martedì 31 dicembre 2013

Grazie 2013!

159 post.

Ai quali però vanno aggiunti gli oltre settecento degli altri miei blog, e pagine di racconto, romanzo, saggio, materiali per i corsi, persino letterine per le festività che mi è capitato di dover buttar giù su richiesta.

Il 1 gennaio 2013 non avrei saputo immaginare neanche un terzo di tutto ciò che quest'anno ho effettivamente scritto.

Non avrei mai pensato alle occasioni, ai pretesti, alle necessità, agli stimoli che mi hanno portato a scrivere tutto ciò che ho scritto in questi dodici mesi.

Per non parlare del mio scenario sul futuro di quattro o cinque anni fa, quando ho iniziato l'avventura dei blog.

Forse la fregatura, per chi scrive, è avere sempre questo sguardo verso il domani.

sabato 28 dicembre 2013

La prima pagina del tuo racconto

Chi scrive storie lo sa: la prima pagina è difficile ed è forse la parte che si cambia maggiormente prima di decidersi a chiudere un racconto.

Nei manuali di scrittura o sui blog potrai trovare centinaia di testi che ti consigliano o addirittura ti prescrivono i passi da compiere per avere una prima pagina che funziona.

Io stesso avevo pubblicato tempo fa un post sul tema, prendendo  a esempio la prima pagina di un romanzo.

Senza fornire una vera e propria ricetta per ottenere una grande prima pagina, possiamo però convenire su tre punti che, opportunamente curati, renderanno sicuramente l'inizio del tuo racconto più interessante e avvincente.

martedì 24 dicembre 2013

Malati di storie

Per alcune persone, raccontare e ascoltare storie è una vera malattia.

E questa malattia accompagna il genere umano sin dagli albori.

Dalla voce, ai segni rupestri, dalle tavolette al teatro, dai manoscritti ai tabelloni dei cantastorie, dalle prime stampe ai fumetti, dal grande schermo agli e-reader, passando per la tv e la rete, abbiamo visto cambiare il supporto, modificarsi la tecnologia, trasformarsi il mezzo di trasmissione di questo male benigno - perdonatemi l'ossimoro - ma la costante, la storia, la voglia di narrare e lasciarsi trasportare da chi narra, sembra immutabile.

Naturalmente, migliore è la storia, più potente è la malattia con le sue recidive: è proprio quando hai letto un grande libro che la tua sete di storie aumenta, è nel momento in cui hai appena finito di scrivere un racconto che ti prende la smania di iniziare un romanzo.

La malattia delle storie attacca la mente, producendo stati di alterazione più vividi e più a lungo termine di qualsiasi acido.

Diventiamo vulnerabili, ogni minima suggestione si trasforma in immagini fantasmatiche, e la vita che ci scorre davanti si mostra come un film del quale siamo ora spettatori e ora protagonisti.

sabato 30 novembre 2013

A secco con l'ispirazione? Ecco come fare!

Che meraviglia: hai finalmente ritagliato quel pomeriggio libero per dedicarti alla scrittura.

Nessun appuntamento, nessuna questione aperta, telefono spento, niente notifiche mail o social.

Se non arriva un cataclisma, ce la faccio, pensi.

Così lanci il tuo programma di scrittura, apri un nuovo documento, sgranchisci le dita e...

...niente.

Non succede niente.

Le idee giocano a nascondino, forse sono sotto il tappeto, così lo sollevi e ci passi l'aspirapolvere.

Poi torni a sederti, ma l'ispirazione è ancora a secco.

Magari una veloce navigata tra qualche sito, blog o network ti darà qualche spunto illuminante.

Ma già stai osservando l'orologio che senza pietà ti mostra come il tuo famoso pomeriggio libero da dedicare alla scrittura si stia assottigliando sempre più.

Hai commesso un grave errore: presentarti alla tua sessione di scrittura senza aver esplorato qualche ideuzza che facesse da starter.

Forse non sai ancora quando avrai il prossimo pomeriggio libero da dedicare alla scrittura, non sai nemmeno se sarà di pomeriggio.

Però, nel frattempo, puoi provare ad andare a caccia di idee, seguendo le tracce che adesso ti indicherò.

domenica 24 novembre 2013

Torna "Il gusto di scrivere": seconda edizione, 21 e 22 dicembre 2013

Tra scrivere un racconto e preparare un piatto ci sono molte più affinità di quante tu possa pensare.

