

venerdì 4 maggio 2012

Riscrivere una storia già scritta: lo fa anche Woody

Chi ha visto To Rome with Love di Woody Allen e ama il cinema italiano si sarà accorto del tripudio di citazioni con cui il cineasta americano ha infarcito il film, per trasmettere il suo amore per l'Italia e per epoche ormai archiviate.

Dal vigile narratore - il cinema dei cinquanta e sessanta in Italia spesso si apriva con questa soluzione - all'incontro fatale sulla scalinata di Trinità dei Monti in stile Vacanze romane, dal look di Alec Baldwin con capigliatura da divo dei fifties al clone della Loren nel corpo di Penelope Cruz, trapianto che era già riuscito ad Almodóvar in Volver, fino all'Italia paese del bel canto - solo all'estero ormai ci pensano così - e delle agenzie funebri dietro le quali negli Stati Uniti si celano i clan mafiosi, è veramente un carrozzone di messaggi.

Se però tutte queste citazioni sono come flash sparsi, ce n'è una su cui s'impernia un terzo del film: la riscrittura del plot de Lo sceicco bianco di Fellini, al quale Allen aveva già reso omaggio con Sturdust Memories.

martedì 1 maggio 2012

La tua storia in due righe

Due righe forse ti sembrano pochine per racchiudere lo splendido romanzo o l'avvincente racconto che vorresti scrivere.

Ma che cosa penseresti se ti dicessi che quelle stesse due righe sono più che sufficienti a permetterti di costruirli, il tuo romanzo o il tuo racconto, in barba a tutti i complicatissimi metodi per strutturare una storia, compresi quelli che insegno io nei miei corsi?

Il nocciolo è semplice: se riesci a condensare in sole due frasi la storia che potresti raccontare in trecento pagine, allora sei in grado di usare questo metodo per scrivere tutta la tua storia senza intoppi.

Magia?

Nient'affatto: si tratta solo di definire gli elementi essenziali della tua storia, distribuendoli nelle due frasi, e poi espanderle in unità più voluminose, dalle frasi ai paragrafi, dai paragrafi ai capitoli, dai capitoli al romanzo.

È una versione zip del metodo che insegno in Tutto sulla trama: provalo subito, perché è di immediata applicazione.

Quali sono gli elementi essenziali della storia che vuoi raccontare?

lunedì 30 aprile 2012

Il mensile di Iltuowritingcoach: Aprile 2012

L'ultima puntata
All'inizio del mese ho pubblicato l'ultimo post della serie Scriviamo una storia, incentrato sulla catena di eventi che portano al climax e alla risoluzione di ogni racconto.

Spero che la serie intera ti possa essere utile, soprattutto come stimolo a inventare i tuoi racconti e magari a inviarmeli per farteli pubblicare.

Buona scrittura!

La regola della brevità
Per scrivere delle storie brevi esistono regole precise?

Quali potrebbero essere i punti essenziali da tener presenti per costruire un buon racconto breve?

Come evitare il rischio di espandere troppo la scrittura per poi arenarsi e non completare la propria storia?

È seguendo queste domande che ho costruito per te questo piccolo vademecum sulle storie brevi, sulle loro caratteristiche e sui preziosi accorgimenti da prendere per non perderti e portarle a termine.

Ricorda di mettere sempre il piacere di raccontare come regola di tutte le regole!

Idee in azione
Molte persone desidererebbero dar vita a un racconto se non addirittura a un romanzo, potersi esprimere con il linguaggio narrativo, sentirsi autori e creatori di qualcosa di vivo.

Eppure, le stesse persone a volte non riescono neanche a mettere la prima parola nero su bianco, perché o non trovano quella che loro chiamano l'idea giusta o non sono soddisfatte di quelle idee che sono riuscite a trovare.

Esiste un modo certo per valutare se un'idea narrativa sia giusta o meno?

Si può essere certi prima di scrivere che il racconto che vogliamo produrre alla fine funzionerà?

Come superare il terrore di lasciare incompiuta la nostra opera?

Raccogliere idee per la tua storia è molto più facile di quanto sembri, se superi l'equivoco di dover trovare la tua idea di punto in bianco.

Le storie non nascono da un momento all'altro: esse emergono in maniera imprevedibile, quando i personaggi, i luoghi, i sentimenti e le atmosfere si sono sedimentati a lungo dentro di te.

