lunedì 30 aprile 2012

Il mensile di Iltuowritingcoach: Aprile 2012

L'ultima puntata
All'inizio del mese ho pubblicato l'ultimo post della serie Scriviamo una storia, incentrato sulla catena di eventi che portano al climax e alla risoluzione di ogni racconto.

Spero che la serie intera ti possa essere utile, soprattutto come stimolo a inventare i tuoi racconti e magari a inviarmeli per farteli pubblicare.

Buona scrittura!

La regola della brevità
Per scrivere delle storie brevi esistono regole precise?

Quali potrebbero essere i punti essenziali da tener presenti per costruire un buon racconto breve?

Come evitare il rischio di espandere troppo la scrittura per poi arenarsi e non completare la propria storia?

È seguendo queste domande che ho costruito per te questo piccolo vademecum sulle storie brevi, sulle loro caratteristiche e sui preziosi accorgimenti da prendere per non perderti e portarle a termine.

Ricorda di mettere sempre il piacere di raccontare come regola di tutte le regole!

Idee in azione
Molte persone desidererebbero dar vita a un racconto se non addirittura a un romanzo, potersi esprimere con il linguaggio narrativo, sentirsi autori e creatori di qualcosa di vivo.

Eppure, le stesse persone a volte non riescono neanche a mettere la prima parola nero su bianco, perché o non trovano quella che loro chiamano l'idea giusta o non sono soddisfatte di quelle idee che sono riuscite a trovare.

Esiste un modo certo per valutare se un'idea narrativa sia giusta o meno?

Si può essere certi prima di scrivere che il racconto che vogliamo produrre alla fine funzionerà?

Come superare il terrore di lasciare incompiuta la nostra opera?

Raccogliere idee per la tua storia è molto più facile di quanto sembri, se superi l'equivoco di dover trovare la tua idea di punto in bianco.

Le storie non nascono da un momento all'altro: esse emergono in maniera imprevedibile, quando i personaggi, i luoghi, i sentimenti e le atmosfere si sono sedimentati a lungo dentro di te.

Tutto finisce
Una dura verità, soprattutto per le storie vissute.

Vale però anche per quelle raccontate, e ogni scrittore sa di dover trovare un buon finale per il suo racconto.

Quanti tipi di finale esistono?


Quali sono le loro caratteristiche?


Come posso capire quale finale è più adatto alla mia storia?

Il finale è l'ultima impressione che lasci nel cuore del lettore, come puoi capire da questo post: sceglilo con cura.

Siamo sul giornale!
Ma sì, Silvia Truzzi su Il Fatto Quotidiano di sabato 28 parla di tutti noi che, animati dal desiderio di far entrare la scrittura nelle nostre vite, cerchiamo un modo per migliorare, per esercitarci, per capire come funziona.

Lo facciamo chiedendo, ammirando, copiando, persino pagando!

Paghiamo quella persona perché abbiamo letto le sue cose e ci sembrano giuste per noi, ci ispirano, ci hanno ridato la speranza dopo aver visto i nostri tanti manoscritti finire nei cestini delle case editrici o essere usati da tipografi millantatori che, in cambio della stampa, ci hanno chiesto migliaia di euro!

Dov'è il male dei corsi di scrittura?

sabato 28 aprile 2012

I corsi di scrittura servono?

Da questa domanda dalle cento pistole parte la riflessione di Silvia Truzzi su Il Fatto Quotidiano di stamattina, 28 aprile 2012, pagina 14.

Col titolo Pago dunque scrivo - Il business della creatività, la giornalista ha impacchettato la sua opinione sul fenomeno corsi di scrittura alludendo, senza troppe velature, alla loro sostanziale inutilità per chi li frequenta, opportunamente bilanciata dal guadagno di chi li promuove.

Il messaggio generale è che la scrittura sta da tutt'altra parte rispetto a quella dei tanti percorsi formativi che dovrebbero insegnare la narrativa, questo sia che li faccia Alessandro Baricco alla scuola Holden, sia che li faccia Pinco Pallino alla scuola tinsegnohascrivere.

Ed è sicuramente una tesi fondamentale a tutto il discorso spiegato nell'articolo: se i letterati potessero davvero insegnare a scrivere, allora nessun non-letterato (mi sento un po' Godel, adesso...) dovrebbe permettersi di usare la scrittura, neanche i laureati in legge come la Truzzi.

