domenica 23 marzo 2014

Scrivere storie: quale marcia inserisci?

Ci sono momenti nei quali la scrittura sembra emergere direttamente dalle nostre profondità.

Sgorga, come guidata da una forza più grande di noi.

In altri momenti, ci accorgiamo che ogni parola ha bisogno di essere soppesata, e che comporre una frase è un processo lungo e minuzioso.

La scrittura in quel momento vuole la nostra cura, la nostra attenta dedizione.

Se scrivi ti sarà capitato di vivere questi due stati differenti.

Sono come due marce nel motore del tuo scrivere.

La prima è una marcia veloce, scattante, la scrittura è su di giri e tu la lasci andare come lasci andare in quinta la macchina su un bel rettilineo sgombro.

La seconda è una marcia lenta, potente, la scrittura si sposta piano, parola dopo parola, frase dopo frase, come si sposta l'auto in un parcheggio affollato attenti a non urtare nessuno.

Fin qui nulla di nuovo.

E forse ti sarà capitato anche di sbagliare l'innesto della marcia.

Quando per errore ti entra una marcia inadeguata senti subito il motore impazzire e l'auto arrancare.

Allo stesso modo, ti sarà successo di provare a buttar giù una pagina e perderti invece dietro ogni sillaba, o al contrario, di voler scegliere le parole giuste senza riuscire a far soffermare gli occhi, la mente e la mano.

In quei momenti, hai solo innestato la marcia sbagliata.

domenica 9 marzo 2014

Revisionare bene un testo

Come si fa a scrivere un racconto capace di far commuovere il lettore?

Come si fa a raccontare una storia che raggeli il sangue nelle vene, che faccia esplodere l'immaginazione di chi legge, che si levi dalle pagine come un canto?

La domanda è suggestiva, ma contiene un errore che sfugge a prima vista.

Nessuno può scrivere una cosa simile, commovente, raggelante, esplosiva o musicale.

È possibile però che qualcuno possa revisionare qualcosa del genere, se il testo che revisiona glielo permetterà.

Chiariamo subito due concetti importantissimi.

La scrittura è per almeno due terzi ri-scrittura, quindi revisione, editing, aggiustamenti, correzioni, cancellature, rifacimenti, rielaborazioni, e tanti altri ri in diverse forme.

Per fare una buona revisione narrativa, prima del talento, della sensibilità, dell'esperienza, della creatività e di tutte le altre facoltà mentali, ci vuole resistenza.

La tua mente cercherà subito di dirti che va bene così, che non è il caso di revisionare ancora, che hai già cambiato tutto ciò che c'era da cambiare.

Perché la tua mente è impregnata di insicurezza, e preferisce evitare la penosa esperienza di dover ammettere che quelle parole sono da togliere, quelle altre sono da sostituire, quelle altre ancora chissà come ti sono venute in mente.

La revisione, l'editing, è una pratica indispensabile che però lascia esausti.

Un lavoro che ti spezza le ossa, se lo fai sui testi altrui, e che può indebolire la fiducia in te se lo fai suoi tuoi testi.

Però, se riesci a non mollare, arriva il momento in cui l'editing davvero migliora quel testo, davvero lo porta a un livello superiore, davvero te lo fa immaginare già davanti a un lettore pienamente soddisfatto.

Così capisci che non puoi esimerti da questa responsabilità, se vuoi davvero commuovere, raggelare, far esplodere o incantare i lettori.

Un lavoro duro, frase per frase, a cesellarne la forma, a raccogliere la polvere e decidere quanta riutilizzarne e quanta buttarne via.

Un lavoro estremamente gratificante, che ti dimostra quanto sia vero che l'arte si estrae togliendo il superfluo e non aggiungendo materia.

Ma come puoi iniziare a farlo in modo efficace e senza troppa fatica?