Tutto finisce
Una dura verità, soprattutto per le storie vissute.

Vale però anche per quelle raccontate, e ogni scrittore sa di dover trovare un buon finale per il suo racconto.

Quanti tipi di finale esistono?


Quali sono le loro caratteristiche?


Come posso capire quale finale è più adatto alla mia storia?

Il finale è l'ultima impressione che lasci nel cuore del lettore, come puoi capire da questo post: sceglilo con cura.

Siamo sul giornale!
Ma sì, Silvia Truzzi su Il Fatto Quotidiano di sabato 28 parla di tutti noi che, animati dal desiderio di far entrare la scrittura nelle nostre vite, cerchiamo un modo per migliorare, per esercitarci, per capire come funziona.

Lo facciamo chiedendo, ammirando, copiando, persino pagando!

Paghiamo quella persona perché abbiamo letto le sue cose e ci sembrano giuste per noi, ci ispirano, ci hanno ridato la speranza dopo aver visto i nostri tanti manoscritti finire nei cestini delle case editrici o essere usati da tipografi millantatori che, in cambio della stampa, ci hanno chiesto migliaia di euro!

Dov'è il male dei corsi di scrittura?

sabato 28 aprile 2012

I corsi di scrittura servono?

Da questa domanda dalle cento pistole parte la riflessione di Silvia Truzzi su Il Fatto Quotidiano di stamattina, 28 aprile 2012, pagina 14.

Col titolo Pago dunque scrivo - Il business della creatività, la giornalista ha impacchettato la sua opinione sul fenomeno corsi di scrittura alludendo, senza troppe velature, alla loro sostanziale inutilità per chi li frequenta, opportunamente bilanciata dal guadagno di chi li promuove.

Il messaggio generale è che la scrittura sta da tutt'altra parte rispetto a quella dei tanti percorsi formativi che dovrebbero insegnare la narrativa, questo sia che li faccia Alessandro Baricco alla scuola Holden, sia che li faccia Pinco Pallino alla scuola tinsegnohascrivere.

Ed è sicuramente una tesi fondamentale a tutto il discorso spiegato nell'articolo: se i letterati potessero davvero insegnare a scrivere, allora nessun non-letterato (mi sento un po' Godel, adesso...) dovrebbe permettersi di usare la scrittura, neanche i laureati in legge come la Truzzi.

Invece, poiché io penso che le due cose non c'entrino assolutamente nulla e che, come si diceva al mio paese nel diciassettesimo secolo a la pruova se vede lo mellone, trovo che la giornalista, nonostante la formazione legale, sia più che un fior di scrittrice, direi un bouquet intero.

Avvocati, pm, giudici, persino i notai, sanno ben giocherellare con la retorica.

Ma non c'è niente di più noioso della retorica per chi la retorica la sa (e pure questa frase lo è).

martedì 24 aprile 2012

Il finale perfetto: cinque modi per realizzarlo

Che cosa fai quando sfogli i titoli in libreria, per scegliere quale libro acquistare e immergerti in un'entusiasmante lettura?

Credo che nove persone su dieci, facciano quello che anch'io non manco di fare: leggere l'incipit o la prima pagina, come ho raccontato qui.

Eppure non è difficile intuire che anche l'explicit, ossia il finale, deve avere pari importanza rispetto alle frasi iniziali.

Sono in fondo i due pilastri sui quali si regge l'intero arco narrativo e non possiamo toglierne o sminuirne uno, altrimenti l'arco si fa sbilenco.

Ovviamente, quando scegliamo un libro mai letto non ci sogniamo neanche di andare a spulciare il finale, all'idea terrificante di scoprire come va a finire prima ancora di aver capito come andava a iniziare.

E per lo stesso motivo chiunque ami le storie - scritte o filmate - potrebbe commettere nefandezze nei confronti di chi osa rivelargli il finale (che in parte è ciò che faccio io in questo post, ah ah!).

Come si fa a costruire un buon finale?


Quali caratteristiche deve avere per lasciare il segno?


Quante possibilità abbiamo di scrivere una frase di chiusura efficace?

venerdì 20 aprile 2012

Idee per scrivere: come trovarle, come usarle, come esserne felici

La domanda più comune che si pone chi vuole scrivere narrativa è senz'altro quella sul come farsi venire idee per una storia da raccontare.