Invece, poiché io penso che le due cose non c'entrino assolutamente nulla e che, come si diceva al mio paese nel diciassettesimo secolo a la pruova se vede lo mellone, trovo che la giornalista, nonostante la formazione legale, sia più che un fior di scrittrice, direi un bouquet intero.

Avvocati, pm, giudici, persino i notai, sanno ben giocherellare con la retorica.

Ma non c'è niente di più noioso della retorica per chi la retorica la sa (e pure questa frase lo è).

martedì 24 aprile 2012

Il finale perfetto: cinque modi per realizzarlo

Che cosa fai quando sfogli i titoli in libreria, per scegliere quale libro acquistare e immergerti in un'entusiasmante lettura?

Credo che nove persone su dieci, facciano quello che anch'io non manco di fare: leggere l'incipit o la prima pagina, come ho raccontato qui.

Eppure non è difficile intuire che anche l'explicit, ossia il finale, deve avere pari importanza rispetto alle frasi iniziali.

Sono in fondo i due pilastri sui quali si regge l'intero arco narrativo e non possiamo toglierne o sminuirne uno, altrimenti l'arco si fa sbilenco.

Ovviamente, quando scegliamo un libro mai letto non ci sogniamo neanche di andare a spulciare il finale, all'idea terrificante di scoprire come va a finire prima ancora di aver capito come andava a iniziare.

E per lo stesso motivo chiunque ami le storie - scritte o filmate - potrebbe commettere nefandezze nei confronti di chi osa rivelargli il finale (che in parte è ciò che faccio io in questo post, ah ah!).

Come si fa a costruire un buon finale?


Quali caratteristiche deve avere per lasciare il segno?


Quante possibilità abbiamo di scrivere una frase di chiusura efficace?

venerdì 20 aprile 2012

Idee per scrivere: come trovarle, come usarle, come esserne felici

La domanda più comune che si pone chi vuole scrivere narrativa è senz'altro quella sul come farsi venire idee per una storia da raccontare.

La domanda arriva quando l'aspirante scrittore scopre che non è come aveva sempre pensato, cioè che i grandi scrittori vedono le proprie idee sbocciare da sole nella propria mente creativa.

La domanda poi ritorna, quando chi vuole scrivere si rende conto che non c'è nessuna segreta tecnica da imparare, nessun metodo infallibile, nessuno stratagemma a colpo sicuro per inventare le proprie storie.

Eppure è vero che tutti noi abbiamo molte più idee di quante ne possiamo scrivere.

Il problema non è la loro mancanza ma il metodo per tirarle fuori dalla nostra testa.

lunedì 16 aprile 2012

La sfida delle storie brevi: cinque passi per vincerla

Le storie brevi costituiscono un terreno fertile sia per gli scrittori molto prolifici che per quelli che si affacciano solo ora nel mondo della narrativa.

Ai primi, infatti, il formato breve consente di dare subito foggia di racconto a tutte le idee che sono capaci di produrre; se poi, alcune di queste piccole perle si dimostreranno abbastanza articolate, l'autore potrà scegliere di estenderle dalla forma breve a quella del romanzo.

Anche per chi comincia, però, le storie brevi sono un ottimo modo di esprimersi, perché se ne può controllare meglio l'orchestrazione ridotta e perché il loro formato-mini attenua qualsiasi ansia da prestazione artistica.

Scrivere una storia breve però non deve sembrare così ovvio, per questo voglio indicarti alcuni aspetti da tener presenti se t'interessa questo genere di narrazione.

Personaggi, plot, tema, punto di vista e arco temporale restano sempre gli elementi da gestire, anche se il risultato sarà una storia che si dipana in venti, venticinque pagine.

Quali sono le regole implicite che ogni scrittore di storie brevi segue?

giovedì 5 aprile 2012

Scriviamo una storia: dal "Fu così che" al "Da quel momento"

Siamo nell'atto finale della tua storia, con i tre passi conclusivi che ti permetteranno di disegnare la risoluzione.

È quella zona narrativa nella quale le storie poliziesche e di mistero vedono annodarsi i propri fili verso la soluzione del caso, con l'investigatore che s'incammina decisamente verso il successo.