mercoledì 30 gennaio 2013

Scrivere in seconda persona: tre vantaggi incredibili

Prima persona, terza persona...

Il novantanove per cento e oltre di tutta la letteratura mondiale è scritta con questi due unici punti di vista.

Quando però ci capita tra le mani un racconto in seconda persona, in cui la voce narrante ci si rivolge con il tu, avvertiamo qualcosa di strano, di anticonvenzionale, al limite dell'accettabile, ma incredibilmente efficace per dare un tocco davvero nuovo a una storia.

Scegliere il punto di vista è essenziale per dare al lettore una precisa prospettiva dalla quale assistere alla storia narrata.

Anche la seconda persona permette di fare questo, ma il modo specifico in cui lo fa la rende una soluzione originale, da provare almeno una volta nel tuo percorso di scrittura.

domenica 20 gennaio 2013

Quando non hai voglia di scrivere...

Non dirmi che non ti capita mai.

Non sto parlando di quando non puoi scrivere, di quando il treno ritarda, di quando il rubinetto perde o la lavatrice si rompe, di quando la zia ti piomba in casa all'improvviso, o di quando ti concedi un salutare cambio di programma imprevisto perché magari fuori c'è la più splendida delle giornate.

Sto parlando di quando sai benissimo che dovresti scrivere, che dovresti portare a termine quel racconto, che dovresti schiodarti da Facebook e dalla mailbox e metterti a lavorare.

Dovresti, dovresti, dovresti...

Ma ci riesci?

Ti dico due cose.

La prima è abbastanza facile, cioè che succede anche a me e ti assicuro che è un destino molto diffuso nel mondo della scrittura a ogni livello.

La seconda è che io la maggior parte delle volte... non ci riesco.

Perché allora dovresti stare qui a leggere ciò che ti dico su questo problema se poi io stesso non ho la soluzione?

Primo, perché credo che una vera e definitiva soluzione non ci sia: stiamo parlando di creatività, cioè di vita pulsante, non di macchinette sforna-romanzi, e la vita è fatta di flussi e riflussi, di ondate di piena e periodi di risacca.

Secondo, perché alcune persone, di fronte al dovrei scrivere ma non ne ho voglia rischiano di convincersi che la scrittura non fa per loro.

Si potrebbe addirittura dire che il famoso consiglio di scrivere ogni giorno può essere controproducente, perché capiterà sempre un giorno in cui non puoi o proprio non vuoi metterti lì, ma questo non vuol dire che tu stia rinunciando al tuo progetto globale di scrittura.

Il cervello però a volte non distingue il no di un momento e lo estende a tutta la passione che c'è dietro, facendolo diventare un no totale.

Le cose non stanno così, in realtà anche i momenti di svogliatezza possono diventare opportunità redditizie che in seguito gioveranno alla tua scrittura.

Perciò, quando non hai voglia di scrivere...

giovedì 3 gennaio 2013

Sei parole per un racconto

Leggenda vuole che Hemingway abbia scritto il romanzo più breve nella storia della letteratura, con sole sei parole: vendesi scarpe per bambino, mai indossate.

Lasciamo ai filologi contemporanei la dimostrazione della paternità, resta il fatto che una storia in sei parole può essere un bel modo per far pratica con la scrittura, senza l'onere di un romanzo.

Già quando la leggi, senti la tua capacità creativa e narrativa ravvivarsi, grazie al meccanismo del dico-non dico, con una manciata di vocaboli che evocano una storia mai scritta del tutto eppure perfettamente comprensibile.

Infine, le storie in poche parole - delle quali avevo già parlato qui - funzionano anche come incipit fulminante per storie di maggior lunghezza.

Come realizzarle?