La domanda arriva quando l'aspirante scrittore scopre che non è come aveva sempre pensato, cioè che i grandi scrittori vedono le proprie idee sbocciare da sole nella propria mente creativa.

La domanda poi ritorna, quando chi vuole scrivere si rende conto che non c'è nessuna segreta tecnica da imparare, nessun metodo infallibile, nessuno stratagemma a colpo sicuro per inventare le proprie storie.

Eppure è vero che tutti noi abbiamo molte più idee di quante ne possiamo scrivere.

Il problema non è la loro mancanza ma il metodo per tirarle fuori dalla nostra testa.

lunedì 16 aprile 2012

La sfida delle storie brevi: cinque passi per vincerla

Le storie brevi costituiscono un terreno fertile sia per gli scrittori molto prolifici che per quelli che si affacciano solo ora nel mondo della narrativa.

Ai primi, infatti, il formato breve consente di dare subito foggia di racconto a tutte le idee che sono capaci di produrre; se poi, alcune di queste piccole perle si dimostreranno abbastanza articolate, l'autore potrà scegliere di estenderle dalla forma breve a quella del romanzo.

Anche per chi comincia, però, le storie brevi sono un ottimo modo di esprimersi, perché se ne può controllare meglio l'orchestrazione ridotta e perché il loro formato-mini attenua qualsiasi ansia da prestazione artistica.

Scrivere una storia breve però non deve sembrare così ovvio, per questo voglio indicarti alcuni aspetti da tener presenti se t'interessa questo genere di narrazione.

Personaggi, plot, tema, punto di vista e arco temporale restano sempre gli elementi da gestire, anche se il risultato sarà una storia che si dipana in venti, venticinque pagine.

Quali sono le regole implicite che ogni scrittore di storie brevi segue?

giovedì 5 aprile 2012

Scriviamo una storia: dal "Fu così che" al "Da quel momento"

Siamo nell'atto finale della tua storia, con i tre passi conclusivi che ti permetteranno di disegnare la risoluzione.

È quella zona narrativa nella quale le storie poliziesche e di mistero vedono annodarsi i propri fili verso la soluzione del caso, con l'investigatore che s'incammina decisamente verso il successo.

sabato 31 marzo 2012

Il mensile di Iltuowritingcoach: Marzo 2012

Da qui puoi accedere facilmente agli ultimi post del mese di marzo!

Più forte ti scriverò
Marzo si è aperto con l'addio a Lucio Dalla, improvviso e doloroso, forse il cantautore più completo di tutto il Novecento e oltre, musicista vero e soprattutto autore di testi ai quali, col dovuto rispetto, i suoi colleghi non sarebbero mai arrivati.

Mi è sembrato giusto, in questo post, sottolineare la complessità letteraria e lo spessore delle parole che hanno animato alcune delle meravigliose canzoni del cantautore bolognese, proprio per dimostrare che anche un grande innovatore come Lucio Dalla ha profonde radici nella letteratura di tutti i tempi.

La sai quella di...?
Quante volte abbiamo sentito un amico rivolgersi a noi di punto in bianco con queste parole.

La barzelletta, questa micro-storia dal perfetto meccanismo esplosivo, contiene in nuce l'atomo di ogni grande narrazione.

Forse, riflettendo su questa forma di racconto ultra-breve, possiamo ricavare informazioni importanti per la scrittura delle nostre storie, e di questo mi sono occupato nell'articolo che ti propongo qui.

Scrittore di che cosa?
La frase peggiore che puoi sentirti dire, dopo una presentazione incauta nella quale hai detto scrivo.

Tuttavia, non possiamo nasconderci: la letteratura è naturalmente organizzata in generi e forme, spesso caratterizzate da regole compositive, formali e contenutistiche peculiari.

Come confini e argini, le regole dei generi letterari ti costringono a scegliere che tipo di storia raccontare, escludendo tutte le altre possibili.

Una scelta ardua, come racconto in questo post, che va fatta solo dopo aver valutato ogni aspetto della questione.

giovedì 29 marzo 2012

Come scegliere il genere del tuo romanzo

La scelta del genere letterario cui dedicarsi è spesso combattuta, per chi inizia a scrivere.