Le sensazioni che scaturiscono dal sapore e dal profumo degli ingredienti infatti sono capaci di stimolare la nostra inventiva, e aiutare il processo di scrittura, narrazione e creazione di racconti.

Uno scrittore che voglia guidare l'esperienza dei suoi lettori, così come un chef fa attraverso l'orchestrazione di un menù, deve conoscere le strategie giuste per favorire la "degustazione" delle sue storie, e aggiungere quel pizzico di inventiva personale in grado di mettere la firma alle sue creazioni.

Da questi pensieri è nato già dall'estate appena passata il laboratorio di scrittura Il gusto di scrivere che - dopo la prima edizione dell'1 e 2 giugno, ho il piacere immenso di replicare a Voghera (PV) grazie alla collaborazione fondamentale degli amici di CulturAma.

lunedì 4 novembre 2013

Come va' con i tuoi personaggi?

Anche quando hai scritto già decine di migliaia di parole per la tua prossima storia, ti può capitare di bloccarti e non riuscire a far altro che grattarti la testa o tamburellare nervosamente con le dita.

In attesa che qualcosa ti baleni in mente.

Ma non succede nulla, il vuoto.

Eppure, pensavi ormai di sapere tutto ciò che ti serve sul mondo fantastico che stai creando e soprattutto su coloro che vi abitano.

Credevi che i tuoi personaggi non avessero più alcun segreto per te.

Invece, ti accorgi che il tuo personaggio principale oppone resistenza e recalcitra piuttosto che entrare nei meandri nei quali vorresti ficcarlo.

E gli altri personaggi se ne stanno in angoli ombrosi, e tu avverti che non vogliono essere toccati.

Ti hanno messo il broncio, ti fanno una guerra silenziosa.

Peggio: ti hanno tolto la parola.

Che cosa fare?

Semplice: è tempo di ripensare al tuo rapporto con loro.

E quando dico rapporto, intendo proprio relazione, quella che potresti avere con qualsiasi essere umano reale.

Perché se i tuoi personaggi fanno i capricci in realtà è buon segno: vuol dire che hai costruito per loro una personalità che adesso pare camminare sulle proprie gambe, e ovviamente non puoi forzarli, così come non puoi costringere un partner o un amico a fare tutto ciò che vuoi.

Devi accettare che c'è qualcosa in loro, una parte del loro carattere che ancora non conoscevi, devi rinegoziare la relazione, e insieme dovrete valutare come cambiarla o se addirittura interromperla.

Più i tuoi personaggi sono dettagliati, più è probabile che questo accada.

Ecco come ridisegnare il tuo rapporto con protagonisti e gregari, e completare finalmente la tua prossima storia.

sabato 19 ottobre 2013

Come non finire di leggere un libro e perché

Tutti o quasi ricorderanno, leggendo questo titolo, il mitico decalogo di Daniel Pennac in Come un romanzo, l'arguto saggio che esplorava il piacere di leggere e il modo di trasmetterlo.

Perché al terzo posto tra i dieci diritti del lettore c'è proprio il diritto di non finire il libro.

Chi può dire candidamente di non aver mai rinunciato a completare la lettura un romanzo?

O perché non scatta la scintilla, o perché - come alcune persone - la storia parte dalle migliori premesse ma poi rivela un carattere nascosto che non ci aggrada, o ancora perché qualcosa di non ben definito che chiamiamo stress, impegni, preoccupazioni, persino la stanchezza ci tengono lontani da quel libro, insomma, di motivi per non finire di leggere un romanzo se ne possono trovare parecchi.

A volte crediamo di trovare il motivo del mancato feeling nel romanzo in sé, nella trama fiacca, nel personaggio che non ci va giù, nello stile che non risuona con il nostro orecchio.

Così arriva il momento di decidere: finire o non finire il libro, questo è il problema.

martedì 17 settembre 2013

Una vita per scrivere

Se io ti dicessi che hai a disposizione sempre davanti a te la formula magica per estrarre dalle cose ordinarie qualcosa di straordinario?

I dettagli della vita quotidiana sono una miniera d'oro che aspetta solo di essere estratto per andare a impreziosire la tua scrittura.

Tutto ciò che devi fare è prestare attenzione, come se mettessi la tua vita su un vetrino da infilare sotto al microscopio, e poi raccontare che cosa vedi.

Ecco qualche spunto per cominciare.

lunedì 26 agosto 2013

Personaggi che si vestono...

