lunedì 25 ottobre 2010

Programmare il tempo per scrivere

Dobbiamo fare il miglior uso possibile del tempo libero.

Non lo dice un guru o un modernissimo trainer in personal development, ma Gandhi, ossia una persona decisa a fare davvero ciò in cui credeva.

Noi crediamo nella scrittura?

E allora scriviamo.

E qui spuntano i problemi.

Spesso le faccende quotidiane hanno il sopravvento sullo scrivere.

Scrivere sembra sempre più dispendioso di tutto il resto e non importa quanto noi dichiariamo la sua importanza: riusciremo sempre a trovare qualcos’altro da fare.

Quasi tutto appare più facile che sedersi lì per un determinato tempo e piazzare le parole sul foglio.

Temo che, come me e tante altre persone, tu ti imbatta spesso in scuse per non sederti lì a lavorare.

Vediamone alcune:

giovedì 21 ottobre 2010

Esercizi di scrittura: quello che ho perduto e quello che ho trovato

Pubblico con molto piacere questo piccolo racconto di Valeria Pistolato, ispirato da uno degli esercizi del minicorso Storie brevi, intitolato Quello che ho perduto e quello che ho trovato.


Valeria Pistolato è autrice del blog http://yaila.wordpress.com/ .


Puoi ricevere il corso anche tu, iscrivendoti con il form qui a lato.


Grazie a Valeria e grazie comunque a tutti gli altri iscritti, dai quali spero di ricevere altri testi da pubblicare.


Buona lettura.


Chissà perché ogni anno mi avvicino alla data del mio compleanno con l'animo di chi deve, volente o nolente, fare un bilancio della propria vita...
Ancora intorpidita dal sonno resto lì, fra le lenzuola, abbracciata al mio cuscino, avvolta dal silenzio del primo mattino quando tutto il mondo ancor riposa, e penso. Penso a quanto la vita sia beffarda. A volte ti toglie, altre volte di dà, ma sempre secondo la sua volubilità e mai secondo i tuoi desideri.
Nella vita, a causa della mia disabilità, ho perduto la possibilità di vivere la mia infanzia serenamente come qualsiasi altra bambina, ma ho trovato la capacità di sorprendermi e di emozionarmi per le piccole cose: l'alba, il tramonto, un campo pieno di papaveri in fiore, l'abbraccio ad una persona cara.
Ho perduto la possibilità di giocare con le bambole perché ho dovuto badare ben presto ai miei fratelli mentre i miei genitori erano al lavoro, ma ho trovato, oggi, un legame molto forte, oserei dire indissolubile, coi miei fratelli, anche se i piccoli diverbi quotidiani condiscono spesso il rapporto che c'è fra di noi.
Nella vita ho perduto, o per meglio dire non ho mai avuto, la possibilità di usare le mie gambe come tutti gli altri, in modo scaltro, veloce, attivo, ma ho trovato la possibilità di usare il mio cervello e la mia anima per creare ogni giorno qualcosa di nuovo per me, qualcosa che arricchisca, sorprenda e faccia gioire me stessa prima che le persone a me care.
Nella vita ho perduto il rispetto degli altri per me. Il rispetto di persone che erano convinte che non fossi in grado di capire, di ragionare, di soffrire per i loro insulti. Poi però, con un po' di freddezza, di egoismo e di autostima, ho trovato me stessa e la capacità di rispettarmi, amarmi e apprezzarmi per quella che sono: una
persona non più disposta ad accettare le angherie, le offese gratuite, i voltagabbana.
Nella vita ho trovato un tumore che ha messo a dura prova la mia persona, la mia anima, la mia femminilità, e per questo ho solo perso. Ho combattuto... L'ho combattuto strenuamente e ho vinto la battaglia, ma ho come l'impressione di aver perso un sogno, il mio sogno più grande, e non ho ancora capito se l'ho perso per sempre.
Forse è solo questione di tempo.

venerdì 15 ottobre 2010

Il permesso di scrivere

La creatività è di tutti
Gli uomini comuni guardano le cose nuove con occhio vecchio. L'uomo creativo osserva le cose vecchie con occhio nuovo.

La prima volta che lessi queste parole di Gian Piero Bona rimasi esterrefatto.

A quel tempo pensavo già all’importanza della voce individuale che ognuno di noi possiede e con cui può esprimersi.

Ma pensavo anche al diritto di sentirsi creativi per la capacità di portare una ventata nuova.

Così avevo trovato qualcuno che sapeva esprimere questo concetto meglio di me.

Nei dizionari, creatività viene definita come la capacità di creare e inventare con libera fantasia.

Ma la domanda è: ammesso si riesca a lanciarsi in una libera creazione di fantasia, come facciamo a sapere che stiamo creando qualcosa di buono?

giovedì 7 ottobre 2010

Il nome del personaggio: un dettaglio "pesante"

Chi scrive narrativa o sceneggiature prima o poi deve scegliere i nomi dei suoi personaggi.

Anche nel caso estremo in cui decida di servirsi di appellativi generici come uomo, o di chiamare i personaggi con dei numeri progressivi, o "battezzi" come uomo senza nome il suo eroe - come hanno fatto Sergio Leone e Clint Eastwood - non avrà eluso la scelta, bensì avrà solo confermato la sua importanza.

Dare il giusto nome al personaggio può avere diverse importanti conseguenze.