Chi scrive storie lo sa: la prima pagina è difficile ed è forse la parte che si cambia maggiormente prima di decidersi a chiudere un racconto.
Nei manuali di scrittura o sui blog potrai trovare centinaia di testi che ti consigliano o addirittura ti prescrivono i passi da compiere per avere una prima pagina che funziona.
Io stesso avevo pubblicato tempo fa un post sul tema, prendendo a esempio la prima pagina di un romanzo.
Senza fornire una vera e propria ricetta per ottenere una grande prima pagina, possiamo però convenire su tre punti che, opportunamente curati, renderanno sicuramente l'inizio del tuo racconto più interessante e avvincente.
Niente introduzioni
Con la prima pagina, la tua storia dovrebbe iniziare o addirittura essere già iniziata se non finita.
Fare l'introduzione, raccontare il passato, i fatti pregressi, i perché a monte della tua vicenda, è una tentazione molto forte.
Ti tenta perché, avendo timore di cominciare, ti sembra un inizio rassicurante, una strategia nella quale rifugiarti.
Le introduzioni però fanno partire una storia in modo troppo pigro o debole.
Spesso, l'introduzione sopperisce a una nostra mancanza narrativa: poiché non siamo riusciti a mostrare - con il racconto - le condizioni dei personaggi, allora le diciamo a parole in modo che il lettore possa comprenderle.
Infine, è molto più efficace aprire una storia nel bel mezzo dei fatti in corso e poi, qualche pagina più avanti, spiegare i retroscena.
Prima l'esperienza, poi la riflessione.
Sta per succedere qualcosa...
Se riesci a far balenare nella testa del lettore questa frase, sta per succedere qualcosa, allora la tua prima pagina funziona.
Bada: non deve per forza succedere davvero qualcosa - o almeno non subito - ma nel lettore si deve creare quella tensione che precede eventi dei quali non sa bene quando effettivamente accadranno, anche se si è certi della loro imminenza.
Perciò, rileggi bene la tua prima pagina, e se ti accorgi che nessun dubbio è sorto, che nulla spinge veramente a passare alla seconda pagina, allora devi lavorarci ancora.
Prima le domande, poi le risposte.
La prima impressione
Se hai scelto di mostrare nella prima pagina il tuo protagonista, prova a riapplicare per la sua descrizione quanto detto finora.
Non fare introduzioni su di lui, e non descrivere le sue fattezze o il suo abbigliamento, se queste fattezze o questo abbigliamento non fanno sorgere domande sulla loro forma o la loro fattura.
Se un personaggio può indossare indifferentemente dei pantaloni a righe o dei jeans, allora non parlare dei suoi pantaloni perché non fa alcuna differenza.
Ma se quel graffio nella stoffa o l'assenza di cinta o bretelle che glieli fanno cadere ha a che fare con il cuore della storia da raccontare, allora devi assolutamente farlo.
Il tuo personaggio, dalla prima impressione, deve immettere il lettore nella vicenda e contemporaneamente mostrare il suo carattere.
Scegli bene la situazione in cui mostrarlo per la prima volta, in base al suo tratto caratteriale dominante: se è timido, mostracelo a casa; se è innamorato, facci vedere come guarda la donna che ama; se è crudele, fagli compiere qualcosa di immondo.
Quando fai questo, assicurati di non commentare le azioni e gli atteggiamenti del personaggio, accertati di descriverlo in modo che si formi la sua immagine precisa nella mente di chi legge, senza bisogno di aggettivi superflui o metafore.
Prima le immagini, poi la letteratura.
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