Ti svegli una mattina, fai due passi verso l'armadio e ne tiri fuori qualche capo da indossare.

Sembra una cosa semplicissima, eppure presuppone tutta una serie di micro pensieri, a volte automatici, altre volte ben ponderati, che contengono la risposta a moltissime domande.

Perché scegli proprio quei vestiti?

Stai cercando la comodità per goderti a pieno una mattinata di pigrizia?

Stai tentando di apparire professionale e affidabile perché vuoi far colpo al lavoro?

O magari sei una persona che non cambia mai il tipo di vestiario, indipendentemente dal contesto?

Quando descrivi i tuoi personaggi in un racconto, può capitare di soffermarti su dettagli del loro abbigliamento, o addirittura lanciarti nella descrizione piena di ciò che indossano da capo a piedi.

Ovvio che lo fai perché anche questo elemento contribuisce a dare vita a quel personaggio e a farlo sentire al lettore.

Il bello, come per ogni descrizione, è che stai già creando un umore, un'atmosfera, senza ancora aver narrato nulla.

Ecco alcune tipologie di abbigliamento per i personaggi, con i loro effetti su chi legge, per cucire addosso ai tuoi protagonisti l'abito che li renderà immediatamente riconoscibili e indimenticabili.

sabato 3 agosto 2013

Una vacanza da scrittori: tre passi da compiere

Estate piena, ormai, e il tempo rende giustizia, dopo un esordio traballante.

Un'estate per me piuttosto impegnativa, tra lavoro, cambiamenti casalinghi, visita ad amici e parenti e la vacanza che da lunedì mi risucchierà.

E spero al ritorno di aggiungere altre piccole esperienze significative per chiudere in bellezza agosto.

In tutto questo... che fine fa la scrittura?

Come conciliare la necessità di tenere accesa la fiamma della scrittura con i tempi e la libertà dell'aria estiva?

Sarà meglio prepararmi un piano che mi permetta comunque di tenermi in allenamento o lasciare che questo periodo permei la mia anima creativa, grazie alle esperienze che vivrò, per poi ricominciare a scrivere attingendo proprio a quanto avrò vissuto?

Insomma, per chiunque scriva e ami farlo, quando arriva l'estate, qual è il miglior modo di organizzarsi?

Credo che non esista una risposta univoca, anche perché non tutti magari saranno in vacanza come me e altri le avranno già trascorse in altri periodi o se le godranno più in là.

In ogni caso, ritengo ci siano almeno tre elementi dei quali tener conto, per approntare al meglio la propria strategia di scrittura in un periodo così particolare come quello delle vacanze estive.

domenica 21 luglio 2013

Personaggi che viaggiano

Che cos'è un viaggio, per te che scrivi?

Significa semplicemente approdare in un'altra destinazione?

Oppure è un processo che, grazie a nuove e sorprendenti esperienze, arricchisce la tua persona?

Può essere un'occasione per trasformarti?

Per raggiungere un punto di svolta, imparare qualcosa di nuovo, crescere?

Sono domande che ti permettono di capire qualcosa in più, non solo su di te, ma anche sui personaggi del tuo racconto o del tuo romanzo.

Ho già parlato recentemente della trama del viaggio in questo post, ma il viaggio in sé è un elemento fondamentale per far emergere i personaggi, per questo il viaggio spesso si trova anche nella trama di minaccia o in quella di ricerca.

venerdì 12 luglio 2013

È facile scegliere la trama: chi cerca trova?

Ἀρχόμενος σέο Φοῖβε παλαιγενέων κλέα φωτῶν
μνήσομαι οἳ Πόντοιο κατὰ στόμα καὶ διὰ πέτρας
Κυανέας βασιλῆος ἐφημοσύνῃ Πελίαο
χρύσειον μετὰ κῶας ἐύζυγον ἤλασαν Ἀργώ

Questo è l'inizio de Le Argonautiche, di Apollonio Rodio, e racconta il mitico viaggio degli eroi guidati da Giasone, sull'altrettanto mitica nave Argo, alla ricerca del Vello d'oro, la pelle di un ariete magico che trasportò il giovane Frisso - scampato al sacrificio al quale suo padre l'aveva destinato - in Colchide.

Mitologia greca, insomma, e forse la storia epica più antica del mondo ellenico, sebbene la versione di Apollonio Rodio sia solo del terzo secolo a.C., ben oltre la classicità.

