Come si fa a scrivere un racconto capace di far commuovere il lettore?
Come si fa a raccontare una storia che raggeli il sangue nelle vene, che faccia esplodere l'immaginazione di chi legge, che si levi dalle pagine come un canto?
La domanda è suggestiva, ma contiene un errore che sfugge a prima vista.
Nessuno può scrivere una cosa simile, commovente, raggelante, esplosiva o musicale.
È possibile però che qualcuno possa revisionare qualcosa del genere, se il testo che revisiona glielo permetterà.
Chiariamo subito due concetti importantissimi.
La scrittura è per almeno due terzi ri-scrittura, quindi revisione, editing, aggiustamenti, correzioni, cancellature, rifacimenti, rielaborazioni, e tanti altri ri in diverse forme.
Per fare una buona revisione narrativa, prima del talento, della sensibilità, dell'esperienza, della creatività e di tutte le altre facoltà mentali, ci vuole resistenza.
La tua mente cercherà subito di dirti che va bene così, che non è il caso di revisionare ancora, che hai già cambiato tutto ciò che c'era da cambiare.
Perché la tua mente è impregnata di insicurezza, e preferisce evitare la penosa esperienza di dover ammettere che quelle parole sono da togliere, quelle altre sono da sostituire, quelle altre ancora chissà come ti sono venute in mente.
La revisione, l'editing, è una pratica indispensabile che però lascia esausti.
Un lavoro che ti spezza le ossa, se lo fai sui testi altrui, e che può indebolire la fiducia in te se lo fai suoi tuoi testi.
Però, se riesci a non mollare, arriva il momento in cui l'editing davvero migliora quel testo, davvero lo porta a un livello superiore, davvero te lo fa immaginare già davanti a un lettore pienamente soddisfatto.
Così capisci che non puoi esimerti da questa responsabilità, se vuoi davvero commuovere, raggelare, far esplodere o incantare i lettori.
Un lavoro duro, frase per frase, a cesellarne la forma, a raccogliere la polvere e decidere quanta riutilizzarne e quanta buttarne via.
Un lavoro estremamente gratificante, che ti dimostra quanto sia vero che l'arte si estrae togliendo il superfluo e non aggiungendo materia.
Ma come puoi iniziare a farlo in modo efficace e senza troppa fatica?
Pronti, partenza, leggi
Quando ti accingi a revisionare la tua prima stesura di una storia, forse cominci subito con le migliori intenzioni di tagliare frasi, correggere la grammatica, calibrare la punteggiatura.
Non farlo.
Prima di dedicarti a ogni singola frase o parola, è fondamentale tu dia uno sguardo d'insieme a tutta l'opera.
Quali sezioni funzionano?
Quali hanno bisogno di tagli?
C'è necessità di riempire vuoti logici o buchi nella trama?
Servono scene in più?
Alcune scene sono da rimuovere?
Invece di sprecare tempo a editare frasi che potrai comunque cancellare in seguito, leggi per prima cosa il testo.
Senza cambiare nulla.
Non correggere alcuna parte, semplicemente leggi.
Potrai prendere nota, certo, ma l'obiettivo di questo primo passo è prendere le distanze dal testo, guardarlo da una certa prospettiva, e sviluppare un piano d'intervento.
Dopo aver letto, e solo allora, potrai cominciare a fare cambiamenti di portata più ampia.
Semplicissimo!
Hai mai visto un orafo al lavoro con una pietra?
Fa una cosa che somiglia a quella che cercavano di fare i vecchi computer con la grafica: rappresentare le forme tridimensionali usando delle figure geometriche piane, da attaccare spigolo a spigolo.
L'orafo taglia la pietra creando delle facce che fanno tendere quella stessa pietra a una forma ora tondeggiante, ora conica, ma è solo una tendenza, semplificata attraverso le facce geometriche.
L'orafo semplifica la pietra grezza, con le sue miriadi di sfaccettature, riducendone il numero e approssimando la somiglianza finale tra la pietra e il solido che ha in mente, e che per convenzione si cerca di ottenere da quella pietra.
Il risultato è una pietra più bella, perché più regolare e con facce più ampie, in grado di catturare più luce.
Anche tu dovresti adottare questo criterio, la semplicità, e farlo diventare una seconda pelle.
Dovresti chiederti questa frase può diventare più semplice? Più bella e luminosa? Quale spigolo devo smussare?
Attenzione: la semplicità non si ottiene sempre togliendo qualcosa.
Certe volte, la semplicità arriva riempiendo qualche buco logico nelle frasi, o spezzandole con la punteggiatura, o aggiungendo elementi.
Torna al via
Hai letto?
Hai semplificato?
Bene, ora - come nel Monopoli - ripassa per il VIA e incassa i tuoi soldi.
Quali?
Quelli di un testo che comincia ad avere una forma migliore, una scorrevolezza maggiore, un'efficacia superiore.
Se vuoi davvero aumentare queste caratteristiche, non devi far altro che ripassare per il VIA, cioè ricominciare con la lettura, continuare con una nuova semplificazione, e poi ancora ripetere, ripetere, ripetere.
Io vorrei con tutto me stesso che ci fosse un altro modo, più serio e funzionale di questo, per revisionare bene un testo.
Ma non c'è.
L'unico modo è questo, ed è faticosissimo, come ti avevo detto, al punto che nemmeno i più grandi scrittori lo fanno davvero sempre e comunque, e cercano anch'essi ogni scappatoia per sottrarsi.
Quando lo fai, pensa che per ogni ora di sofferenza patita nello spulciare ogni frase del testo stai regalando minuti di piacevolezza ai tuoi lettori, ed è questa la tua missione.
Ci vuole una grande dose d'umiltà.
RispondiElimina