Beati coloro che si fissano su una sola tipologia di storie, perché non dovranno mai dibattersi tra dubbi e incertezze su quale atmosfera, linguaggio e forma sia preferibile alle altre.

Scegliere di non scegliere
La cosa più semplice in realtà è non scegliere affatto il genere del proprio romanzo.

sabato 10 marzo 2012

Barzellette e storie: meccanismi perfetti

Usare le barzellette come strumento per apprendere che cos'è una storia "stringente" e come funziona può essere incredibilmente utile.

La loro brevità, unita alla ferrea struttura, rappresentano in formato micro ciò che ogni buona storia da raccontare deve possedere.

Nella barzelletta tutto si estende sul sistema di attese preparato dal narratore affinché l'ascoltatore reagisca con la mente e con le emozioni.

Inoltre, proprio come ogni elemento di una barzelletta fa da sostegno alla battuta risolutiva, ogni elemento di un racconto o di un romanzo deve contribuire ad affermare l'idea di fondo, il tema della storia.

Un buon racconto è dotato di un'ottima struttura quando nessuno dei suoi costituenti è superfluo: ogni elemento deve condurre all'inevitabile conclusione.

giovedì 1 marzo 2012

Lucio Dalla, il letterato nascosto



Senza alcuna retorica, penso che il miglior modo che ho per ringraziare Lucio Dalla è provare a riconoscergli ciò che solo in parte finora è stato sottolineato.

Quando ero un bambino, sentivo i "grandi" parlarmi di Fabrizio De Andrè come il cantastorie o il menestrello, o di Francesco Guccini come lo scrittore prestato alla musica o il filosofo.

Ricordo la passione di mio fratello, più giovane dei cosiddetti "grandi", per Dalla, ho stampata nella mente l'immagine dell'album Lucio Dalla del 1981, con il suo primo piano in copertina, ma soprattutto l'immagine interna, circondata dai testi delle canzoni, con lui al piano svestito da quasi marinaio.

E con quella copertina in mano, mio fratello e il suo amico vicino di casa si azzardavano in premature esegesi di quelle parole, troppo complesse per essere giudicate riduttivamente "canzonette".

Perché il punto è proprio questo: mentre non si esita a definire poeti e letterati gente come De Andrè, Guccini, Vecchioni o lo stesso pard di tante avventure di Dalla, cioè Francesco De Gregori, molto meno si fa notare la complessità letteraria e lo spessore culturale vero e proprio del cantautore bolognese.

Credo dipenda proprio da ciò che lo distaccava da tutti gli altri colleghi: la qualità musicale.

Dalla è un musicista, nel senso che suona strumenti, ma li suona veramente, e la musica non è solo il veicolo di trasporto delle parole, come accade per gli altri citati, tranne ovviamente rari casi in cui hanno azzeccato anche la linea melodica.

Questa sua profondissima competenza musicale lo ha reso capace di arrivare più facilmente alla gente: così, mentre gli altri di cui sopra hanno rappresentato la dimensione colta della canzone italiana - pur essendo musicalmente elementari - Dalla è stato il pop per eccellenza.

Invece io penso che nessuno dei suoi colleghi abbia usato in modo così corposo e significativo i grandi modelli letterari per i propri testi.

mercoledì 29 febbraio 2012

Il mensile di Iltuowritingcoach: Febbraio 2012

Il nuovo corso
Prima di riepilogarti tutti gli argomenti che abbiamo toccato in questo mese, ti annuncio la novità della sezione corsi: da marzo, tutti i percorsi formativi sulla scrittura sono a download immediato.

La possibilità di avere subito tutti i files video e le dispense nel proprio computer mi era stata richiesta da molte persone via mail, così le ho accontentate.

Da oggi puoi scegliere uno dei videocorsi e salvare sul tuo pc tutto il materiale per visionarlo secondo i tuoi tempi e le tue modalità.

Il download immediato naturalmente m'impedisce di effettuare una supervisione continuativa, il che ha comportato anche un notevole calo dei prezzi, ma tu potrai sempre richiedere questo servizio in aggiunta.

E ora, andiamo a vedere di che cosa abbiamo parlato a Febbraio.

Artisti o scrittori?
E perché non entrambi?

Anzi, senza dubbio la scrittura è la più complicata delle forme artistiche, perché la materia che il suo artefice manipola, le parole, è essa stessa l'opera.