Un altro glorioso mito greco basato sulla ricerca è quello di Perseo che per salvare Andromaca deve procurarsi la testa della Gorgone.

Fine del pistolotto filologico, quello che ci interessa è la trama, basata appunto sulla ricerca di qualcosa.

Quante storie già conosci che sfruttano questo motore per svilupparsi?

sabato 29 giugno 2013

È facile scegliere la trama: si sa quando si parte...

Ἄνδρα μοι ἔννεπε, Μοῦσα...

Nel mezzo del cammin di nostra vita...

Il 24 maggio 1863 era domenica...

Alice cominciava a sentirsi assai stanca di sedere sul poggetto accanto a sua sorella...

C'era una volta... - Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori.

Riconosci questi incipit?

Sono le prime parole rispettivamente di Odissea, Commedia, Viaggio al centro della terra, Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie e Le avventure di Pinocchio - Storia di un burattino.

Che cosa hanno in comune queste pietre miliari della letteratura?

Qualcosa che da sempre attrae gli esseri umani: la possibilità di viaggiare e ritrovarsi in un altro mondo, tutto da esplorare.

Ho deciso di parlare della trama del viaggio perché anch'essa come la precedente - la minaccia - è strettamente legata agli esordi del genere umano sul pianeta.

Prima di diventare stanziali, infatti, gli uomini ce ne hanno messo di tempo a convincersi, e anche quando hanno sviluppato le prime grandi civiltà, la necessità di mettersi in marcia, per terra e per mare, ha continuato ad animare i nostri spiriti, tanto che l'ultima grande epopea dell'esplorazione, cioè la conquista dell'Ovest nordamericano, non è poi così remota.

La trama del viaggio è molto usata nella letteratura per ragazzi perché quasi sempre implica l'attraversamento di paesaggi irreali, spesso magici, e comunque ben oltre i confini del noto.

L'elemento fantastico appare sin dall'inizio, prevalentemente associato alla speranza di fare scoperte mirabolanti, poi però si affacciano pericoli e ostacoli altrettanto sovrumani che mettono a rischio la vita stessa degli eroi di turno.

Molte volte, i protagonisti hanno uno scopo sin dalla partenza, altre volte si trovano catapultati in paesi inimmaginabili per puro caso e solo viaggiando riescono a capire che cosa fare per uscirne e tornare a casa.

Il completamento del viaggio quasi sempre coincide con l'apprendimento di qualche importante lezione da parte dei protagonisti, sulla vita o sulla loro stessa persona.

Come si sviluppa la trama del viaggio?

venerdì 28 giugno 2013

È facile scegliere la trama: la minaccia


 È facile scegliere la trama...se sai quali sono le trame possibili.

Perdonami questo ricalco del titolo di una nota serie di manuali per smettere di, ma poiché nulla nasce dal nulla e siccome siamo nel 2013, quindi con qualche millennio di produzione letteraria alle spalle, chiunque voglia scrivere una storia farebbe bene a prendere spunto da, o a usare come modello quanto è stato prodotto finora.

Nel mio lavoro con la scrittura funzionale - cioè articoli, post, relazioni, special report ecc. - punto sempre tantissimo sull'uso delle strutture testuali per facilitare chi vuole imparare a scrivere.

Quando sai che esistono in fondo pochi tipi di articoli e che essi si differenziano per il diverso ordine da dare ai concetti esposti, scrivere è più facile.

Ma la struttura non è qualcosa che riguarda solo la scrittura non narrativa e le trame non sono altro che le strutture che l'autore sceglie di dare agli avvenimenti narrati.

In un certo senso, in una storia accadono alcune cose tutte riconducibili a poche tipologie.

Ciò che differenzia le storie e i generi è proprio il tipo di struttura, la quale finirà per dare un taglio particolare non solo alla narrazione ma anche all'atmosfera stessa che il lettore percepirà.

Quando hai un'idea vaga per una storia da scrivere, allora, dai un occhio a queste trame possibili e scegli quella che valorizza meglio la tua idea.

O quella che subito ti farà venire voglia di trasformare la tua idea in pagine di narrativa.

martedì 25 giugno 2013

La cultura in catene

Di ritorno dalla Liguria, fermo a Spotorno in attesa del treno, trovo la sorpresa.

Sulle panchine del lungomare, decine di libri incatenati, in un pomeriggio uggioso, in cui il mare non ha alcuna attrattiva e la parola scritta prende il sopravvento.

