sabato 29 dicembre 2012

Raccontare o raccontarsi?

Quando si dice che la buona scrittura arriva dal cuore, s'intende comunemente il racconto di eventi vissuti nella vita reale?

È necessario essere stati i protagonisti dei fatti che poi trasferiremo nelle pagine, per coinvolgere il lettore fino a immergerlo nella vicenda e nelle emozioni dei personaggi?

Difficile dare una risposta univoca.

Sicuramente, il successo di romanzi in forma di diario o di memoriale e di film basati su storie vere pende a favore di quest'ipotesi.

Magari il lettore, sapendo che si tratta di qualcosa di realmente accaduto, sente soddisfatta anche la sua voglia di informazione e il racconto romanzato su fatti veri gli ispira più fiducia.

Questo non vuol dire che una bella storia di fantascienza non possa essere apprezzata, ma che le emozioni che può trasmettere un racconto basato su eventi realmente accaduti sono più facilmente condivisibili e riconoscibili.

Quindi, il vecchio adagio scrivi ciò che conosci sembra trovare conferma in questo ragionamento.

Ma se le cose stanno così, che cosa dovrebbero fare tutti gli aspiranti scrittori che ritengono di non avere una vita sufficientemente ricca di avvenimenti da raccontare, ritenendola noiosa e di alcun interesse per chicchessia?

domenica 23 dicembre 2012

Scrivere ciò che non hai mai scritto

Siamo usciti indenni dall'annunciata fine del mondo.

Eppure, se solo fossimo stati più attenti, il giorno prima della catastrofe preventivata, avremmo colto l'occasione dell'anno, anzi, di tutta la nostra esistenza.

Pensaci per un attimo: che cosa potresti scrivere se sapessi di avere ancora un giorno, uno soltanto, per buttar giù l'ultimo testo della tua vita?

Un pensiero che all'inizio può gettare ancor di più nello sconforto, facendoci piombare nella tremenda sensazione di non sapere davvero che cosa tracciare su quel foglio o quali tasti pigiare.

Gli scrittori sono una razza molto strana.

Prima, osservano il mondo con le lenti di chi vuole comprendere il perché e il percome del comportamento umano, al fine di strutturarlo in un racconto o in una storia.

Poi però qualcosa li frena dallo scrivere direttamente ciò che hanno visto, sentito, percepito, compreso.

A volte sono le distrazioni e gli impegni derivanti dal lavoro, dalla famiglia, o dalla semplice mancanza di tempo, qualsiasi cosa voglia dire.

Altre volte - la maggioranza - è che a pensarci meglio, essi non hanno davvero idea di che cosa scrivere con precisione.

Qualcosa li ha toccati, ma decidono comunque di aspettare che tutto si chiarisca, che la sensazione di incapacità, in contrasto con quella di aver trovato qualcosa che accende l'ispirazione, scompaia per arrivare a una storia ben definita.

Ma c'è dell'altro.

giovedì 13 dicembre 2012

Scrivi come mangi

Non c'è bisogno che lo dica io: da alcuni anni, e in questo 2012 in particolare, l'argomento culturale che ha monopolizzato l'attenzione di tutti i media - internet compreso - è il cibo.

La tv ormai fonda una buona metà dei suoi palinsesti sui programmi di cucina e le loro varianti, in edicola le riviste di gastronomia continuano a tirare da matti e anche in rete ci sono almeno tre o quattro siti e blog che spopolano.

Tra semplici contenitori di ricette e veri e propri diari di viaggi alla scoperta delle cucine del mondo, il cibo è più che mai l'argomento di principale interesse di lettori, telespettatori e navigatori.

Che cosa c'entra con la narrativa?

Semplice: scrivere di cibo può essere un ottimo sistema per caratterizzare i tuoi personaggi.

Non c'è bisogno che io ti citi alcuni dei romanzi sull'argomento arcifamosi, dai quali sono stati anche tratti succulenti film, come Il pranzo di Babette della Blixen, Dona Flor e i suoi due mariti di Amado, Come l'acqua per il cioccolato della Esquivel, per non parlare di Le relazioni culinarie di Staikos che però ho letto solo per rispetto verso il bellissimo viaggio in Grecia che avevo fatto, perché anche se contiene il meglio della cucina ellenica, come romanzo lascia parecchio affamati.

Ogni nostro evento culturale, tradizionale e istituzionale passa attraverso la tavola, dal Natale alle colazioni di lavoro, passando per la cena a lume di candela, tutti sistemi non solo per nutrirsi ma per entrare in contatto con estranei o familiari.

Il cibo scolpisce la cultura di paesi e popoli.

Descrivere dunque il cibo dei tuoi personaggi ti aiuta a definirli meglio, a disegnare il loro mondo e a far assaporare il loro ambiente al lettore.