domenica 30 gennaio 2011

Quanti protagonisti? Vizi e virtù delle storie parallele

Qualche mese fa, al termine della lettura di Fama di Daniel Kehlmann, ho provato una strana sensazione:  il romanzo racconta in ogni capitolo la storia di un personaggio che però si intreccia a quella degli altri, così alla fine la trama può ricomporsi a mosaico nella testa del lettore, e io pur riconoscendo la perizia dell'autore e l'originalità di alcune soluzioni, per trovando stimolante la struttura a incastro delle storie parallele dei personaggi, ho comunque chiuso il libro con una scarsa eco emotiva.

E mi sono chiesto perché.

venerdì 28 gennaio 2011

Come NON scrivere un mattone

Cosa accade quando produci tanto, anzi, troppo materiale per il tuo racconto?

Il rischio a cui ti esponi è scrivere una storia zeppa di dettagli irrilevanti per la comprensione e il godimento del lettore.

Il paradosso sta nel fatto che è un rischio a cui ti esponi proprio se lavori in profondo alla tua storia, facendo un lavoro di ricerca preliminare serio e meticoloso.

Ti trovi tonnellate di materiale davanti, ed è così tanto che non riesci a distinguere le cose veramente necessarie da quelle superflue.

Così, proprio perché sei intelligente e sai scrivere, riesci a giustificarle tutte all'interno del tuo racconto.

Ma così ti trovi tra le mani il classico "mattone".

lunedì 24 gennaio 2011

Editing e scrittura: quanto tempo per revisionare?

Se sei una persona abituata a pianificare, o se hai compreso l'importanza di stabilire tempi precisi per il tuo lavoro, è giusto che tu ti chieda quanto duri più o meno ogni fase del tuo lavoro di scrittura.

Quando si tratta di fiction però i tempi vanno intesi sempre con cautela: la scrittura narrativa è sempre immersa nella tua creatività e in qualsiasi momento potresti volere o dovere apportare cambiamenti per migliorare il tuo racconto.

Per quanto riguarda l'editing, ossia il lavoro di revisione, correzione e rifinitura formale e stilistica del tuo testo, la questione è ancora più complessa.

Infatti, ci sono due scuole di pensiero:

  • scrivere è riscrivere: tutto ciò che scrivi in prima stesura è sicuramente da rifare, è la "spazzatura" a galla, hai bisogno di andare più in profondità per trovare la giusta voce. Chi appartiene a questa scuola pensa poco alla sua storia prima di mettersi a scrivere, fa una prima stesura rapida e poi impiega tantissimo tempo nell'editing.
  • la scrittura è la scrittura e l'editing è l'editing: mediti molto a lungo prima di stendere la versione iniziale, poi scrivi al meglio che ti sembra possibile, infine fai un po' di correzioni e revisioni stilistiche, per poi ricominciare. In questo caso la preparazione è lunga, la scrittura abbastanza spedita, la revisione un lampo.
Tra questi due estremi ovviamente ci possono essere casi intermedi, ma non tanti quanto penseresti.

L'appartenenza culturale, poi, gioca un ruolo importante: in genere gli europei, che hanno un approccio alla cultura di più ampio respiro, ricadono nella prima categoria, mentre gli americani, più pragmatici, fanno prevalentemente parte della seconda.

giovedì 20 gennaio 2011

La metafora, ovvero una spezia da usare con parsimonia

Il titolo stesso è una metafora, ossia una forma di paragone diretto, non mediato dal come o da locuzioni complesse come simile a: la metafora è una spezia è una metafora, la metafora è come/simile a una spezia è invece una similitudine.

Quando usiamo simili figure retoriche di sicuro arricchiamo il linguaggio e lo rendiamo più vivo.

Non dobbiamo guardare molto lontano per trovare metafore: da le gambe del tavolo alla vecchia fiamma, nelle nostre parole di ogni giorno abbondano paragoni retorici di ogni tipo.

Riguardo alle gambe del tavolo, tutti abbiamo esperienza delle gambe come qualcosa di affusolato, lungo, che tiene su il corpo come gli appoggi del tavolo tengono su il piano.

La vecchia fiamma si riferisce alla sensazione di passione bruciante provata in passato con un partner, con una forte valenza emotiva.

Le usiamo ormai senza neanche più farci caso in qualsiasi momento.

domenica 16 gennaio 2011

Scrivere nel 2011: dieci buoni propositi per il nuovo anno

Pronti a stabilire qualche obiettivo concreto per questo nuovo anno nella scrittura?

Ecco una lista di alcuni propositi significativi per chiunque ami scrivere.

Scegline uno o due con i quali darti da fare: quando arriverà gennaio 2012 ti guarderai indietro e potrai constatare quanto di buono hai realizzato.

Stabilisci il tuo tempo per scrivere
Sembra sia il problema dei problemi, per chi vuole scrivere, ma se decidi di impegnarti a dedicare un certo tempo ogni giorno alla tua scrittura - anche poco per volta - i risultati ti sorprenderanno.

Se poi tendi a procrastinare - e chi di noi non ha questa tendenza - stabilire in maniera ferma una fascia oraria da dedicare alla scrittura è necessario.

Per me funziona meglio scrivere sempre alla stessa ora, almeno nei mesi invernali (infatti, le mie sono le ore più calde!).

Dopo un po' il cervello sembra "abituarsi" alla consuetudine oraria, e io avverto già una mezz'ora prima il suo attivarsi, pronto a fornirmi spunti, idee e soluzioni per i miei testi.

Supera i tuoi blocchi
Il processo non è difficile: individua le cause del tuo blocco, rimuovile, e scrivi.

Ma allora perché, nonostante questa semplicità, tutti finiamo per caderci e ricaderci?

Ti sembrerà strano, ma spesso preferiamo non agire piuttosto che rischiare di agire e non raggiungere gli obiettivi fissati dalle nostre aspettative.

Il blocco dello scrittore non è mai, e sottolineo mai, qualcosa di oggettivo.

Finisci di scrivere un lavoro incompiuto
Tutti coloro che amano scrivere ne hanno uno, garantito.

Alcuni sono proprio arrivati a un passo dal finale, altri lo hanno addirittura completato nella prima stesura ma l'idea di farne l'editing li terrorizza, altri ne hanno delineato solo l'idea di base e dipinto nella loro immaginazione qualche scena.

Ma tutti, proprio tutti, hanno un lavoro incompiuto da finire.

Fai che il 2011 sia l'anno giusto per quel tuo lavoro nel cassetto.

martedì 4 gennaio 2011

Sempre la stessa storia!

Hai presente il classico déjà vu?

Non molto tempo fa ho visto a poche sere di distanza due film, entrambi di genere thriller, entrambi statunitensi.

Il primo si intitola Soluzioni estreme, di Michael Apted, con Hugh Grant e Gene Hackman (ma c'è anche Sarah Jessica Parker che moltissimi conoscono come Carrie Bradshaw di Sex and City), è un film del 1996 ma io non l'avevo mai visto.

C'è un medico che indaga su una strana morte di un paziente al pronto soccorso e scopre che c'è uno scienziato che usa gli umani per esperimenti di neurochirurgia.

Qualche sera dopo, l'altro film, Colpevole d'omicidio, con Robert De Niro diretto da Michael Caton-Jones, anche questo non recentissimo, 2002, il che dimostra che vado troppo poco al cinema.

Un poliziotto, figlio di un infanticida, è costretto a indagare su suo figlio, macchiatosi a sua volta di un delitto.

E va bene, dirai, vuoi anche dirmi quali pubblicità hanno trasmesso o arrivi al punto?

Eccolo.