Un'idea di Liberodiscrivere, casa editrice rivoluzionaria e centro di promozione artistico-culturale di Antonello Cassan, che genera molte riflessioni in chi ama leggere e scrivere.

Il primo impatto è quello di un servizio ai cittadini: libri disponibili a farsi leggere, senza la paura di non trovarli, visto che anelli e catene li tengono ben saldi alle panchine.

A me è capitato Silenzio a Occidente, di Mauro Macario, e subito la poesia ha trasformato i minuti della sosta del corpo in viaggio permanente del pensiero.

Ma ha ragione Cassan a sottolineare le diverse valenze di quest'idea che da servizio si trasforma in installazione artistica, happening, performance involontaria dei passanti-lettori e opera concettuale.

giovedì 20 giugno 2013

Qui o si fa narrativa o si muore...

Non prenderla come una minaccia, né tantomeno come un invito di stampo garibaldino.

Poiché uno degli atavici problemi dello scrittore è l'arcinoto - e trito - blocco del medesimo, mi sembra interessante e divertente presentarti una cosuccia scovata in rete, e se la conosci già magari ti piacerà rifletterci ancora.

A tutti capita di avere giornate storte o fasi di secca creativa, persino momenti di monumentale pigrizia, immotivata e sacrosanta.

Ovviamente, chi scrive sa che questi stop - inspiegabili o cercati  -si pagano con il rimando, la procrastinazione, e così il proprio diventa un romanzo senza fine, quando non è addirittura senza inizio perché non ci siamo mai presi la briga di iniziare a stenderlo, dopo averlo strutturato.

Qual è la vera soluzione?

domenica 9 giugno 2013

Scene brevi o scene lunghe: questo è il problema...

A volte ci vogliono centinaia di pagine per capire che cos'è che non va nel romanzo che stai leggendo.

Il discorso si complica e diventa ancor più delicato se si tratta della storia alla quale stai lavorando con fatica.

Mi piace farmi affascinare dai romanzi brevi di certe case editrici indipendenti, e con ottimismo penso sempre che quei libriccini mi regaleranno un'emozione singolare.

Spesso però i romanzi brevi portano con sé un carattere ibrido - romanzo  breve, di per sé è un ossimoro - che alla lunga si paga con la poca efficacia della narrazione.

Scene spesso brevissime, volutamente brevi e impaginate in modo che la brevità risalti, ti lasciano l'impressione di qualcosa che rotola via troppo rapidamente, come se l'autore non le avesse scandagliate a sufficienza.

Bozzetti, interessanti e pittoreschi persino, ma pur sempre bozzetti.

Quasi sempre si tratta di piccoli romanzi con trame basate su un personaggio che cerca il classico sé stesso, che realizza la sua vera aspirazione, che risponde a una chiamata.

Storie intrise di una spiritualità che ha ingranato la quinta.

Allora, a queste scene brevi, se ne aggiungono altre che per il contenuto sono ancora più fugaci, come i flashback, e alla fine hai l'impressione che tutto sia solo accennato, che tutto stia lì solo per toccare i tuoi sensi in modo superficiale, senza innescare quel processo di identificazione e partecipazione.

Soprattutto, sembra proprio che l'autore sappia sin dall'inizio come andrà a finire la storia.

Certo che deve saperlo, mi risponderai.

, ribatto io, ma dev'essere così bravo da darmi l'impressione di scoprirlo insieme a me che leggo.

Per questi e altri problemi, la cura della lunghezza delle scene può essere determinante.

Quindi, se qualche volta ti capita di chiederti quanto dovrebbe essere lunga una scena, e se esistono misure che non si dovrebbero trasgredire, ti stai facendo una domanda utilissima.

sabato 25 maggio 2013

Ma che storia è?

La domanda era in un verso di un noto brano di Vasco Rossi, ma questo non è un quiz sui testi delle canzoni.

Il quesito però è tanto ovvio quanto diffuso e importante, quando si tratta di racconti.

Sia che tu veda un film, o legga un romanzo o stia scrivendo una storia, appena ne parli a qualcuno senti subito chiederti ma che storia è?

La parola storia è talmente ab-usata che non facciamo neanche più caso al suo significato.

Quando ci si dimentica da dove si è partiti, è salutare fare qualche passo indietro e ripartire dall'ABC.