Leggi questo post per approfondire la questione.

Storie da scrivere
Continua la nuova serie Scriviamo una storia con il secondo e il terzo post.

A tutti e tre gli articoli puoi accedere comodamente da questa pagina, che trovi anche nella barra superiore.

Naufraghi della narrativa
C'è una forma di racconto - fantasticato o realmente praticato - che contiene solo pregi: è misterioso, va subito al dunque ed è brevissimo.

Sto parlando dei messaggi in bottiglia, che evocano scenari d'avventura, vibrano di drammaticità e condensano in un solo foglietto eventi che è proprio il caso di definire burrascosi.

Ecco il mio post "in bottiglia" per te, raccoglilo!

La legge del più forte
Brutto constatarla.

Gli artisti di www.cocacolla.it (non so neanche se sia ancora attivo, il dominio) hanno ricevuto lo sfratto dalla Coca Cola per presunto plagio del marchio.

È una roba che non sta in piedi, anzi, è la prova della creatività di questo gruppo.

Se vuoi sostenerli, ti spiego qui come fare.

Scriviamo una storia: dal "Finché un giorno" al "E per questo"

Il punto di svolta di ogni storia coincide con un forte cambiamento nella condizione presentata nel primo atto o nella prima parte.

In una storia sull'amore di due persone, il punto in questione può consistere nel loro incontro, oppure nel loro rendersi conto del reciproco interesse.

Così, in Romeo e Giulietta di Shakespeare, l'incontro dei due durante il ballo in maschera è il nostro Finché un giorno...

Nei miei corsi insisto sempre molto sul conflitto, ed è chiaro che il punto di svolta di cui stiamo parlando è anche quello che stabilisce il conflitto della storia.

giovedì 23 febbraio 2012

Bollicine velenose...

Una delle migliori risorse online costretta a chiudere per lo strapotere di una multinazionale priva di ironia e soprattutto di capacità di riconoscere la qualità.

www.cocacolla.it, il blog d'arte contemporanea tra i più interessanti degli ultimi tempi, per l'eccesso di creatività nel naming è costretta a chiudere entro il 5 marzo, altrimenti quelli d'oltreoceano - autori del furto di San Niklaas, trasformato in Babbo Natale, ricordiamolo - si fanno andare le bollicine al cervello e li trascinano in tribunale.

Ecco uno stralcio del comunicato stampa degli sfrattati:

La motivazione è la seguente: … che la registrazione e l’utilizzo da parte sua del nome a dominio
www.cocacolla.it determina l’insorgere di un grave rischio di confusione per i consumatori che possono
essere indotti a ritenere che il segno COCACOLLA ed il nome a dominio www.cocacolla.it
siano volti a contraddistinguere prodotti/servizi distribuiti, organizzati o sponsorizzati dalla nostra
cliente o che comunque l’uso del segno COCACOLLA da parte sua sia stato autorizzato dalla nostra
assistita in base ad accordi o altri legami contrattuali o societari, il che non corrisponde al vero. L’uso
del segno COCACOLLA e del nome a dominio www.cocacolla.it da parte sua costituisce inoltre
contraffazione dei celebri marchi costituiti dalla dicitura Coca-Cola della nostra assistita.


In questi casi, fare da eco risonante è un dovere per ogni blogger.

Gli ormai quasi ex promettono però di tornare con un'identità nuova a brevissimo termine.

Li aspettiamo con un in bocca al lupo.

giovedì 16 febbraio 2012

Messaggi in bottiglia nel mare della scrittura



Il mio primo incontro con i messaggi in bottiglia risale alla mia infanzia in compagnia di Pippi Calzelunghe che trova un messaggio di suo padre prigioniero in una delle tante avventure della piccola protagonista.

Ho un altro flash, che salta direttamente ai Police con la loro Message in a bottle, poi - complice un epoca di telecomunicazioni tecnologicamente evolute - più nulla, finché non ho iniziato a interessarmi alla scrittura.

Oggi che sms e mail guizzano a velocità incalcolabile intorno e attraverso di noi, pensare ai messaggi in bottiglia è sufficientemente retrò e romantico da costituire spunto per un nuovo post.

giovedì 9 febbraio 2012

Scriviamo una storia: dal "C'era una volta" al "Ogni giorno che passava"

Molti libri sulla scrittura riportano la famosa struttura in tre atti: una storia, per avere la giusta organizzazione e il ritmo adatto, dovrebbe suddividersi in tre parti progressive.

