domenica 26 giugno 2011

Il mensile di Iltuowritingcoach: Giugno 2011

Una piacevole illusione
Così è la scrittura narrativa: un velo di Maya dietro il quale chi scrive costruisce, come un artigiano, l'impalcatura per sorreggere la vita dei personaggi e le loro parole.

Che ruolo hanno l'ordine dei fatti narrati, l'alternarsi delle voci narranti, l'evoluzione dei personaggi?

Dietro le parole che si vedono si cela la preziosa scrittura invisibile.

Racconto, dunque imparo
Perché mai gli esseri umani a un certo punto si son messi a raccontare?

Raccontare le loro paure e le loro scaramanzie, i loro bisogni e le loro cacce, le loro immaginazioni e i loro dei.

In ogni storia, l'uomo si gioca la possibilità di imparare a vivere meglio.

Questa l'ho già sentita!
Certe storie si somigliano e forse non è un caso.

A Philip Roth la recente vittoria del Man Booker Prize è costata qualche pesante critica perché i suoi libri sono sempre uguali.

Le storie che Pino Cacucci racconta in Outland Rock hanno in comune una voglia di libertà intensa e irrefrenabile.

C'è modo e modo di essere sempre sé stessi.

martedì 14 giugno 2011

Scrivere sempre lo stesso libro



Ieri sera con piacere ho rivisto Puerto Escondido con la regia di Salvatores e ho pensato subito a questo post.

Già da qualche tempo avrei voluto scrivere di Pino Cacucci, l'autore del romanzo dal quale è tratto il film, perché il suo esordio letterario è un esempio di un fenomeno del quale i letterati sopraffini dibattono di frequente.

La domanda è: si scrive sempre lo stesso romanzo?

lunedì 6 giugno 2011

Perché raccontare storie?

Il saggio parla perché ha qualcosa da dire, il pazzo perché deve dire qualcosa.

Questa frase non è di Platone ma qualcuno in passato si divertì ad attribuirgliela.

A noi interessa il suo senso, e non la paternità certa.

Trasposta al nostro mondo di narratori, la frase spinge a chiedersi: perché raccontare storie?

La risposta  è scritta dentro di te, se solo pensi alle storie che conosci.

Le storie attaccate alla tua carne e alle tue ossa, quelle che ti porti dietro da quando le hai sentite, sono quelle che t'insegnano qualcosa.

È la prima ragione per la quale gli uomini inventano storie.

sabato 4 giugno 2011

La scrittura invisibile



Se hai visto il video avrai riconosciuto senz'altro alcune delle più famose illusioni ottiche e immagini ambigue che gli studi della psicologia della Gestalt hanno usato come prova per dimostrare che noi contribuiamo direttamente a costruire la realtà percepita dai nostri sensi, una realtà che effettivamente non esiste in sé.

Lasciamo stare i motivi per cui alcuni vedono il coniglio e altri il papero, perché i due cerchi contornati da altri cerchi più grandi o più piccoli appaiano di dimensioni differenti, o perché vediamo figure geometriche laddove non sono state tracciate.

Non è l'aspetto mentale che m'interessa - di solito questi argomenti li tratto in www.studialamente.com - bensì il fatto che esista un oggetto comunicativo, l'immagine appunto, e un risultato comunicativo, ossia come l'immagine viene percepita, e che sono tremendamente diversi.

Trovo questa situazione molto simile alla scrittura di storie: è facile scorgere gli aspetti più reconditi di una trama se sai cosa stai cercando, ma è impossibile trovarli se non ne sei neanche a conoscenza.