Provando a trasformarmi in dizionario, direi che una storia è una narrazione di fatti reali o immaginari, in prosa, in versi, in audio, in video, a fumetti e quant'altro, fatta per interessare, divertire e magari istruire chi ascolta, legge o guarda.

A questo punto capisci che la domanda ma che storia è coinvolge in pieno queste tre caratteristiche: interessare, divertire, istruire.

Ma non dimenticare l'oggetto di questi tre verbi: chi ascolta, legge o guarda.

Non sei tu che scrivi a provare interesse, divertimento e a imparare qualcosa in più, per quanto scrivere fornisca sicuramente qualche forma di queste tre cose.

Le storie che funzionano producono questi effetti in chi sta dall'altra parte, cioè il lettore.

Come puoi ottenere questo risultato?

Andando incontro ai desideri di chi legge.

Le storie di maggior successo, a guardarle attentamente, condividono alcune caratteristiche capaci di incontrare questi desideri.

Il lettore vuole sentirsi catapultato nella storia perché, in quanto essere umano, ha tre spinte ben precise che quasi sempre i buoni racconti soddisfano.

Se tu riesci a scrivere una storia che accoglie una di queste spinte, come hanno fatto grandi racconti sin dall'alba dei tempi, allora il lettore sarà interessato, si divertirà e imparerà.

domenica 12 maggio 2013

Il gusto di scrivere

Che gusto ha l'atto di scrivere?

In che modo le esperienze sensoriali legate al gusto, ai sapori e al cibo possono arricchire la nostra esperienza di scrittori, narratori e inventori di storie?

Se è vero che la cucina è un perfetto connubio di tecnica ed estro, e la degustazione un viaggio nei sensi alla ricerca del sapore, come può uno scrittore "cucinare" un buon racconto con cui "nutrire" i suoi lettori?

Da queste tre domande e da tutte le altre che saremo capaci di elaborare, parte il laboratorio di scrittura Il gusto di scrivere, che ho l'onore di tenere sabato e domenica 1 e 2 giugno a Sant'Antonino di Torrazza Coste (PV).

Esercitazioni guidate, lavoro individuale e di gruppo, dalla generazione di idee all'orchestrazione della trama fino alla tecnica di editing, ci impegneranno dalle 16 del sabato alle 17 della domenica, per stare insieme, condividere la passione per le storie da narrare e la voglia di scoprirsi semplici, sensibili, creativi e capaci di gustare il cibo, la scrittura e la vita.

L'evento nell'evento è la cena del sabato, nella quale si celebreranno la collina e i suoi abitanti, e dove mangiare e chiacchierare sarà esperienza di piacere e materiale di lavoro per la scrittura del giorno seguente.

Il laboratorio è frutto di un'iniziativa privata dettata da puro amore per la scrittura, e per questo non prevede alcun costo in denaro per i partecipanti, ma l'impegno alla partecipazione attiva del laboratorio e dei momenti di condivisione quotidiana di pranzo e cena.

Il programma dei lavori di scrittura in sintesi:
  • dalle 16 alle 19 del sabato: dall'ingrediente al piatto, esercitazioni guidate all'elaborazione creativa di materiali per la costruzione di una storia, a partire dal contatto diretto col cibo
  • dalle 9.30 alle 12.30 della domenica: il menù perfetto, percorso creativo per la costruzione di una trama collettiva a partire dalle suggestioni della cena-evento del sabato sera
  • dalle 14.30 alle 17 della domenica: la presentazione è tutto, tecniche-espresso di editing e revisione per pagine impeccabili
Ancora pochissimi posti disponibili, per prenotarti scrivi nella pagina contatti.




sabato 4 maggio 2013

Quando la poesia aiuta la prosa

Per chi scrive racconti, può essere molto salutare cimentarsi con altre forme di scrittura.

Questo consente di spaziare in campi sconosciuti e soprattutto di scoprire nuovi utili elementi da mutuare da altri generi letterari.

Sperimentare la scrittura poetica, in particolare, vuol dire (ri)scoprire le possibilità di giocare col linguaggio, l'importanza di lasciare più libertà al nostro estro, la cura estrema nel ripulire il testo prima di darlo in pasto ai lettori.

Ecco quattro piccoli insegnamenti che dalla poesia possiamo trasferire alla prosa, e rimettere in gioco la nostra passione.

sabato 27 aprile 2013

Non farti fregare dalla prima stesura!

A che velocità scrivi?