Con le nostre sette mosse, ricalcheremo in qualche modo questa struttura tripartita.

I primi due passi citati nel post precedente, C'era una volta e Ogni giorno che passava, coprono per intero la sezione costituente il primo atto di una storia.

In questa sezione iniziale, lo scrittore persegue uno scopo ben preciso: dire al lettore tutto ciò che egli ha bisogno di sapere per comprendere il prosieguo della storia.

È fondamentale, e se il lettore, nel finale di un libro, si confonde, molto probabilmente è perché nelle prime due parti qualcosa non ha funzionato nel modo giusto.

sabato 4 febbraio 2012

Perché la scrittura è diversa da tutte le arti

Annoverare la scrittura tra le arti è doveroso: si tratta pur sempre di creare la vita, come accade per le altre discipline.

Così, proclamarsi scrittori ci mette sullo stesso piano dei pittori, degli scultori, degli architetti, dei musicisti, ognuno con le sue peculiarità e tutti capaci di produrre arte.

Ma è veramente così?

Sono davvero tutte di pari livello, le arti, o ce n'è una che è più arte delle altre, con degli artisti più artisti degli altri?

lunedì 30 gennaio 2012

Il mensile di Iltuowritingcoach: Gennaio 2012

Al di là dei simboli
Il nuovo anno è cominciato dando degna conclusione a quanto avviato nel 2011, con il quarto e ultimo post della serie La scrittura simbolica, e da questa pagina puoi accedere facilmente a tutti e quattro.

Leggendo si scrive
La connessione tra lettura e scrittura, per chi aspira a creare storie, è insolubile.

Solo la lettura, frequente e appassionata, di molti romanzi può garantirti la giusta freschezza e creatività.

In questo post l'invito a leggere per scrivere si rinnova, nel segno dell'amore per la narrazione.

Questione di metodo
Ogni storia può essere suddivisa in sette parti fondamentali, condivise da qualsiasi altra trama mai pensata e raccontata al mondo.

Ma vale anche l'inverso: non c'è racconto che non si possa costruire con questi sette mattoni.

Qui te li presento, e prossimamente te li illustrerò uno per uno.

All you need is wall
Che cosa scrive la gente sui muri?

Sono davvero solo brutture e volgarità?

O è possibile rinvenire qualche perla inedita e magari rileggere alcuni preziosismi letterari di writers col pallino della lettura?

Ecco che cosa ti offre la prima pagina di ricerca di Google con la chiave scritte sui muri.

Scrivilo sui muri

Una scritta sul muro di cinta di un campo di calcio, stamattina, mi ha fatto balenare l'idea di digitare su Google scritte sui muri, per esplorare il grado letterario di questa forma d'espressione.

I risultati sono sorprendenti.

Scriviamo una storia: sette mosse facili

Le storie non sono complicate, anzi, la maggior parte di esse è inaspettatamente semplice.

Semplice, però, non vuol dire facile.

La semplicità è molto difficile da raggiungere.

Molto spesso, ci facciamo bloccare dal desiderio di aggiungere maggiore complessità alla nostra scrittura.

Pensiamo che un più alto grado di complicazione renderà migliore il nostro testo.

In realtà, il testo non migliora, s'intorbidisce.

Come Browning fa dire ad Andrea del Sarto, less is more, meno è meglio, e noi dovremmo adottare questo motto.

Cominciamo allora da queste sette mosse facili.

Per oggi t'invito solo a leggerle e a renderti consapevole della loro importanza.

In queste sette mosse si racchiude tutta la narrativa.

  • C'era una volta
  • Ogni giorno che passava
  • Finché un giorno
  • E per questo
  • Fu così che
  • Alla fine
  • Da quel momento
Non c'è nessuna storia al mondo che non possa essere suddivisa in queste sette parti, così come non c'è alcuna trama che tu non possa inventare con esse.

Di sicuro le riconosci e nei prossimi post le vedremo una per una.

Per adesso, cerca solo di capire che, pur conoscendole, finora hai pensato che dovessero essere molto più complicate di ciò che in realtà sono.