Molte persone che si avvicinano alla scrittura all'inizio faticano non poco a mettere insieme le parole.

A volte ci vogliono anche cinque minuti buoni solo per una frase.

Uno dei motivi principali è il processo mentale, tipico di chi non è avvezzo a scrivere spesso: prima si forma la frase nello schermo della mente e poi la si riscrive - perché in realtà la si è già redatta mentalmente - sul monitor o sul foglio, per chi scrive a mano.

Per fortuna il cervello ci mette poco ad adattarsi alla nuova modalità, a patto che si scriva di frequente, fino ad annullare la distanza temporale tra il comporre la frase e il registrarla in forma scritta.

Gli scrittori, dunque, scrivono più velocemente delle persone che non praticano la scrittura abitualmente, o almeno dovrebbero essere in grado di farlo.

Ma quanto tempo dovremmo impiegare per scrivere le nostre storie?

domenica 21 aprile 2013

L'ambiente degli scrittori: sai cogliere lo spirito dei luoghi?

Immagina di scrivere la tua prossima storia sotto quel gazebo che vedi in foto, poi torna alla stanza in cui sei, guardati intorno e rifletti: ci sarebbe qualche differenza?

Se ti piace scrivere, soffermati per un attimo sul luogo in cui vivi.

Una grande città o un paesino di campagna?

Una casa a due piani o un seminterrato?

Un quartiere multietnico o una monotona distesa di vetri e cemento?

sabato 23 marzo 2013

Il cestino vuoto dello scrittore

Hai presente l'icona del cestino sul desktop del tuo computer?

Ho sempre trovato molto carina quest'icona analogica e non digitale: infatti, se nel cestino c'è qualcosa, il disegnino si trasforma in un cestino pieno, e più contiene files scartati più appare zeppo, mentre quando elimini definitivamente i files torna bello vuoto e lindo.

Perché ti parlo del cestino?

Mettiamo che tu abbia deciso di scrivere una storia.

Facciamo che ci lavori per una settimana, dieci giorni, arrivando a mettere una sull'altra una quindicina di pagine.

Arriviamo al momento fisiologico di una pausa di lettura e di riflessione.

Mettiamo caso che, in seguito a questa lettura, tu decida che stai andando completamente fuori strada, che non ti piace ciò che hai scritto, che è tutto da rifare.

A quel punto, che cosa fai con quelle quindici pagine?

Come?

LE CANCELLIIIIIIIIII???????

domenica 17 marzo 2013

Questioni di protagonismo

Chiunque legga una storia o guardi un film ci mette ben poco a capire chi sia o chi siano i protagonisti della vicenda.

Prima ancora che lo si possa spiegare, l'emergere di un personaggio sugli altri appare come un'evidenza.

Naturalmente, anche chi ama scrivere possiede questa capacità.

Tuttavia, quando si passa dietro la scrivania e si prova a scrivere una storia, si scopre che scegliere, definire e raccontare un protagonista non è affatto semplice.

Se il protagonista non ha tutta una serie di requisiti, che la letteratura e la narrativa in genere hanno messo in luce sin da quando l'uomo narra, allora la storia non avrà un perno attorno al quale ruotare.

giovedì 21 febbraio 2013

Il desiderio di scrivere

Riesci a ricordare com'è nato il tuo desiderio di scrivere?

Provo a indovinare?

Probabilmente hai letto un libro che ti ha toccato così in profondo, pungendo il tuo cuore, da farti pensare non sarebbe entusiasmante ispirare questi sentimenti anche nelle altre persone?

In altre parole, il tuo primo pensiero non è stato voglio la fama, voglio vendere un milione di copie, voglio gironzolare in centinaia di ricevimenti col bicchiere in mano e frotte di persone a caccia d'autografi...

Hai solo pensato che sarebbe stato bello poterti dire amo scrivere, amo creare un contatto intenso con i lettori, amo condividere con loro emozioni, addirittura amo poter dare loro una svolta.

domenica 10 febbraio 2013

Scrivere lettere d'amore e non solo

San Valentino è alle porte e tutti gli innamorati cercano di prepararsi al meglio per questo evento.

Anche chi ama scrivere può approfittare di questa ricorrenza per rinverdire la sua pratica con la scrittura delle lettere.

Da quanto tempo non ricevi una lettera?

Intendo, una lettera vera, da una persona cara, non certo una lettera commerciale.

Le lettere sembrano parte di un mondo ormai andato, fatto di macchine da scrivere o carta decorata e corsivo a penna, ma soprattutto di attese, che oggi con la comunicazione tecnologica sono del tutto azzerate.

Ma c'è di più, soprattutto per gli scrittori.

Innanzitutto, la lettera richiede uno stile personale, una voce e un sentimento.

Un po' come quando ti cimenti nel far parlare o agire un tuo personaggio, e fai di tutto per far sembrare credibile il suo comportamento.

Non si scrive certo una lettera solo per passare delle informazioni ma soprattutto per comunicare al destinatario come ci sentiamo rispetto a quanto accaduto.

Ciò che rende interessante un racconto è la stessa profondità che rende coinvolgente una lettera.

mercoledì 30 gennaio 2013

Scrivere in seconda persona: tre vantaggi incredibili

Prima persona, terza persona...

Il novantanove per cento e oltre di tutta la letteratura mondiale è scritta con questi due unici punti di vista.

Quando però ci capita tra le mani un racconto in seconda persona, in cui la voce narrante ci si rivolge con il tu, avvertiamo qualcosa di strano, di anticonvenzionale, al limite dell'accettabile, ma incredibilmente efficace per dare un tocco davvero nuovo a una storia.

Scegliere il punto di vista è essenziale per dare al lettore una precisa prospettiva dalla quale assistere alla storia narrata.

Anche la seconda persona permette di fare questo, ma il modo specifico in cui lo fa la rende una soluzione originale, da provare almeno una volta nel tuo percorso di scrittura.

domenica 20 gennaio 2013

Quando non hai voglia di scrivere...

Non dirmi che non ti capita mai.

Non sto parlando di quando non puoi scrivere, di quando il treno ritarda, di quando il rubinetto perde o la lavatrice si rompe, di quando la zia ti piomba in casa all'improvviso, o di quando ti concedi un salutare cambio di programma imprevisto perché magari fuori c'è la più splendida delle giornate.

Sto parlando di quando sai benissimo che dovresti scrivere, che dovresti portare a termine quel racconto, che dovresti schiodarti da Facebook e dalla mailbox e metterti a lavorare.

Dovresti, dovresti, dovresti...

Ma ci riesci?

Ti dico due cose.

La prima è abbastanza facile, cioè che succede anche a me e ti assicuro che è un destino molto diffuso nel mondo della scrittura a ogni livello.

La seconda è che io la maggior parte delle volte... non ci riesco.

Perché allora dovresti stare qui a leggere ciò che ti dico su questo problema se poi io stesso non ho la soluzione?

Primo, perché credo che una vera e definitiva soluzione non ci sia: stiamo parlando di creatività, cioè di vita pulsante, non di macchinette sforna-romanzi, e la vita è fatta di flussi e riflussi, di ondate di piena e periodi di risacca.

Secondo, perché alcune persone, di fronte al dovrei scrivere ma non ne ho voglia rischiano di convincersi che la scrittura non fa per loro.

Si potrebbe addirittura dire che il famoso consiglio di scrivere ogni giorno può essere controproducente, perché capiterà sempre un giorno in cui non puoi o proprio non vuoi metterti lì, ma questo non vuol dire che tu stia rinunciando al tuo progetto globale di scrittura.

Il cervello però a volte non distingue il no di un momento e lo estende a tutta la passione che c'è dietro, facendolo diventare un no totale.

Le cose non stanno così, in realtà anche i momenti di svogliatezza possono diventare opportunità redditizie che in seguito gioveranno alla tua scrittura.

Perciò, quando non hai voglia di scrivere...

giovedì 3 gennaio 2013

Sei parole per un racconto

Leggenda vuole che Hemingway abbia scritto il romanzo più breve nella storia della letteratura, con sole sei parole: vendesi scarpe per bambino, mai indossate.

Lasciamo ai filologi contemporanei la dimostrazione della paternità, resta il fatto che una storia in sei parole può essere un bel modo per far pratica con la scrittura, senza l'onere di un romanzo.

Già quando la leggi, senti la tua capacità creativa e narrativa ravvivarsi, grazie al meccanismo del dico-non dico, con una manciata di vocaboli che evocano una storia mai scritta del tutto eppure perfettamente comprensibile.

Infine, le storie in poche parole - delle quali avevo già parlato qui - funzionano anche come incipit fulminante per storie di maggior lunghezza.

Come realizzarle?